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13 Ottobre 2022
13:02

Il Castagneto di Granaglione entra nei Centri nazionali per lo studio e la conservazione della biodiversità

Il Castagneto di Granaglione, nel Comune di Alto Reno Terme, in provincia di Bologna ha ottenuto un riconoscimento molto importante tenendo conto che di questi Centri ce ne sono solo otto. L'obiettivo principale è la conservazione di specie per la salvaguardia della biodiversità e degli ecosistemi forestali presenti.

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Dieci ettari incontaminati in cui addentrarsi per ammirare ben 14 tipi di castagno da frutto e 4 da legno e per poi trovare nella xiloteca, una collezione di specie legnose da ogni parte del globo, 30 essenze erboree autoctone.

È questa in breve, ma c’è molto di più, la descrizione del Castagneto didattico-sperimentale di Granaglione nel Comune di Alto Reno Terme, in provincia di Bologna. Un luogo di tale interesse da essere insignito del titolo di Centro nazionale per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale.

Il castagneto entra così nell’elenco nazionale dei boschi dove si studia e si lavora alla conservazione della biodiversità forestale. Un riconoscimento molto importante, visto che fino a oggi, di questi centri ce ne sono solo otto.

Oltre a Granaglione, ci sono l'area di Pieve Santo Stefano in provincia di Arezzo, il Bosco Fontana a Mantova e il Peri a Verona, che sono stati i primi a ottenere il riconoscimento.

Dopodiché sono arrivati anche l'Istituto per la Protezione sostenibile delle Piante del Cnr-Isps di Torino, il Centro di ricerca foreste e legno del Crea di Arezzo, il Laboratorio Semi dell'Università di Firenze, il Centro regionale di Castanicoltura del Piemonte di Chiusa di Pesio sempre in provincia di Torino.

I centri hanno come obiettivo principale la conservazione di specie e provenienze forestali importanti per la salvaguardia della biodiversità e degli ecosistemi forestali presenti. Ma, al contempo, curano specifiche attività di studio e modalità di conservazione del germoplasma forestale, ovvero il corredo genetico di una determinata specie, di importanza scientifica e di riferimento nazionale.

Il mantenimento del Castagneto di Granaglione durante tutto l’anno è affidato alle cooperative Campeggio di Monghidoro, Beltaine e Valreno che garantiscono la produzione di farina derivata dalle castagne e le castagne essiccate ad aria trasformate in granulato per la produzione del birrificio Beltaine.

Entrando in questo ecosistema forestale unico, si troveranno aree diverse. C’è il Castagneto tradizionale, impiantato a inizio Novecento e il Castagneto monumentale, con maestose piante ben distanziate fra loro.

Poi c’è il Castagneto sperimentale da legno e quello sperimentale da frutto con dodici varietà di castagne e due varietà di marroni. Quindi c’è il Castagneto ri-naturalizzato, popolato da castagno ceduo, pino nero, pioppo, ciliegio selvatico, abete bianco, in cui è presente anche una sorgiva che termina in un invaso, e il Bosco misto ceduo dove sono presenti quercia, carpino e castagno selvatico.

Oltre all’attività principale, ce ne sono anche di collaterali: l'apicoltura per la produzione del miele di castagno e la raccolta dei prodotti del sottobosco che crescono in maniera spontanea.

Ma c'è anche l'importante progetto di ricerca avanzata “Castagni parlanti” o “Treetalker”. Grazie all’applicazione di sensori sui castagni che raccolgono e trasferiscono dati e parametri ambientali importanti, è possibile realizzare una gestione forestale più efficiente, riuscendo a misurare la quantità di CO2 assorbita e sequestrata dalla pianta, o a valutare dal colore delle foglie lo stato di stabilità dell’albero.

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Simona Sirianni
Giornalista
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