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10 Settembre 2022
11:00

I predatori oceanici sfruttano le correnti anticicloniche per cacciare

I predatori oceanici sfruttano le correnti degli anticicloni per cacciare. Il fenomeno è spiegato dall'abbondanza delle prede che si concentrano proprio grazie a queste correnti.

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Quando si parla di pesci predatori oceanici si pensa subito agli squali, ma non sono gli unici. Anche i tonni cacciano in queste vaste distese d'acqua e secondo un recente studio i due predatori sono accomunati da una cosa: entrambi sfruttano le correnti causate dai venti anticiclonici per predare.

Chi avrebbe mai detto che tonni e squali potessero avere qualcosa in comune, ma non sono gli unici a sfruttare queste particolari correnti marine a proprio vantaggio. Un nuovo studio condotto dagli scienziati della Woods Hole Oceanographic Institution e della Washington University of Applied Physics Laboratory  pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature, rileva che molti predatori marini si aggregano in mulinelli oceanici anticiclonici che ruotano in senso orario e si muovono con essi, trovando sul loro tragitto un'incredibile quantità di prede.

Oltre a tonni e squali esistono molti altri predatori marini. Il pesce spada e il marlin sono due ottimi esempi e anche loro "surfano" le vorticose correnti dei mulinelli anticiclonici per approfittare dell'abbondanza di cibo che si aggrega proprio grazie a questo fenomeno naturale. Quando parliamo di cicloni e correnti oceaniche, però, bisogna fare molta attenzione. L'immaginario collettivo è cosparso di immagini cinematografiche di tornado che devastano città e vortici marini che risucchiano le navi. In realtà stiamo parlando di normali eventi atmosferici.

Sono detti cicloni i vortici di aria che ruotano intorno ad una zona di bassa pressione tentando di raggiungerne il centro. L'aria si muove secondo un fenomeno chiamata "convergenza ciclonica" e, nel nostro emisfero, girano in senso antiorario. Al contrario gli anticicloni sono gli enormi vortici di aria che ruotano intorno ad una zona di alta pressione tentando di allontanarsene con un movimento chiamato "divergenza anticiclonica". Diversamente dai cicloni, gli anticicloni nel nostro emisfero girano in senso orario. Se ci trovassimo nell'Emisfero Australe, invece, le rotazioni sarebbero invertite.

Bisogna tenere presente che questi sono grandi spostamenti d'aria e chiaramente hanno effetti evidenti sull'ambiente circostante, compreso il mare e l'oceano sottostante. Insieme alle correnti aree, infatti, si generano anche correnti marine che, proprio come quelle d'aria, so muovono in senso orario e antiorario. La ricerca del team statunitense aggiunge anche un ulteriore dettaglio: nei mulinelli d'acqua che si formano con le correnti anticicloniche si accumulano un grande quantitativo pesci e altri organismi oceanici.

A questo punto la questione si fa interessante: è possibile che, data la grande abbondanza di cibo, i predatori possano sfruttare queste correnti per cacciare? A questa domanda risponde lo studio che p durato per più di 20 anni e si è concentrato sull'abbondanza di pesci del North Pacific Subtropical Gyre, una vasta regione oceanica ricca di pesci predatori.

I pesci studiati facevano parte di diverse comunità animali e il team di ricerca ha valutato predatori che variavano per latitudine, profondità oceanica e fisiologica. I ricercatori hanno indagato, poi, i modelli di cattura dei predatori rispetto alle correnti oceaniche, concludendo che sono proprio queste a influenzare la rete alimentare degli ecosistemi oceanici. Questa scoperta suggerisce una relazione fondamentale tra le opportunità di foraggiamento dei predatori e le leggi fisiche che governano gli spostamenti delle grandi masse d'acqua.

Dunque, un'interessante relazione biologico-fisica su scala globale che ha delle ricadute su comunità di milioni di organismi e che, purtroppo, anche se appena scoperta è già in pericolo. Inevitabilmente l'uomo sta sovvertendo anche queste condizioni tramite il cambiamento climatico e per questo motivo sarà fondamentale studiare ancora questi fenomeni per capire come in futuro potremo risolvere anche questo problema.

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