I cuccioli di balena franca australe sono piccoli “ladri di latte”

Alcuni cuccioli di balena franca australe "rubano" il latte altrui, un comportamento poco osservato nei cetacei che può essere molto vantaggioso per i piccoli ma parecchio rischioso per le femmine.

23 Gennaio 2024
12:18
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In alcuni mammiferi sociali che vivono in grossi gruppi, come foche, cervi o renne, i cuccioli possono ricevere il latte anche da femmine che non sono le loro madri biologiche. Questo comportamento è conosciuto come allosuckling e una coppia di ricercatori ha appena scoperto che è presente anche tra i cuccioli di balena franca australe. Tuttavia, le madri "adottive" non sembrano proprio apprezzare le attenzioni di questi piccoli "ladri di latte". I risultati dello studio guidato realizzato dai ricercatori Kate R. Sprogis e Fredrik Christiansen sono stati recentemente pubblicati su Mammalian Biology.

Ricevere latte da "madri" differenti è sicuramente molto vantaggioso per un cucciolo, che può così ricevere poppate extra e crescere più sano, grande e forte. Tuttavia, per una madre in fase di allattamento può significare non solo tanta fatica in più, ma anche meno cibo ed energie per il proprio piccolo. Inoltre, per le mamme balena, il periodo di svezzamento dei piccoli è anche quello più difficile e dispendioso della loro vita. Nei cetacei, infatti, quando una femmina allatta quasi non si nutre e non è quindi in grado di recuperare le riserve energetiche perdute e investite tutte nella cura del proprio piccolo.

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Piccolo della madre 1 che tenta di "rubare" il latte dalla madre 3. Immagine da Sprogis & Christiansen, 2024

Proprio per questo, alla fine della stagione riproduttiva, le femmine di balena franca australe (Eubalaena australis) che si trovano al largo dell'Australia, sono costrette a migrare di nuovo verso le aree di alimentazione. Si tratta di un viaggio lunghissimo, faticoso e parecchio rischioso, che terminerà solo tra le fredde e pescose acque delle isole sub-antartiche o dell'Antartide, dove le femmine possono finalmente recuperare le forze e le energie nutrendosi con grandi quantità di piccoli invertebrati, come i crostacei copepodi e il krill.

Per cercare quindi capire meglio e soprattutto quantificare questo insolito comportamento, gli scienziati hanno studiato tre coppie madre-figlio, registrando e analizzando tutte le interazioni tra i cuccioli e femmine. Hanno così osservato ben 7 allattamenti da madri non biologiche, in confronto a 11 normali momenti di poppata mamma-figlio. Un piccolo in particolare, quello più grosso, succhiava il latte addirittura da entrambe le altre femmine del gruppo, oltre che dalla propria madre. E per i ricercatori, i piccoli sembrano proprio cercare proprio in maniera intenzionale e voluta di rubare il latte altrui.

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E in effetti, generalmente, le madri "surrogate" si comportavano in modo parecchio evasivo e distaccato con i piccoli non proprio, cercando (nel 73% delle interazioni) di allontanarsi. In un caso in particolare (quello del video in evidenza), una femmina presa di mira da un cucciolo non suo, nel tentativo di allontanarsi dal piccolo "ladro" è fuggita via lasciandosi dietro persino suo figlio. Il "furto di latte" è un comportamento già noto in altri animali. Nell'otaria orsina subantartica (Arctocephalus tropicalis), per esempio, i piccoli cercano di rubarlo senza farsi notare e senza ovviamente il consenso della madre non biologica.

Tuttavia, nei cetacei, e in particolare nei misticeti, si tratta di un comportamento ancora poco osservato e studiato e non è chiaro quanto sia diffuso. Questo primo studio servirà quindi come apripista per ulteriori approfondimenti, soprattutto per quantificare l'allosuckling e i costi energetici delle madri "adottive"anche in un'ottica cosnervazionistica. Sarà infatti fondamentale capire quanto tutto questo incide sia sulla sopravvivenza dei piccoli che delle femmine, anche perché questa specie è considerata in serio rischio dall'Australian Environment Protection and Biodiversity Conservation Act e la popolazione è ancora parecchio al di sotto della soglia numerica di sicurezza.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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