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4 Marzo 2024
17:07

Il gatto capisce quando parli con lui?

Sempre più studi ed esperimenti dimostrano che i gatti, a differenza di quanto si credeva in passato, possono comprendere molto bene il linguaggio e le parole umane.

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I gatti vengono spesso considerati animali poco socievoli e scarsamente inclini a comprendere davvero il linguaggio e le parole dei propri umani, soprattutto se paragonati al cane. Ma se è vero che il miglior amico dell’uomo è senza dubbio più portato per la comunicazione interspecifica, sempre più studi ed evidenze recenti stanno dimostrando che anche il felino più amato del mondo ha ancora molto da dire in tal senso.

I gatti possono infatti comprendere molto bene il linguaggio umano e la voce del pet mate, riescono a riconoscere il proprio nome e persino a imparare trucchi e indicazioni associati a specifiche azioni. Sono anche in grado di riconoscere il nome dei propri compagni felini, capacità che appena qualche anno fa sembravano impossibili per un predatore solitario e scarsamente sociale: semplicemente non le avevamo ancora studiate o lo avevamo fatto in maniera estremamente superficiale.

Cosa capiscono i gatti del nostro linguaggio?

I gatti capiscono molto di più di quello che pensiamo del nostro linguaggio. I felini sono infatti in grado di apprendere a riconoscere un vasto vocabolario, specialmente se si pronunciano le parole in modo chiaro e se si evita di legarle ad altre in frasi più complesse. Diversi studi, come uno recentemente pubblicato su Scientific Reports, hanno infatti già dimostrato che possono per esempio imparare a discriminare il proprio nome da altre parole. Le indagini condotte dagli esperti si sono focalizzate sulla valutazione delle capacità cognitive dei gatti partecipanti al loro studio e ha portato alla conclusione che i gatti riconoscono anche i nomi dei propri simili.

Secondo invece un altro studio pubblicato su Animal Cognition, i gatti sono perfettamente in grado anche di riconoscere la voce del loro pet mate da quella di un estraneo e quando parliamo capiscono persino se ci stiamo rivolgendo a loro oppure no. Tuttavia, un gatto tende molto più spesso di un cane a non rispondere, semplicemente perché magari non gli va.

I felini domestici possono anche imparare trucchi e comandi come dare la zampa, girare su stessi o rimanere seduti. È sicuramente un po’ più complicato che educare un cane, ma anche i gatti possiedono le capacità cognitive legate all’apprendimento associativo che può essere rinforzato con premi, cibo e attenzioni positive e attraverso, soprattutto, la relazione con un approccio cognitivo e non addestrativo.

L’importanza del linguaggio del corpo

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La comunicazione umano-animale viaggia prevalentemente su un canale non-verbale, che per la nostra specie non sempre è particolarmente familiare. Cani, gatti e altri animali, sono infatti in grado di osservare, comprendere e associare gesti, espressioni facciali e posture a specifiche situazioni. Se è vero che anche i gatti possono comprendere parole e linguaggio umani, anche quello del corpo è altrettanto importante per la comunicazione interspecifica. Studi ed esperimenti  hanno anche dimostrato che i gatti possono imparare gesti e indicazioni con le mani, suggerendo quindi un certo livello di comprensione della postura e del linguaggio del corpo umano.

Anche se non ce ne accorgiamo, i gatti ci osservano ogni giorno e capiscono esattamente quando sta per accadere qualcosa oppure no. In base a come ci muoviamo, parliamo o ci posizioniamo nell'ambiente, sanno per esempio quando stiamo per uscire di casa, quando è l'ora della pappa e più in generale riescono ad associare posture e linguaggio del corpo ai principali momenti della nostra routine. Come per il linguaggio verbale, tuttavia, non necessariamente un gatto risponderà a questi segnali, ma con un po' di auto-osservazione e di pratica, possiamo sicuramente migliorare la comunicazione e renderla ancora più consapevole.

Come possiamo comunicare con il gatto

I gatti, a differenza dei cani, non sono stati domesticati per comunicare con gli esseri umani e rispondere alle nostre indicazioni. Anche se sono in grado di capire il nostro linguaggio e imparare ad associare parole e inviti a specifici comportamenti, resta sicuramente più difficile educare un gatto che un cane. Non bisogna mai dimenticare, infatti, che la natura solitaria del felino e il relativamente poco tempo trascorso dall'inizio della domesticazione (circa 10-15.000 anni fa) lo rendono ancora un animale estremamente indipendente e con un forte personalità.

A tutto ciò si aggiunge anche la grande variabilità legata all'individualità e alla personalità di ogni singolo micio, che potrà essere più o meno incline a un certo tipo di comunicazione. Se il gatto ignora le nostre parole non significa quindi che dobbiamo smettere di comunicare con lui, ma dobbiamo farlo tenendo bene a mente la sua natura indipendente. È infatti molto importante interagire regolarmente con il gatto che vive con noi, per esempio parlandogli quando lo accarezziamo, mentre gli prepariamo da mangiare o semplicemente prima di andare a dormire.

Interagire regolarmente con lui utilizzando parole o gesti come sorridere e usando un tono di voce basso e allegro rafforzerà il legame, aiutandolo ad associare meglio il nostro comportamento ad ogni specifica situazione. Inoltre, osservando le sue risposte comportamentali, aiuterà anche a capire meglio il suo di linguaggio, tanto quello verbale che non. I gatti, infatti, sono in grado di interpretare le nostre intenzioni e le nostre disposizioni nei loro confronti analizzando dettagli delle nostre posture, del nostro tono di voce al di là della nostra consapevolezza.

Il mondo in cui ci approcciamo, parliamo o porgiamo la mano verso di loro può rendere più meno positiva l'interazione per il felino, così come lasciare a lui la scelta e il controllo dell'interazione, dandogli quindi la possibilità di accettare o rifiutare. Facciamo dunque bene attenzione al suo linguaggio del corpo e alle risposte comportamentali: ci aiuterà più in generale a migliorare l'interazione e la relazione. Parlare con un gatto è più che possibile. Occorre solo immedesimarsi un po' di più per sviluppare un vero e proprio linguaggio felino condiviso e che non sarà esclusivamente di tipo verbale.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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