18 Novembre 2022
16:12

Il cibo umido per animali domestici è dannoso per l’ambiente. Lo studio

Il cibo umido per cani e gatti è molto più dannoso per l'ambiente rispetto a quello secco. La scoperta è stata fatta da un team di ricercatori dell'Università di San Paolo che ha analizzato 938 diete di cani e gatti distinguendo alimenti umidi, secchi, e pasti fatti in casa.

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cane ciotola

Il cibo umido per cani e gatti è molto più dannoso per l'ambiente rispetto a quello secco. La scoperta è stata fatta da un team di ricercatori dell'Università di San Paolo, in Brasile, che ha rilevato che il cibo umido causa emissioni otto volte superiori a quelle del cibo secco. A tanto ammonta secondo i ricercatori l'impronta ecologica degli animali che vivono nelle nostre caso, o per meglio dire "zampata ecologica" nel caso specifico.

L'impatto degli alimenti degli animali che vivono con noi tende ad avvicinarsi a quello prodotto dalla nostra specie. «Il fatto che l'impatto della dieta dei nostri animali sia parificabile a quella umana è uno dei risultati del loro legame con la nostra specie. L'evoluzione dell'alimentazione è infatti strettamente connessa con l'evoluzione della relazione», conferma Maria Mayer, veterinaria esperta in nutrizione e membro del comitato scientifico di Kodami. Secondo l'esperta «il rapporto si è andato progressivamente intensificando: si diminuisce lo spazio e si stringe il legame. Relazione, infatti, vuol dire anche nutrizione: come per tutti i mammiferi cibo e amore, affettività, sono strettamente correlati».

Nel nuovo studio pubblicato su Scientific Report sono stati presi in considerazione diversi parametri in relazione alla produzione di alimenti per cani e gatti già usati per valutare quella umana, come l'emissione di gas serra e il consumo di suolo. Dall'analisi è emerso che la produzione alimentare è responsabile del 26% delle emissioni totali di gas serra antropogenici; mentre l'uso del suolo corrisponde al 24% delle emissioni. Le diete umide sono responsabili di un maggiore impatto ambientale per tutti i fattori, quelle secche il minore e le diete fatte in casa si sono collocate nel mezzo. Uno dei motivi principali è che il 90% delle calorie delle diete umide proveniva da ingredienti di origine animale, percentuale che si riduce al 45% nelle diete secche.

«Gli animali da compagnia sono considerati parte della famiglia e la loro popolazione è in crescita – hanno sottolineato i ricercatori – È necessario considerare l'impatto ambientale del cibo per animali domestici, poiché è significativo e la popolazione di animali domestici tende ad aumentare. Questa espansione della popolazione di animali domestici aumenta la domanda di prodotti di questo segmento, compresi gli alimenti». Un dato che era emerso anche nel mercato europeo, come conferma l'ultimo Rapporto Assalco Zoomark secondo cui l’aumento degli animali in famiglia si riflette in un consistente aumento della domanda di alimenti per cani e gatti.

L'aumento nel contesto extraeuropeo è ancora più marcato se letto in relazione al numero di animali. Secondo le ultime rilevazioni, i primi tre Paesi al mondo per popolazione canina sono gli Stati Uniti con 76,8 milioni di cani; il Brasile, 52,2 milioni; e la Cina, 27,4 milioni. Mentre per presenza di gatti i primi tre Paesi sono gli Stati Uniti, 58,4 milioni; la Cina, 53,1 milioni; e il Brasile 22,1 milioni.

In considerazione dell'alto numero di animali domestici, gli studiosi si sono concentrati proprio sul Brasile per la loro analisi che ha incluso 938 diete, 618 per cani (316 commerciali secche, 81 commerciali umide, 139 commerciali fatte in casa e 82 fatte in casa da siti web) e 320 per gatti (180 commerciali secche, 104 commerciali umide, 11 commerciali fatte in casa e 26 fatte in casa da siti web). In totale sono stati trovati 212 ingredienti sulle etichette delle diete o sui siti web, di cui il 46,2% di origine animale e il 53,8% di origine vegetale.

Prima della ricerca dell'Università di San Paolo poco si sapeva dell'impatto alimentare di cani e gatti. Uno studio ha osservato che l'impronta ecologica della popolazione cinese è equivalente a 70-245 milioni di cittadini cinesi, a seconda delle dimensioni dell'animale e della dieta consumata. Un altro studio condotto in Giappone ha osservato che l'impronta ecologica di un cane può essere simile a quella di un cittadino giapponese. Negli Stati Uniti, uno studio ha osservato che la popolazione canina è responsabile del 25-30% dell'impatto della produzione animale per quanto riguarda l'uso del suolo, dell'acqua e dei combustibili fossili.

La produzione di alimenti è responsabile di quasi un quarto dell'impatto ambientale e, pertanto, la sua importanza in termini di sostenibilità non dovrebbe essere trascurata neanche in relazione alla dieta degli animali domestici. Ancora di più alla luce delle nuove considerazioni scientifiche che hanno messo in luce come una parte rilevante del loro cibo è composta da ingredienti ad alto impatto ambientale.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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