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2 Novembre 2023
18:26

I gatti possono aiutare a incastrare un criminale. L’esperta: «Possibile ritrovare peli anche anni dopo la morte del felino»

I gatti perdono tantissimi peli, difficili da eliminare del tutto. Proprio grazie a questa caratteristica, potrebbero essere utili per ricostruire la scena di un crimine.

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Da oggi i gatti di casa potranno essere parte importante per la risoluzione di un crimine: grazie ad una nuova tecnica di estrazione del Dna dal loro pelo sarà infatti possibile inchiodare il responsabile di un delitto. I ricercatori dell'Università di Leicester hanno pubblicato i risultati dei loro studi sulla rivista Forensic Science International: Genetics, affermando che questa stessa tecnica, in futuro, potrebbe essere applicata anche al pelo del cane.

I gatti sono sempre più diffusi nelle nostre abitazioni e chi divide casa con uno di questi animali sa quanti peli possono perdere e come questi restino facilmente attaccati ai tessuti. È quindi possibile che questi peli restino attaccati ai vestiti di un criminale che si è introdotto in una casa che ospita uno di questi piccoli felini, trascurando quindi un indizio importante per la ricostruzione del crimine.

«Il pelo perso dal gatto è privo della radice, quindi contiene pochissimo Dna utilizzabile», ha spiegato Emily Patterson, prima autrice dello studio. «In pratica possiamo solo analizzare il Dna mitocondriale, che viene trasmesso dalle madri alla prole ed è condiviso tra i gatti imparentati per via materna». Questo significa che non è possibile identificare un gatto preciso utilizzando le tecniche utilizzate finora. La nuova tecnica messa a punto dai ricercatori britannici, invece, consente di massimizzare l'estrazione di informazioni e determinare la sequenza dell'intero Dna mitocondriale, permettendo di ottenere un risultato di circa dieci volte più discriminante rispetto ai metodi precedenti.

«Nelle indagini in cui non è disponibile il Dna umano da testare, i peli di animali domestici sono una preziosa fonte di collegamento delle prove e il nostro metodo lo rende molto più potente», ha aggiunto il genetista Mark Jobling. «Lo stesso approccio potrebbe essere applicato anche ad altre specie, in particolare ai cani».

Come ci spiega Laura Arena, veterinaria esperta in benessere animale e membro del comitato scientifico di Kodami, «i peli persi dai nostri gatti sono davvero difficili da eliminare e possono essere trovati in casa anche dopo diversi anni dalla morte del felino». È dunque probabile che i ricercatori siano partiti da questo presupposto per il loro studio, perché esiste una possibilità sufficiente di ritrovare i peli sulle persone indiziate per mettere a punto una metodologia utilizzabile in campo forense. «Da questo studio si evince quanto la multidisciplinarietà sia indispensabile: in questo caso i genetisti hanno apportato un contributo nella scienza forense», conclude la veterinaria.

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Yuri Digiuseppe
Redattore
Classe '94, appassionato di animali e scienze sin da piccolissimo, sono un naturalista di formazione, specializzato in paleontologia e divulgazione. Mi è sempre venuto spontaneo spiegare agli altri le bellezze della natura e passare intere giornate ad osservare piante e animali di ogni tipo ovunque andassi, per poi tornare a casa e disegnarli. Vorrei contribuire ad avvicinare il pubblico all'ambiente ed essere parte di una ritrovata armonia uomo-natura, per il bene e la salvaguardia di ogni specie.
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