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15 Luglio 2022
11:34

Il Canada verso la fine degli allevamenti di animali da pelliccia

Il Canada ha presentato un disegno di legge nazionale per vietare gli allevamenti degli animali da pelliccia. Secondo un recente sondaggio, il 74% dei canadesi sostiene la proposta di divieto nazionale, soprattutto per ragioni etiche e di salute pubblica.

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Il Canada, paese in cui fino a una decina di anni fa venivano uccisi ogni anno più di tre milioni di animali per la loro pelliccia, il 9 febbraio 2022 ha presentato per la prima volta nella sua storia un disegno di legge nazionale (Bill C-47) per vietarne gli allevamenti. Sono diversi anni che il numero di produttori è in forte calo, basti pensare che nel 2011 erano 347, mentre l’anno scorso sono diminuiti a 97. Così come il numero degli allevamenti, anche il numero degli animali uccisi a tale scopo è diminuito, soprattutto quello di volpi e visoni. Secondo un recente sondaggio, inoltre, il 74% dei canadesi sostiene la proposta di divieto nazionale, soprattutto per ragioni etiche e di salute pubblica.

Ci sono molti problemi relativi alla pratica dell’allevamento di animali da pelliccia che ad oggi impiegano poche persone e esistono spesso solo grazie ai sussidi governativi. Il costo ambientale inoltre è molto elevato, poiché il deflusso proveniente da essi può causare la fioritura di alghe blu-verdi nei corsi d’acqua vicini, inquinandoli e portando malattie ad altre specie, uomo compreso.

Per quanto riguarda il benessere degli animali allevati non può dirsi di certo soddisfatto all’interno degli allevamenti. Il visone, ad esempio, è un piccolo carnivoro che appartiene alla famiglia dei mustelidi, di cui fanno parte anche il tasso e la lontra, mentre i suoi parenti più stretti sono la martora e la puzzola. In natura i visoni vivono in boschi e foreste, vicino a corsi d’acqua, dove trascorrono fino al 60% del loro tempo e sono animali solitari. Nelle fattorie le gabbie soddisfano gli standard minimi legali, più o meno 1 metro per un metro. Le femmine, fecondate artificialmente, partoriscono due volte l’anno, con cucciolate fino a dieci cuccioli, che affollano ulteriormente la gabbia, una situazione di disagio estremo può portare a episodi di cannibalismo.

Infine il rischio per la salute pubblica, soprattutto a seguito della pandemia di Covid-19, è stato sempre più crescente. Dal momento in cui i visoni sono stati infettati dal virus, altri animali, lavoratori agricoli e soggetti che sono stati a contatto con questi allevamenti sono stati esposti a rischio di contagio. Così, i paesi scandinavi, dell’Europa e del Nord America hanno deciso di eliminare gli animali che erano in questi posti: nel 2020 la Danimarca è diventata una fossa comune per circa 17 milioni di visoni.

L’abbandono da parte delle case di moda più importanti, data la pressione dei consumatori e delle organizzazioni animaliste, che chiedono maggiori tutele per gli animali allevati per la loro pelliccia è stato un grande incentivo per la definitiva chiusura degli allevamenti di questi animali in molte parti del mondo.

Ad oggi 22 paesi in Europa hanno fatto grandi passi verso un futuro senza pellicce, dai divieti di produzione completi a normative di settore più severe. L’Irlanda, per esempio, è stato l’ultimo paese a vietarne l’allevamento e dopo la chiusura degli ultimi tre allevamenti di visone prevista entro quest’anno potrà definirsi totalmente fur-free.

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