9 Maggio 2021
8:18

Il cortometraggio Motherhood. Essere mamma in un allevamento intensivo

Arriva la festa della mamma e non lo dimentica Animal Equality, una delle le associazioni impegnate in #EndTheCageAge, che pubblica sul proprio profilo YouTube un cortometraggio dal nome "Motherhood", il quale mostra la vita dal punto di vista delle scrofe e dei nuovi nati negli allevamenti intensivi: mamme e cuccioli separati da una gabbia.

Entra nel nuovo canale WhatsApp di Kodami
20 condivisioni
Immagine
Motherhood il cortometraggio sulle scrofe in gabbia

In occasione della Festa della mamma, Animal Equality Italia, una delle associazioni della coalizione internazionale #EndTheCageAge che ha l'obiettivo di mettere fine all'utilizzo delle gabbie negli allevamenti d'Europa, ha diffuso Motherhood, un cortometraggio sulla vita delle scrofe negli allevamenti intensivi, evidenziando la crudeltà cui sono obbligate le mamme e maialini appena nati destinati al mercato alimentare, i quali per questo motivo vengono privati della tutela e del rispetto dei bisogni etologici della specie e obbligati a una vita di sofferenze e privazioni.

«Mamma scrofa può prendersi cura dei cuccioli solo attraverso le sbarre»

«In un allevamento intensivo, mamma scrofa può prendersi cura dei suoi cuccioli solo attraverso le sbarre di una gabbia», questa è la frase conclusiva del cortometraggio prodotto dalla regista olandese Eline Schellekens e la montatrice Kate Morgan e pubblicato su Youtube da Animal Equality Italia, organizzazione non profit per la protezione degli animali allevati a scopo alimentare. La causa di questo svezzamento crudele riservato ai maialini è la ridotta dimensione delle gabbie in cui vivono le scrofe negli allevamenti, talmente piccole da portarle a rischiare di schiacciarli con i pochissimi movimenti che sono in grado di fare.

M6nths, la vita dal punto di vista di un suinetto

La regista Eline Schellekens non è nuova a questo tipo di progetti, nel 2018 infatti, il suo cortometraggio M6nths è stato premiato con il Panda Award, il più importante riconoscimento per i film sulla natura. M6nths racconta i primi sei mesi di vita di un maialino visti dal suo punto di vista. 12 minuti senza commenti o voice-over che mostrano la vita di un animale ridotto a prodotto, privo di emozioni o desideri, con l'obiettivo di sensibilizzare gli esseri umani al tema del mercato alimentare che obbliga milioni di animali ogni anno ad una vita decisamente non degna di tale nome. Anche in questo caso la regista conclude il trailer con una frase importante: «Un animale che in natura può vivere fino a 10 anni, vive solo 6 mesi in nostra custodia». All'età di sei mesi infatti, i suinetti nati negli allevamenti intensivi possono già essere trasferiti al macello, mentre la mamma vivrà finché sarà fertile, per poi seguire lo stesso destino dei suoi cuccioli.

Animal Equality: «Le scrofe in gabbia sono 12 milioni solo in Europa»

«Le scrofe costrette a vivere in queste condizioni in Europa sono circa dodici milioni – spiega Chiara Caprio di Animal Equality Italia – Secondo la normativa europea dovrebbero vivere fuori dalla gabbia almeno la metà del tempo, ma è difficile verificare che l'allevamento rispetti questa legge». Il ciclo di vita della scrofa all'interno dell'allevamento prevede una gravidanza continua, non appena i suinetti verranno mandati all'ingrasso, la mamma verrà infatti nuovamente inseminata, senza sosta finché sarà possibile farlo, ma non è tutto, a generare una forte discrepanza tra la vita in natura e la vita negli allevamenti è anche l'impossbilità di prepararsi adeguatamente al parto: «Prima della nascita dei maialini, la scrofa in libertà cerca con anticipo un luogo adatto dove fare il nido. L'impossibilità di cercare questo luogo genera ovviamente preoccupazione e malessere – spiega Chiara Caprio – Scrofa e maialini, in natura hanno inoltre un importante contatto fisico, che in gabbia non può avvenire e di fatto, questa privazione rappresenta una violazione del benessere animale».

Gli esempi virtuosi esistono: «Gli allevamenti biologici non utilizzano le gabbie»

In questo contesto crudele, in cui gli esseri viventi non vengono considerati come tali ma come strumenti di produzione alimentare, non tutti i paesi d'Europa seguono le stesse leggi. Alcuni sono più sensibili e si occupano di dare normative più restringenti agli allevatori: «In Norvegia e in Svezia sono state vietate le gabbie da allevamento, mentre non vengono generalmente utilizzate in Svizzera. L'Austria invece limiterà il tempo trascorso nelle gabbie a partire dal 2023 – conclude Chiara Caprio – Per quanto riguarda gli allevamenti biologici invece, la situazione è decisamente più accettabile: la direttiva europea vieta l'utilizzo delle gabbie ed obbliga ad avere un accesso esterno e la fornitura di lettiere, quindi le scrofe riescono a crearsi un nido: da questo punto di vista è indubbiamente l'esempio più virtuoso».

M6nths è visualizzabile integralmente registrandosi gratuitamente sul sito https://www.waterbear.com

Avatar utente
Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views