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15 Maggio 2023
15:33

Il cane Giacomino sta male: a Grottaglie c’è tanta apprensione per il cane di quartiere amato da tutti

Un cane di quartiere diventato un perno della vita sociale cittadina: Grottaglie in apprensione per la salute di Giacomino, noto come "il Principe".

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Ha quasi 14 anni e tanti acciacchi dovuti all’età. Da alcuni giorni sembra più debole, come se avesse esaurito le energie. Sono ore di apprensione a Taranto per la salute di Giacomino, un cane di quartiere famoso a Grottaglie, in provincia di Taranto, dove si è guadagnato l’appellativo di “Principe” e di “Sindacane”. Qualcuno gli attribuisce anche il ruolo di “cane delle processioni” ma, in realtà, ha lasciato questo “incarico” a un altro “collega” a quattro zampe: «Il cane delle processioni adesso è Rocky – ci spiegano alcuni cittadini – ma anni fa anche Giacomino seguiva questi appuntamenti».

Fatto sta che a Grottaglie la tradizione di avere degli animali di quartiere che accompagnano cerimonie civili e religiose non è affatto strana. Da qualche giorno qualcosa, però, non sta andando come sempre. Giacomino, che già da tempo accusava piccoli problemi di salute derivanti dall’età e da un’alimentazione poco controllata, è crollato su quel basolato che è stato per lui una cuccia per tanti sonnellini.

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Una condizione che nello scorso fine settimana ha suggerito il ricovero in clinica, dopo l’intervento del personale veterinario della ASL allertato da alcuni cittadini: «Giacomino ha problemi articolari – riportano degli utenti sul gruppo Facebook “Giù le mani da Giacomino e company” – ne siamo consapevoli, ha una certa età, quasi 14 anni, e anche questo lo sappiamo. La cosa che preoccupa è l'addome che è teso e gonfio. Stanno per fare un'ecografia e, se non sarà chiara, servirà una TAC per valutare di cosa si tratta. Ho detto al veterinario che, se dovesse essere qualcosa di curabile, lo assisteremo in tutto. Se si trattasse, invece, di una forma tumorale, chiederemo di portarcelo subito, già domani mattina, dove procederemmo con la terapia ad hoc, perché deve stare a casa sua dove tutti potrete vederlo. Incrociamo le dita».

Giacomino nella mattinata di lunedì è stato dimesso e sta un po’ meglio. In questo momento è stato affidato ai volontari ma sarà presto riportato in paese, dove ha passato tutta la sua vita: «In un primo momento si era temuto per qualcosa di grave – racconta la referente ANPA Grazia Parisi a Kodami – Ha un’artrosi, non sta in canile ma in una stanza gestita da noi volontari. Sta bevendo regolarmente. Su indicazione del veterinario ho ordinato i farmaci per curare l’artrosi e farlo dimagrire. È importante fare attenzione all’alimentazione. Non bisogna dargli da mangiare tutto ciò che capita. Capisco che è una proiezione dell’amore ma questo non gli farà bene. Possiamo comunque rassicurare tutti, Giacomino tornerà tra la sua gente».

Del resto la storia di Giacomino si intreccia con quella di altri cani di quartiere che a Grottaglie hanno trovato rispetto e affetto: «La sua storia è un po’ romantica ma vera – continua a spiegarci Grazia Parisi – Grottaglie è una città animalista e siamo orgogliosi di questo. Ama i suoi cani di quartiere. Tutto è cominciato con Biancone. Lo amavano tutti ed era chiamato “il Re di Grottaglie”. La città è cambiata con la sua presenza, riuscendo a ricevere l’affetto anche di chi non amava gli animali. Anche lui accompagnava le processioni. Nel 2014 Biancone smise di seguire le cerimonie religiose, perché non riusciva più ad andare ad avanti e come in una staffetta lui uscì e Giacomino entrò. Così quest’ultimo fu soprannominato “il Principe di Grottaglie”, perché aveva sostituito "il Re". Poi “il Sindacane” perché si sedeva all’ingresso del Consiglio Comunale durante le sedute».

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Grazia Parisi, referente di ANPA, con Giacomino in una foto di qualche anno fa

La storia dei cani di quartiere a Grottaglie annovera in realtà tanti protagonisti: «C’è stata per esempio Macchia, che faceva parte di un branco – continua a raccontarci la referente ANPA – noi chiamavamo questo gruppo “la famiglia”, perché era composto dalla madre, due figli e una “comarella” (termine utilizzato nelle regioni meridionali per indicare la levatrice o la madrina che è vicina alla famiglia, ndr). Sono morti piano piano, oggi di quel piccolo branco è rimasta solo Bianca, la “comarella”. Anche questo gruppo era molto amato. A Grottaglie non fanno proteste per le tasse ma, se qualcuno tocca i cani, la gente scende in piazza.  Gli animali riescono a essere un veicolo emozionale potentissimo». Nel 2022 vi avevamo raccontato la storia di Pumo: in quell'occasione il Vicesindaco di Grottaglie ci aveva spiegato che i cani liberi sono «parte del sistema sociale cittadino».

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Macchia, è stata uno dei cani di quartiere di Grottaglie

Giacomino sarà presto affidato di nuovo a Silvia Vestita, la ragazza che lo assiste come cane di quartiere e che gli offre un tetto dove dormire ogni notte. Il nostro augurio è che Giacomino possa tornare più forte di prima in quella che è diventata la sua casa, il centro della città di Grottaglie. Allo stesso modo speriamo che l’esempio di questa località pugliese, famosa per la produzione di oggetti in ceramica, possa ispirare tante altre comunità verso il rispetto per gli animali. Così come avvenuto in tante altre città italiane dove gli animali di quartiere sono diventati dei veri e propri simboli in cui riconoscersi e identificarsi.

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Roberto Maggi
Giornalista
Sono nato a Bari nel 1985. Sono un giornalista, fotografo e videomaker. Amo raccontare storie di animali sia con le parole che con le immagini. Sono laureato in giurisprudenza e da anni seguo la cronaca locale in Puglia. Amo tutti gli animali, ma in particolar modo i gatti. Faccio spesso amicizia con loro quando viaggio con la mia moto.
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