«I Pitbull di Eboli possono fare un percorso di recupero». Parla il veterinario dell’Asl di Salerno

Il destino dei Pitbull coinvolti nella morte del piccolo Francesco Pio D'Amaro, il bimbo di 15 mesi morto a Eboli, è incerto. Per fare chiarezza abbiamo parlato con il responsabile dell'Unità Operativa Veterinaria dell'Asl di Salerno per il distretto di Eboli-Battipaglia.

30 Aprile 2024
14:27
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Intervista a Luigi Morena
Responsabile dell'Unità Operativa Veterinaria dell'Asl di Salerno per il distretto di Eboli-Battipaglia
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I Pitbull di Eboli [immagini esclusive di Kodami]

Cosa accadrà ai Pitbull coinvolti nella morte del piccolo Francesco Pio D'Amaro, il bimbo di 15 mesi morto a Eboli? Tra pochi giorni terminerà il fermo sanitario per i due cani, Totò e Pablo, ma il loro destino è ancora incerto. Le possibilità sono diverse, e non è escluso nemmeno il ritorno agli umani di riferimento.

Abbiamo chiesto a Luigi Morena, responsabile dell'Unità Operativa Veterinaria dell'Asl di Salerno per il distretto di Eboli-Battipaglia, di spiegarci cosa accadrà adesso: «Come Asl abbiamo messo gli animali sotto sequestro sanitario, e il magistrato lo ha avallato. Quando questo termine sarà concluso la decisione sul loro destino spetterà a lui. In ogni caso siamo decisi a chiamare un veterinario comportamentalista».

Il medico veterinario esperto in comportamento si occupa delle problematiche del comportamento del cane. Si tratta di una figura di cruciale importanza soprattutto in casi come quello avvenuto a Eboli, per poter capire cosa ha innescato l'aggressione dei cani sul bambino. Il compito dell'esperto è anche quello di andare a lavorare sul cane, insieme a un istruttore cinofilo, per mettere in atto un intervento emendativo all'interno di un percorso di riabilitazione.

«I cani non saranno abbattuti e che debbano lavorare con un esperto specializzato per il loro recupero è sicuro – sottolinea Morena – Stabilire ora dove e quando accadrà è più complesso. Non dipende solo da noi: le decisioni in questo caso devono trovare riscontro da parte della Procura e del Criuv, il Centro di Riferimento regionale per l'Igiene Urbana Veterinaria in Campania».

Escluso il ricorso all'eutanasia, le alternative per gli animali sono diverse, compreso il ritorno in casa: «Per poter essere riaffidati alle persone che li detenevano prima questi avranno l'obbligo di seguire un percorso con un veterinario comportamentalista del Criuv. La legge prevede che le persone che hanno cani già segnalati come mordaci o pericolosi frequentino all'Asl di riferimento un corso per la corretta gestione degli animali».

I due cani sono intestati a due persone diverse: gli ex coniugi Gaia Sabato e Fabio Fiorillo, ma nessuno dei due al momento ha fatto richiesta per rivederli o riottenerne l'affido.

La seconda opzione sul tavolo del magistrato è affidare i cani a un'associazione o ente che possa aiutarli nel loro percorso. In tal senso si sono già fatti avanti diversi attivisti per i diritti degli animali. «Ci sono diverse associazioni disponibili a occuparsi dei cani – conferma il responsabile dell'Asl – E sarebbe la soluzione più opportuna anche per evitare futuri incidenti».

C'è poi una terza strada: il fine pena mai. Lo sanno bene i cani di Satriano, gli unici condannati per la morte della ventenne Simona Cavallaro. Il caso della giovane ferita a morte da un gruppo di 13 cani da Pastore mentre si trovava nell'area picnic della pineta di Satriano, in provincia di Catanzaro, sconvolse l'Italia. A distanza di 3 anni, il pastore responsabile dei cani è stato condannato con rito abbreviato a 3 anni di reclusione, mentre i cani pur non essendo mai stati posti ufficialmente sotto sequestri si trovano ancora rinchiusi in canile, senza alcuna possibilità di uscire.

Il rischio è che lo stesso accada con Totò e Pablo, eppure per loro una speranza di ritorno alla società può esistere, lo ha spiegato il veterinario Giovanni Ferrara alla direttrice di Kodami e istruttrice cinofila Diana Letizia che si è recata in canile per conoscere i due animali.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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