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22 Febbraio 2024
15:07

«I lupi ibridi non sono più pericolosi di quelli puri»: l’analisi dell’esperto

Dopo la notizia della morte del 73enne di Bressanone con ferite provate da un canide si è riaccesa la paura nei confronti dei lupi. Parlando con un esperto di questa specie abbiamo analizzato i miti più diffusi su questo animale.

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Intervista a Marco Antonelli
Divulgatore ed esperto di conservazione del lupo
lupo

Il 73enne Albert Stocker, trovato in gravissime condizioni a Bressanone il 18 dicembre e morto il giorno successivo, non è stato ucciso da un canide. Lo conferma l'autopsia eseguita sul corpo dell'uomo, il cui esito è stato reso pubblico dalla Procura di Bolzano.

«Le lesività cutanee riscontrate appaiono ascrivibili ad azione di fauna, verosimile canide, in virtù della presenza di escoriazioni figurate suggestive di morso animale – si legge nella nota – Tali lesioni, in ogni caso, si sono rilevate piuttosto superficiali, ovvero non interessavano strutture vascolari/nervose di significativa importanza vitale e, pur avendo permesso una certa perdita ematica per lesione di vasi periferici, non appaiono compatibili con la produzione di uno shock emorragico».

L'uomo è morto per assideramento, e non per l'intervento di un cane o di un lupo come inizialmente ipotizzato. Subito dopo il ritrovamento del corpo sono infatti iniziate le speculazioni di politi ed esperti circa le cause della morte, riaccendendo la psicosi di cui Kodami ha parlato in un video approfondimento. L'indice è stato immediatamente puntato verso i lupi e gli ibridi, cioè individui con una percentuale di dna appartenenti al cane.

Ne abbiamo parlato con Marco Antonelli, divulgatore ed esperto di conservazione del lupo che ha smontato alcune delle credenza più diffuse.

Cosa si intende per "lupi ibridi"?

Gli ibridi sono il risultato dell'accoppiamento tra lupo e cane, animali che dal punto di vista biologico appartengono alla stessa specie e possono quindi riprodursi. Parliamo di ibridazione di recente generazione se l'individuo ha un genitore cane o nonno cane; l'ibridazione più antica si ha con un antenato cane risalente a 5,6 o anche 10 generazioni precedenti, e in questo caso è più complicato risalire con precisione all'antenato cane.

Dato che hanno una certa percentuale di dna di cane possono essere più confidenti nei confronti dell'essere umano?

I lupi nella maggior parte dei casi sono animai elusivi che non mostrano aggressività verso l'uomo, e questo vale sia per gli ibridi che per i lupi puri. Scientificamente non è stato mai provato che un lupo con anche il 50% di dna di cane sia più confidente e quindi potenzialmente più aggressivo verso l'uomo. Non si può escludere che un ibrido di questo tipo possa mostrare atteggiamento confidente, ma non è mai stato dimostrato.

Teniamo presente che i lupi ibridi in natura vengono cresciuti come lupi e nella stragrande maggioranza dei casi il comportamento è influenzato dall'apprendimento piuttosto che dalla genetica. Paradossalmente, può essere più confidente un lupo puro alimentato dall'uomo piuttosto che un cane libero in natura.

Ora che per il caso di Bressanone è arrivata l'autopsia sul corpo dell'uomo resta ancora da sciogliere il dubbio sul canide che ha lasciato le ferite, pur senza averlo ucciso.

Sì, per sciogliere il dubbio sull'animale dobbiamo attendere i test sul materiale genetico raccolto dalle ferite. Statisticamente è più probabile che sia stato un cane perché un'area come quella altoatesina ha una bassa densità di lupi, ma non si può escludere del tutto.

Il numero dei lupi in Italia però è cresciuto sensibilmente negli ultimi anni e si stanno diffondendo anche dove prima non c'erano.

Il lupo è in espansione rapida da 50 anni ed è vero che è comparso in tantissime aree, tuttavia gli attacchi nei confronti delle persone sono rarissimi. Esistono dei singoli episodi in cui un selvatico può avere un atteggiamento animalo, ma questo non deve cambiare il nostro approccio verso la conservazione del lupo, deve semmai modificare la comunicazione.

In che modo?

Bisogna dire ai cittadini come si vive in natura in ambiente frequentato da grandi carnivori, e anche ricordare che nella coesistenza il rischio non è mai zero. Esistono però delle regole che se vengono interiorizzate dalla cittadinanza possono ridurre ulteriormente le interazioni negative con lupi e orsi che – ricordiamolo – di per sé già sono prossime allo zero. L'importante è avere sempre un approccio razionale e scientifico, tenendo presente che gli estremismi non portano mai a soluzioni concrete, efficaci e condivise.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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