Il castoro tra Campania e Molise: il video della scoperta. L’esperto: «Sembra non avere più frontiere regionali»

Una fototrappola ha ripreso per la prima volta un castoro al confine fra Campania e Molise, confermando ufficialmente la presenza dell'animale in sud Italia.

30 Marzo 2023
16:43
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Il castoro euroasiatico (Castor fiber) è ufficialmente stato avvistato anche in Campania e Molise lungo il fiume Volturno. Questa popolazione si aggiunge a quella scoperta a sorpresa qualche anno fa in Toscana grazie al fototrappolaggio e alle analisi genetiche condotte da Emiliano Mori e Andrea Viviano, dell’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri (CNR-IRET), e Giuseppe Mazza, del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria Difesa e Certificazione (CREA).

La conferma della presenza e l'annuncio sono merito dal naturalista Giovanni Capobianco e Gianmarco Cimorelli e sono inequivocabili: la ripresa è stata effettuata di notte e mostra un esemplare di spalle lungo le sponde del fiume Volturno con un grande cumulo di rami che fanno da sfondo la sua probabile tana. In una manciata di secondi il mammifero si getta in acqua e inizia a nuotare allontanandosi a gran velocità.

Il ritorno del castoro in Italia

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Segni del passaggio del castoro

Come avevamo già descritto su Kodami, il monitoraggio dell'animale in Italia era partito diverso tempo fa dopo l'avvistamento del primo castoro in territorio italiano. Ha attraversato il confine nel 2018 ed è stato soprannominato “Ponta” in onore di Renato Pontarini, il ricercatore del “Progetto Lince Italia” che da anni monitora e osserva il roditore che da allora nuota placido nelle acque di Tarvisio, in Friuli Venezia Giulia.

Successivamente, in seguito alla liberazione in natura non autorizzata di alcuni esemplari – avvenuta tra il 2017 e il 2018 non si sa bene come e a opera di chi – i roditori sono comparsi dal nulla anche in Toscana e hanno cominciato poi a riprodursi e a ripopolare lentamente i corsi di alcuni fiumi, come sta accadendo lungo il Tevere in provincia di Arezzo. Tra Toscana e Umbria e forse nel Lazio, si era quindi arrivati a stimare un totale di circa 50 o 60 individui in totale.

La scoperta in sud Italia

Ma a partire da ora, in seguito a questa scoperta, dovremmo rivedere questa cifra, localizzando il castoro molto più a sud rispetto ai vicini del centro Italia. Secondo quanto dichiarato dai ricercatori, questo roditore dall'inequivocabile comportamento di rosicchiatura dei tronchi di albero è stato trovato, e per la prima volta annunciato, in Molise e in Campania, nello specifico lungo il fiume Volturno, nelle province di Isernia e Caserta.

Infatti, a seguito della segnalazione di Angelo Casciano e Gianmarco Cimorelli (Presidente associazione Amici del Volturno e dei suoi affluenti fly club), i naturalisti Giovanni Capobianco e Gianmarco Cimorelli hanno effettuato un sopralluogo con riscontro di rosicchiature, posizionando quindi le fototrappole che hanno "catturato" il roditore. Anche in questo caso, ricercatori non credono si tratti di una popolazione naturale relitta, ma credono sia il frutto di rilasci multipli che a questo punto sono avvenuti in diverse regioni.

Quanti castori ci sono tra Campania e Molise?

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Luogo dove è stata posizionata la fototrappola

Le ricerche condotte negli ultimi giorni nelle aree coinvolte del sud Italia, confermano la presenza di almeno un nucleo familiare. I numeri potrebbero essere anche ben più alti, considerando che i ricercatori ricevono costanti segnalazioni da altre aree. I ricercatori spiegano «Non è facile comprendere quanto sia interessata la penisola, purtroppo da una parte abbiamo a che fare con enti poco preparati e spesso inconsapevoli di questa presenza. Dall’altro, abbiamo spesso a che fare con allarmismi e segnalazioni spesso inventate, che devono tuttavia essere validati o smentiti».

Andrea Viviano ed Emiliano Mori del gruppo di studio Rivers With Beavers affermano inoltre che «Negli ultimi mesi, siamo riusciti a confermare il ritorno del castoro nei punti più a sud del mondo ancora una volta grazie ad un pescatore, ben più vigili e attenti al territorio. Possiamo solo immaginare quanto espanso sia attualmente l'areale del castoro, le nostre certezze stanno svanendo e stiamo riconsiderando molti quesiti che ci siamo posti»

Una sfida sulla strada della convivenza

Viviano, che a Kodami aveva spiegato quanto il castoro possa rappresentare una risorsa per la biodiversità italiana, aggiunge «Quello che possiamo desumere allo stato attuale, è che la presenza del castoro sul territorio Nazionale non è casuale. Lo stiamo ritrovando in aree ad elevata naturalità e poco impattate dall’azione dell’uomo, mantenendo un ambiente tale da consentirne la sopravvivenza e la riproduzione. Questo è stato confermato anche a seguito di un intensivo monitoraggio condotto grazie a due borse di studio finanziate dall’Associazione Teriologica Italiana in Emilia-Romagna, dove non è stato riscontrato alcun segno di castoro».

Emiliano Mori conclude invece evidenziando che, scoperto il ritorno dei castori in Italia ormai, «Si presenta una bella sfida gestionale per le istituzioni, che dovranno considerare gli attuali comunicati emessi per le prime regioni coinvolte, Toscana e Umbria. Infatti, saranno messe a punto azioni di contrasto, mediante rimozione degli individui di castoro dall’ambiente naturale, immessi in maniera non autorizzata e ritenuti un possibile pericolo per l’uomo e l’ambiente, sebbene gli studi sulla popolazione centro-italiana abbiano per adesso messo in luce solo vantaggi legati alla loro presenza».

Quindi, quanto è espanso il castoro nella nostra penisola, quali sono le possibili implicazioni? Sono le domande a cui cercheranno di dare una risposta i ricercatori del CNR-IRET e del Crea-DC di Firenze.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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