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13 Settembre 2022
10:10

I primi risultati della fecondazione assistita del rinoceronte bianco settentrionale sono promettenti

Il progetto di conservazione BioRescue iniziato nel 2019 consiste nell'utilizzo della fecondazione assistita per salvare il rinoceronte bianco del nord dall'estinzione. In questi ultimi mesi dato i suoi primi frutti parziali: in 3 anni gli scienziati sono riusciti a produrre 22 embrioni e il prossimo passo è impiantarli in delle madri surrogate.

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Lo stato di conservazione del rinoceronte bianco settentrionale (Ceratotherium simum cottoni) è letteralmente appeso a un filo e l'ultimo atto estremo degli scienziati per preservare questa sottospecie è stato ricorrere alla fecondazione assistita. A tre anni dall'inizio del progetto arriva un comunicato stampa sui primi risultati parziali e sembrano promettenti.

Riuscire a salvare una popolazione ridotta a soli due individui, per di più femmine, è un'impresa impossibile. Per questo motivo gli scienziati del progetto BioRescue, coadiuvati da un team dall'Università di Padova, ha optato per l'ultima spiaggia della conservazione, la fecondazione assistita.

La storia degli ultimi rinoceronti bianchi settentrionali

Sembra una storia post-apocalittica: siamo gli unici individui rimasti e tutti gli sforzi per cercare altri sopravvissuti sono falliti. Sulle nostre spalle pesa il destino dei nostri simili. Sfortunatamente, però, non è un'invenzione cinematografica, ma la realtà. La storia del rinoceronte bianco settentrionale o del Nord, una sottospecie del rinoceronte bianco, è già tristemente nota al pubblico da alcuni anni e sulle pagine di Kodami è possibile trovare diversi articoli a riguardo. Il mammifero è definito dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) come probabilmente estinto in natura, dato che attualmente si conoscono solo due femmine che vivono al Ol Pejeta Conservancy, una riserva naturale protetta del Kenya.

I tentativi di far riprodurre questi due individui di Ceratotherium simum cottoni in passato non sono andati a buon fine e dopo la morte dell'ultimo maschio, Angalifu, il destino della sottospecie era ormai segnato. Un gruppo di scienziati, però, non ha voluto demordere. Il team composto da ricercatori Leibniz Institute for Zoo and Wildlife Research, del Safari Park Dvůr Králové, del Kenya Wildlife Service e della Ol Pejeta Conservancy, ha intrapreso un progetto di conservazione per prelevare gli ovociti delle femmine in Kenya e creare degli embrioni al fine di preservare questa sottospecie dall'estinzione e il progetto ha preso il nome di "BioRescue".

A dicembre del 2019 ben quattordici ovociti sono stati prelevati con successo da Fatu, una delle due femmine di rinoceronte bianco settentrionale ancora in vita. Gli ovociti poi sono stati trasferiti al laboratorio di Avantea di Cremona. Qui sono stati fecondati artificialmente con i semi conservati di Sumi, un rinoceronte bianco settentrionale maschio che era scomparso anni prima di Angalifu. I due nuovi embrioni prodotti sono poi stati impiantati in alcune femmine di rinoceronte bianco meridionale (Ceratotherium simum simum) che hanno fatto da madri surrogate.

L'evoluzione del progetto BioRescue

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L'andamento del progetto, però, è stato piuttosto altalenante, con numerosi pause in cui i ricercatori hanno dovuto valutare le implicazioni etiche. Il 28 luglio 2022, presso Ol Pejeta Conservancy in Kenya, il team di BioRescue è stato in grado di raccogliere 23 ovociti da Fatu. La maggior parte degli ovuli viene proprio da questa femmina poiché le raccolte di ovociti di Najin, la madre di Fatu, sono state interrotte nel 2021 a seguito di una valutazione approfondita del rischio medico-veterinario.

Gli ovociti sono stati immediatamente trasportati al laboratorio di Cremona e, dopo la maturazione, 7 degli ovociti sono stati fecondati utilizzando gli spermatozoi crioconservati dal defunto Angalifu. Alla fine di questa procedura, dunque, 5 embrioni di Fatu sono stati prodotti con successo e criopreservati in azoto liquido.

A questa raccolta di ovuli ha fatto seguito un'altra nuovamente nello stesso luogo, prelevando, questa volta, 16 ovociti. Gli embrioni prodotti con questa nuova operazione sono stati 3, utilizzando nuovamente gli spermatozoi di Angalifu. I risultati positivi di entrambe le procedure hanno aumentato il numero totale di embrioni prodotti a 22. Questi saranno i futuri individui che, forse un giorno, torneranno al loro ruolo ecologico di grandi erbivori dell'Africa Centrale.

Riguardo l'intera vicenda Thomas Hildebrandt, responsabile del progetto e capo del team di ricerca del Leibniz Institute, afferma: «Nel 2019, un giorno prima di raccogliere i primi ovociti dei rinoceronti bianchi del nord, abbiamo detto "domani cambieremo il mondo". Oggi posso dire che l'abbiamo fatto. In totale, siamo riusciti a produrre e crioconservare 22 embrioni da 158 ovociti raccolti durante 10 missioni».

Riguardo a quale sarà il futuro del progetto, invece, Thomas Hildebrandt aggiunge: «Il nostro prossimo obiettivo è quello di produrre con successo prole vitale utilizzando nuovi metodi e tecniche di trasferimento degli embrioni. Il lavoro scientifico innovativo che stiamo stabilendo qui getterà le basi per le future iniziative di conservazione».

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