Il fiuto di Kristina: il video del Pastore Tedesco della Guardia di Finanza che scova le banconote

Il gruppo Pronto Impiego della Guardia di Finanza di Bari ha mostrato alla Fiera del Levante l'attività delle Unità Cinofile: a darne prova è stata Kristina.

19 Settembre 2023
12:00
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Uno scurissimo manto nero, la pettorina come divisa, la sicurezza data dell'addestramento che non offusca la voglia di giocare. Kristina è un cane Pastore Tedesco di due anni che da giugno è andato a rafforzare il Gruppo Pronto Impiego della Guardia di Finanza di Bari. Anche le Fiamme Gialle hanno partecipato alla 86ma Campionaria della Fiera del Levante, da poco conclusasi nel capoluogo pugliese. Un’occasione che si è rivelata preziosa per mostrare le attività delle Unità Cinofile della GdF.

In una delle dimostrazioni pratiche, che hanno visto scendere in campo anche Kristina, i militari hanno dato prova delle straordinarie abilità del cane, capace di fiutare le tracce anche di oggetti occultati in mezzo a un gran numero di persone. Nel caso specifico, l’esercitazione ha riguardato un sacchetto pieno di pezzi di banconote, il cui odore è stato memorizzato dall’animale al Corso di Allevamento e Addestramento del centro di Castiglione del Lago, una delle più importanti strutture per unità cinofile presenti a livello europeo.

«Le nostre unità cinofile sono un punto di eccellenza del nostro corpo – spiega a Kodami il Capitano Angelo Schillaci del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della GdF di Bari – qui ne sono presenti sette. Non abbiamo una sola specializzazione, le unità sono diversificate: cinque antidroga, una antivaluta e una antitabacco. Sebbene non ce ne siano a Bari, presso le Stazioni del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, troviamo anche i cani da soccorso sovente impegnati nella ricerca di dispersi. Tornando alle unità attive su Bari qui abbiamo sei pastori tedeschi, tra neri e grigioni, e un pastore belga malinois. Un’altra razza che eventualmente può essere scelta è il Labrador».

Comincia così la dimostrazione pratica: dopo che l’istruttore, il Maresciallo Giuseppe Mele, ha disposto in cerchio una quindicina di valigie, il conduttore, l’Appuntato Alfonso Navarro, procede con il primo giro attorno al cerchio creato con i bagagli. In questo momento il sacchetto con le banconote non è stato ancora collocato all’interno delle valigie. Kristina esamina tutta l’area ma non si sofferma su nessuno degli elementi esaminati dal suo tartufo. A questo punto il conduttore porta il cane lontano e nel frattempo viene posizionata un’altra valigia con all’interno una borsetta contenente banconote. Il giro si ripete e Kristina, dopo aver annusato la valigia, si "congela" davanti all’oggetto. L’istruttore, a questo punto, le dà una pallina, il suo gioco, come riconoscimento.

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Il segnale preponderante sino ad oggi è stato la cosiddetta "raspata": il cane si ferma e comincia a grattare sul bagaglio o sulla merce. Ultimamente si sta anche sviluppando quest’altro metodo di segnalazione, anche detto ‘freeze’. Il cane si blocca davanti alla persona o davanti al bagaglio e non si muove. Anche se si prova a tirarlo per il guinzaglio, lui resta bloccato. Sebbene con la prima modalità i cani non facciano male alla persona oggetto di controllo,  questa nuove tipologia di segnalazione esclude qualsiasi rischio, assicurando che le operazioni di controllo si svolgano nella massima tranquillità e senza che nessuno si faccia prendere dal panico, magari per paura del cane. Non a caso il ‘freeze’ risulta più adeguato proprio per l'interazione con la persona.

Il risultato di queste capacità è frutto sì di una predisposizione del cane a questo tipo di lavoro ma deriva soprattutto dalle tecniche sviluppate dal Corso di Castiglione del Lago: «Il tipo di addestramento si divide in due fasi – continua a spiegarci il Capitano Schillaci – abbiamo un addestramento primario che viene fatto direttamente dall'allevatore dopo la nascita, dove si dà l'imprinting di socialità. Il cane, finita questa prima fase in cui i cani vengono altresì vaccinati e microchippati, viene affidato al suo conduttore. A questo punto, attraverso i principi di condizionamento e apprendimento e soprattutto con una tecnica basata esclusivamente sul gioco, vengono addestrati a ricercare la loro ricompensa sfruttando l'odore di sostanze sintetiche che riproducono l'appunto l'odore delle sostanze stupefacenti, del tabacco o della valuta. Tutto è impiantato sul gioco».

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È bene sottolineare che, nel caso delle unità antidroga, l’animale non entra mai a contatto direttamente con la sostanza stupefacente: «È una questione che sovente ci viene sottoposta – aggiunge – il rischio è pari a zero perché i nostri cani non hanno mai a che fare con la sostanza stupefacente ma con sostanze sintetiche che riproducono meramente l’odore della sostanza che stanno cercando. L’addestramento viene basato sulla ricerca del loro gioco, un manicotto arrotolato, quella che diventa poi la ricompensa. Tanto è vero che, nel momento in cui il cane dà il segnale di aver trovato qualcosa il conduttore dalla sua schiena come per magia farà apparire la sua pallina».

Le dimostrazioni messe su in Fiera hanno ricalcato ciò che succede sugli scenari operativi. Ciò che viene simulato è un controllo sulle valigie in un porto o in un aeroporto. Immaginiamo che queste stiano scorrendo su un nastro trasportatore o che siano al seguito di chi sta viaggiando. L’esercitazione ricrea uno scenario non molto dissimile. Quella di poter lavorare anche sulle persone è una particolarità, peraltro, delle unità cinofile della GdF. Del resto la straordinaria capacità operativa non esclude una meravigliosa socievolezza del cane. Come Kristina che, al termine delle esercitazioni avvenute in Fiera, si è lasciata tranquillamente avvicinare dalle persone.

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L’addestramento prosegue anche dopo che il cane ha completato il suo percorso di formazione, sia tramite l’allenamento quotidiano che con l’attività svolta sul campo. Fondamentale, in tal senso, è l’intesa che si viene a creare con il conduttore, con il quale si instaura un legame quasi simbiotico. Ecco perché ogni coppia viene considerata un’unità, anche da un punto di vista organizzativo. Tant’è vero che quando il cane arriva al momento del suo pensionamento, variabile da soggetto a soggetto in base alla sua vivacità e alla sua capacità olfattiva, viene il più delle volte adottato dal suo stesso partner.

I risultati ottenuti grazie all’impiego delle unità cinofile sono stati importanti anche in Puglia. Per esempio due anni fa in aeroporto Condor, uno dei cani antidroga in forze al Gruppo Pronto Impiego della Guardia di Finanza di Bari, ha trovato 3 kg di eroina occultati nel doppio fondo di una valigia. Queste unità sono anche di grande ausilio agli altri reparti della GdF, come il GOA che si occupa delle grandi indagini sulla droga. Per quanto riguarda i ‘cash-dog’ parliamo di un’attività invece ancora molto giovane, con i primi animali entrati in servizio a Malpensa nel 2009 e Kristina che, come detto, è a Bari da pochi mesi: «Ha già dato prova di vivacità e intraprendenza ma siamo sicuri che ci darà grandi soddisfazioni».

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Roberto Maggi
Giornalista
Sono nato a Bari nel 1985. Sono un giornalista, fotografo e videomaker. Amo raccontare storie di animali sia con le parole che con le immagini. Sono laureato in giurisprudenza e da anni seguo la cronaca locale in Puglia. Amo tutti gli animali, ma in particolar modo i gatti. Faccio spesso amicizia con loro quando viaggio con la mia moto.
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