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8 Giugno 2023
18:05

Il Comune di Cosenza chiede “selettori” per contenere il numero dei cinghiali

Gli ungulati sono stati avvistati in alcune zone centrali della città, e l'assessore Francesco De Cicco ha chiesto alla Regione di inviare sul territorio i cacciatori incaricati di abbattere gli esemplari considerati "in eccesso"

cinghiali

Il Comune di Cosenza invoca l’abbattimento per i cinghiali che ormai da diverse settimane sono stati avvistati anche nelle vie più centrali e interne della città, oltre che in diversi altri centri e anche vicino alle spiagge. A chiedere l’intervento dei cosiddetti “selettori”, ovvero cacciatori in possesso di porto d’armi uso caccia e della qualifica di selettore, abilitati in base a specifici corsi di formazione con selezione finale, è l'assessore Francesco De Cicco, che si è detto preoccupato per i numerosi avvistamenti degli ungulati.

«Il fenomeno dei cosiddetti cinghiali urbani sta diventando un'emergenza anche per Cosenza, contro cui stiamo combattendo da settimane – ha detto De Cicco in una nota – La presenza di questi animali è stata registrata, in particolare, nel quartiere di via Popilia, allarmando i residenti. Ci siamo, quindi, immediatamente attivati avviando tutte le procedure necessarie per chiedere ed ottenere da parte della Regione Calabria l'autorizzazione ad avere la presenza sul territorio dei selettori».

De Cicco ha confermato di essersi attivato «in stretta sinergia con il sindaco Franz Caruso» sin dalle prime segnalazioni da parte dei cittadini: «Stiamo monitorando la situazione nell'intero perimetro urbano, consapevoli che la presenza dei cinghiali, che è una specie particolarmente invasiva e problematica, è da tempo, ormai, un pericolo in tutta la Calabria, su cui ci auguriamo la Regione intervenga con provvedimenti adeguati ed immediati a tutela della salute e della sicurezza pubblica oltre che a difesa dell'agricoltura, il cui comparto, che rappresenta un settore vitale per la nostra economia, sta subendo danni enormi».

L’assessore ha chiamato in causa i danni provocati alle coltivazioni e riferito come la loro presenza in aree urbane possa «provocare incidenti oltre a seri problemi di igiene, anche per via della loro presenza sempre più vicina alle abitazioni», e ha poi chiesto «l’urgente attuazione di un piano di contrasto migliore ed efficace alla ormai diffusa presenza dei cinghiali, promuovendo, per esempio un programma di sorveglianza sanitaria capillare ed un puntuale monitoraggio della specie». Da chiarire come questi "selettori" agiranno, e dove potranno effettivamente usare i fucili per procedere con gli abbattimenti.

La Regione Calabria ha, in effetti, firmato il cosiddetto “Piano di abbattimento cinghialenell’aprile del 2021, un protocollo che prevede l’impiego di selettori, appunto, per ridurre il numero «in forte aumento rispetto agli anni precedenti». Il piano disponeva «un’azione programmata in base alle caratteristiche delle aree, che sono prettamente costituite da territori non vocati alla specie cinghiale (Sus scrofa) limitrofi ad aree urbane con la vicinanza di strade anche a scorrimento veloce molto trafficate», e fissava a 11.000 gli esemplari da abbattere per riportare il numero dei cinghiali sotto una soglia ritenuta accettabile.

Proseguono, intanto, gli accertamenti e i monitoraggi partiti dopo il ritrovamento del cadavere di un cinghiale risultato positivo alla peste suina africana nelle zone limitrofe a Reggio Calabria. Il corpo è stato trovato a inizio maggio, come ha confermato l'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno: «Le analisi di laboratorio – ha detto il direttore sanitario dell'Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno con sede a Portici, Esterina De Carlo – sono state effettuate nell'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, sede di Catanzaro. Le analisi di laboratorio sono state effettuate nell'Istituto e il personale tecnico è già in stato di pronta disponibilità per affrontare l'emergenza. La Regione Calabria, i tecnici dell'Istituto e la struttura commissariale nazionale, sono già a lavoro per il contenimento della malattia».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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