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7 Giugno 2023
13:17

I due cani entrati nell’ospedale di Lamezia Terme non sono stati accalappiati

I due cani vaganti che ieri erano entrati nell’ospedale di Lamezia Terme ed erano saliti fino al primo piano non sono stati accalappiati. Lo conferma a Kodami il consigliere comunale di Lamezia, Mimmo Gianturco, che ha diffuso il video degli animali in ospedale.

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I due cani vaganti che ieri erano entrati nell’ospedale di Lamezia Terme ed erano saliti fino al primo piano non sono stati accalappiati. Lo conferma a Kodami il consigliere comunale di Lamezia, Mimmo Gianturco, che per primo ha diffuso il video che mostra gli animali muoversi indisturbati nei corridoi: «Non c'è stato nessun intervento da parte dell’Asp veterinaria e quindi nessun accalappiamento. Nel pomeriggio abbiamo verificato che i cani si sono spostati in autonomia fuori dal complesso ospedaliero per recarsi nelle vie del centro dove sono stanziali da diverso tempo».

Gianturco sconfessa così l'Asp di Catanzaro, che poche ore dopo la diffusione del video aveva comunicato in una nota ufficiale di avere provveduto ad allontanare i cani dal presidio ospedaliero «grazie all'intervento della guardiania e del servizio veterinario aziendale», e di volere incontrare il sindaco di Lamezia Terme «per effettuare subito una ricognizione dei canili privati nei quali collocare i cani catturati». Animali che, se esistono, non sono quelli che si vedono nel video, ma probabilmente individui del gruppo che vive nei paraggi dell'ospedale.

Sembrava che i due cani di Lamezia fossero stati accalappiati e destinati a una vita nel canile comunale, insieme a quasi 300 cani. «In realtà – spiega Gianturco – i cani non sono tra quelli che stazionano vicino all'ospedale, ma in centro. Hanno seguito un uomo che abitualmente gli offre da mangiare e che domenica si era recato in ospedale. I cani lo avevano seguito e lo stavano semplicemente aspettando e cercando nei reparti. Ora sono di nuovo tutto insieme».

L'episodio aveva scatenato l'indignazione dei cittadini e della politica sia rispetto alla gestione della sanità territoriale che del randagismo. Temi che vanno ben oltre il perimetro della città in provincia di Catanzaro.

Lo segnala a Kodami Amalia Bruni, vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio regionale calabrese: «Le strutture sanitarie regionali sono in grandissima difficoltà. Usciamo da 12 anni di commissariamento che hanno portato al blocco dei concorsi, e questo riguarda medici, infermieri e molte altre figure deputate anche alla vigilanza, e questo fa sentire i suoi effetti. A Lamezia c'è grande professionalità, ma non si può negare che ci sia anche un contesto di grande difficoltà. Questo comprende anche il fenomeno del randagismo, che ha un riverbero sanitario».

A questo proposito, Bruni, che ha conosciuto l'ospedale di Lamezia anche come medico, sottolinea che: «I cani non erano in reparto ma si muovevano per il corridoio, tuttavia entrando senza controllo dove ci sono i degenti potrebbero causare problemi. Non è un segreto che in Calabria ci sia un'altissima presenza di cani vaganti randagi, ma questo si verifica perché c'è un problema di sterilizzazione e prevenzione». E infine: «Mi chiedo cosa stia facendo il Sindaco».

Il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, nella giornata di ieri è stato impegnato in un rimpallo di responsabilità tramite note stampa con il commissario straordinario dell'Asp di Catanzaro, Antonio Battistini. Secondo il Primo cittadino, il problema risiede nell'assenza di una rete capillare di canili sanitari e di mancati accalappiamenti: «Proprio con riferimento a cani randagi che spesso stazionano nei pressi del presidio ospedaliero era stato più volte richiesto intervento Asp ma si è sempre escluso il presupposto della aggressività e non si è proceduto alla cattura che è di esclusiva competenza Asp».

Entrambe le istituzioni, sia l'Azienda sanitaria provinciale che il Comune, vedono nella cattura e nell'aumento del numero di canili una soluzione per arginare un fenomeno fuori dal loro controllo. In realtà, senza una strategia di prevenzione basata su sterilizzazione e reimmissione sul territorio, episodi come questi sono destinati a ripetersi, con il conseguente imbarazzante rimpallo di conseguenze.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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