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14 Febbraio 2023
16:21

“I milioni di Gunther”, la controversa storia del cane più ricco del mondo in una docuserie Netflix

In una serie Netflix la bizzarra e a tratti nebulosa storia di Gunther, il "cane più ricco del mondo". Che è più la storia di Maurizio Mian, imprenditore toscano che si occupa di lui e della società a lui intestata.

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Una celebrità che potrebbe rivaleggiare, in termini di patrimonio, con alcuni tra i più noti ereditieri al mondo: il Pastore Tedesco Gunther VI è stato ribattezzato "il cane più ricco al mondo", e la sua storia così particolare alla fine è diventata una serie tv che ha debuttato di recente su Netflix.

La serie s'intitola "I milioni di Gunther", e in quattro episodi mostra la vita all'insegna del lusso vissuta dal cane. Che, secondo la storia che si tramanda ormai da un ventennio, è il 34esimo del suo lignaggio, erede della fortuna della contessa tedesca Karlotta Leibenstein. Ricchissima e senza figli, alla sua morte, nel 1992, nominò l'amato Pastore Tedesco (all'epoca Gunther III) erede di gran parte dei suoi averi, circa 80 milioni di dollari.

La gestione di Maurizio Mian dietro i milioni di Gunther

Nel testamento, la contessa lasciò scritto di utilizzarli per assicurare al cane e ai suoi eredi le migliori condizioni di vita, e venne così istituito un fondo gestito dalla Gunther Corporation, società di produzione multimediale con sede a Pisa di cui il cane è effettivamente amministratore delegato. Tra i manager italiani che lo gestiscono, e che nel corso degli anni si sono occupati di prendersi cura di tutti i vari "Gunther" che si sono succeduti, c'è Maurizio Mian, l'imprenditore pisano che nella primavera del 2002 acquistò il Pisa (operazione che si rivelò poi un fallimento) e nel 2006 anche la società calcisticaUnione Sportiva Città di Pontedera.

Gunther ha trascorso parte della sua vita nella lussuosa villa di Miami comprata da Mian da Madonna per la cifra record di 7,5 milioni di dollari, magione venduta poi a inizio 2022 per il quadruplo della cifra pagata. Gunther e Mian, a quel punto, si sono trasferiti in Italia, e la miniserie racconta proprio questi movimenti, il modo in cui il cane è entrato – solo sulla carta – in possesso del suo patrimonio e quello in cui viene amministrato.

Il concetto di "lusso", così estraneo all'etologia del cane

Nel corso degli episodi, inoltre, viene mostrato lo stile di vita all'insegna del lusso in cui il cane viene fatto suo malgrado vivere: pasti preparati da uno chef privato, cameriera e maggiordomo personali, una lunga serie di professionisti che si occupano del suo benessere e della sua cura e guardie del corpo. Un racconto che si intreccia inevitabilmente con la vita di Mian, che proprio su Gunther e sulla sua celebrità ha creato un allevamento di Pastori Tedeschi. E che è di fatto l'unico che gode, nel concreto e in modo consapevole, dei benefici derivanti dal denaro, mentre il cane viene messo al centro di uno show finalizzato ad alimentare un business basato sul suo sfruttamento e sull'intrattenimento.

Il concetto di "lusso", infatti, ben poco si sposa con i bisogni e le motivazioni di un cane, che non trae alcun beneficio aggiuntivo nell'avere uno stuolo di chef o maggiordomi al suo servizio, e che potrebbe in realtà trovarsi più a suo agio vivendo per strada, come cane libero, o in una casa ben più modesta ma condivisa con persone che hanno a cuore il suo benessere non soltanto a livello materiale, ma anche affettivo.

La controversa clonazione di Gunther

A queste considerazioni si aggiungono poi quelle derivanti dalla dichiarazione finale di Mian, ovvero la clonazione di uno dei Gunther, scelta fatta per avere certezza di avere "copie identiche" di quello che per l'imprenditore è un cane perfetto. Di clonazione nel mondo animale si è parlato moltissimo sin da quando venne diffusa la notizia di quella della pecora Dolly, il primo mammifero clonato con successo.

Dopo di lei molti altri animali sono stati clonati, per ragioni e motivazioni molto diverse tra loro. Nel campo della zootecnia la clonazione ha avuto massiccia applicazione, visto che riuscire a riprodurre cavalli, pecore o vacche con un preciso corredo genetico può essere estremamente vantaggioso e utile ai fini commerciali e della conservazione di alcune precise caratteristiche fisiche o biologiche. Lo stesso principio applicato a Gunther, e che è ben diverso da quello per cui la clonazione potrebbe essere importante per la conservazione di specie ad altissimo rischio estinzione o addirittura per riportare indietro quelle estinte.

Nel caso di Gunther, come detto, nella clonazione c'è ben poco di conservazionistico, quanto meno a livello universale: Mian, che alleva Pastori Tedeschi, ha sperimentato molto con accoppiamenti geneticamente perfetti per preservare le caratteristiche di Gunther, e la clonazione è stata l'evoluzione di questi esperimenti. A questa controversa pratica si aggiunge la spettacolarizzazione della vita di ignari animali, diventati loro malgrado eredi, nel corso del tempo di una serie di investimenti in alcuni casi piuttosto nebulosi, e sfruttato per produrre una serie tv di intrattenimento.

Purtroppo, per le sue caratteristiche, la razza del Pastore Tedesco è tra le più sfruttate dalla televisione e dall'industria dell'intrattenimento. Come ha raccontato in un video l'istruttore cinofilo e membro del comitato scientifico di Kodami, Luca Spennacchio.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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