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15 Maggio 2024
10:33

I cani prendono il carattere dei loro umani?

Ogni cane ha una sua personalità, ma si fa anche influenzare da quella della persona che gli sta accanto. Diversi studi, infatti, dimostrano che i cani adattano le loro strategie comunicative all'ambiente e che il comportamento dell'umano di riferimento influenza il loro modo di metterle in atto.

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C'è una definizione che rende bene l'idea di quanto i cani prendono dal nostro carattere e viceversa: "osmosi emozionale". Il migliore amico dell'uomo, del resto, viene così soprannominato non solo perché da sempre ci accompagna da migliaia di anni nel nostro cammino evolutivo in termini di funzioni che gliabbiamo fatto svolgere, ma proprio perché tra noi e loro si è creato un rapporto ancestrale che va a toccare le corde delle emozioni, la sfera intima del leggersi reciprocamente e l'osmosi emozionale è proprio quello che si crea tra essere umano e cane nel sentire, condividere e "passarsi l'un l'altro" le emozioni.

Ciò però non deve essere immaginato solo in "termini sentimentali", come se fosse una sorta di istinto e basta: i cani hanno un livello cognitivo vasto e strutturato, come è emerso anche da un recente studio in cui è stato dimostrato che il canis familiaris ha rappresentazioni mentali complesse e una vera e propria teoria della mente.

È stato anche dimostrato che i cani assomigliano ai loro umani dal punto di vista fisico ma il punto, in questo caso, è se vi sia una somiglianza caratteriale, se attraverso la convivenza questa osmosi comporti che un soggetto di un'altra specie possa assomigliare al suo umano di riferimento. La domanda è intrigante e interessante è valutare anche l'opposto, ovvero se un cane riesce a modificare la nostra visione della vita.

Per chi ha approfondito l'etologia canina in generale e anche per chi solo osserva il proprio compagno di vita, la risposta è in fondo semplice: sì, un cane prende molto dalla persona con cui condivide la vita e si parla anche di "relazione a specchio", ovvero come ha scritto l'istruttrice cinofila Claudia Marini  su Kodami: «Le relazioni sono ciò che ci definiscono e sono una delle più grandi prove di accettazione di noi stessi e dell’altro. Le criticità non sono altro che lo specchio in cui vengono riflessi tratti di noi che non conosciamo, che spesso ci fanno paura, che non abbiamo ancora scoperto e l’altro, con le sue differenze, è semplicemente là per mostrarcele».

La personalità del cane è influenzata da quella del suo umano?

Partiamo dal presupposto che ogni cane ha una sua personalità. A prescindere dunque dalla razza e dal contesto e dal rapporto che crea con la sua persona di riferimento e gli altri membri della famiglia in cui vive, un cane non è una "tabula rasa" su cui noi scriviamo chi è e che formiamo a "nostra immagine e somiglianza". Questa premessa è molto importante nel momento in cui ci si pone di fronte alla domanda sul se e quanto un cane modifichi il proprio carattere in base a quello della persona con cui condivide l'esistenza.

Ma ciò che abbiamo appena scritto, del resto, è parte integrante anche della nostra evoluzione durante il percorso dell'esistenza: anche noi esseri umani siamo unici e irripetibili ma, allo stesso tempo, il nostro carattere di base viene forgiato dalle esperienze che faremo in cui sono chiaramente incluse le relazioni che andremo a creare. Alcune ci porteranno a cambiare e a interagire con l'altro in base al rapporto, soprattutto e ovviamente quando entriamo in un confronto intimo e duraturo. Ecco, un cane inizia dunque il suo percorso di vita prima nell'ambito della sua famiglia di origine e già lì imparerà le regole base dell'esistenza attraverso il rapporto in primis con la madre e anche con i fratelli e in quel contesto, che quanto più dura più gli consentirà di essere un soggetto pronto ad affrontare il resto della vita, inizierà a dare una forma alla sua personalità. In un secondo momento, se e quando incontrerà poi un essere umano, sarà quest'ultimo il suo punto di riferimento e in lui cercherà nuovi strumenti per stare al mondo.

Un cane dunque mantiene la sua personalità ma si fa anche influenzare da quella della persona che gli sta accanto, come dimostrano diversi studi, come quello condotto dai ricercatori dell'Istituto Max Planck per la scienza della storia umana e dell'Università Friedrich Schiller di Jena in cui hanno scoperto che i cani adattano le loro strategie comunicative all'ambiente e che il comportamento dell'umano di riferimento influenza il loro modo di metterle in atto.

Un altro studio, condotto al Dipartimento di Psicologia dell'Università del Michigan, ha invece dimostrato che oltre alla personalità dell'umano di riferimento, come scrivevamo contano molto anche il contesto e l'età rispetto alla personalità del cane, ma anche una profonda relazione incide su quest'ultima modificandola in base allo stretto legame di convivenza. Nella stessa ricerca,, viene infatti messo in evidenza che «poiché gli esseri umani e i cani trascorrono una notevole quantità di tempo insieme, è plausibile che possa esserci un certo grado di somiglianza nella personalità umana e canina».

Il cane rispecchia il carattere del suo umano?

Il cane, di razza però, che scegliamo tendenzialmente rispecchia il nostro carattere. Questa risposta è in fondo abbastanza semplice rispetto alla domanda opposta e va considerata però rispetto a chi decide di adottare un soggetto appunto di una razza specifica. Il discorso cambia quando invece si ha a che fare con un meticcio: in questo caso si ritorna su un dato più empirico e basato sull'osservazione profonda della singola relazione.

È stato accertato dallo studio scientifico citato in precedenza che un soggetto, scelto proprio perché è di una determinata tipologia, spesso rispecchia la personalità e le caratteristiche anche estetiche dell'umano di riferimento. Il senso più profondo di questo "specchio" in realtà dovrebbe essere misurato in base alle conoscenze etologiche della razza che si sceglie, ovvero sulle motivazioni dei vari cani che dovrebbe essere ciò che "accende" gli interessi che il pet mate sente affini.

Ma ciò che emerge con maggiore evidenza dallo studio è invece più una corrispondenza estetica che caratteriale. A tal proposito, infatti, così sottolineano gli esperti nel paper: «Abbiamo esaminato se le frequenti segnalazioni casuali di persone che somigliavano ai loro animali domestici fossero accurate con degli osservatori che hanno provato ad abbinare i cani ai loro umani di riferimento. Abbiamo esplorato se l'abilità di questi ultimi nel creare gli abbinamenti fosse dovuta al fatto che le persone selezionano cani che gli somigliano, nel qual caso la somiglianza dovrebbe essere maggiore per i soggetti di razza o se ciò è dovuto alla convivenza, nel qual caso la somiglianza dovrebbe aumentare con il tempo trascorso insieme. Quarantacinque cani e i loro umani sono stati fotografati separatamente e ai "giudici" è stata mostrata la persona, il cane di quella persona e un altro cane, con il compito di individuare la corrispondenza. Gli osservatori sono stati in grado di abbinare solo i cani di razza con gli umani di riferimento, e non c’era alcuna relazione tra la capacità di accoppiare una persona con il suo animale domestico e il tempo in cui avevano convissuto. La capacità di abbinare persone e animali domestici non sembra basarsi su un semplice abbinamento di tratti (ad esempio, taglia o pelosità). I risultati suggeriscono che quando le persone scelgono un animale domestico ne cercano uno che, ad un certo livello, gli somigli, e quando scelgono un animale di razza, ottengono ciò che vogliono».

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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