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6 Marzo 2022
15:04

Guerra in Ucraina: Anastasiia uccisa mentre portava cibo a un rifugio per animali

Anastasiia Yalanskaya, 26 anni, è stata uccisa con altri due volontari a Bucha, cittadina a 30 km da Kiev dove era arrivata in auto per portare cibo a un rifugio. Le truppe russe hanno aperto il fuoco sulla macchina.

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Foto: Andriy Piddubny

Aveva deciso che non avrebbe abbandonato il suo Paese nonostante gli enormi rischi, e che sarebbe rimasta nella sua città per aiutare i più deboli e bisognosi. Ed è stato mentre cercava di aiutare uno dei tanti rifugi per animali messi in ginocchio dai bombardamenti che Anastasiia Yalanskaya è stata uccisa, ennesima vittima innocente della sanguinosa guerra che infuria in Ucraina ormai da dieci giorni.

A sparare contro la sua auto sono state alcune truppe russe che l’hanno intercettata mentre tornava da Bucha, cittadina a una trentina di chilometri da Kiev.

Anastasiia, 26 anni, era in viaggio per consegnare alcuni sacchi di cibo a un rifugio quando i soldati russi hanno aperto il fuoco sulla macchina su cui viaggiava con altri due volontari, Serhiy Ustymenko, 25 anni, Maxym Kuzmenko, 28 anni. Sono morti anche loro. A trovare i corpi senza vita il padre di Serhiy, messo in allarme da un’amica della ragazza che da ore non aveva suo notizie.

Quando è arrivato a Bucha l’uomo ha notato la vettura crivellata di colpo e ha fatto la tragica scoperta: Anastasiia, che sino a giovedì pomeriggio dava aggiornamenti sulla situazione in Ucraina attraverso Telegram, e che aveva passato gli ultimi giorni a consegnare cibo, medicinali e generi di prima necessità a rifugi e ospedali, Serhiy e Maxym erano morti. Poche ore prima la ragazza aveva postato una storia su Instagram in cui sorrideva sul sedile dell’auto, felice di poter in qualche modo contribuire alla sopravvivenza di animali che ormai da tre giorni erano senza cibo.

«Rituali da blocco stradale – scriveva Anastasiia mercoledì – Di giorno rallentiamo, abbassiamo i finestrini, tiriamo fuori i documenti, rispondiamo gentilmente alle domande su dove stiamo andando, apriamo il bagagliaio secondo necessità. La sera, all'ingresso del posto di blocco, spegniamo i fari, accendiamo le luci nell'abitacolo, abbassiamo i finestrini, tiriamo fuori i documenti, teniamo le mani sul volante, diciamo loro da dove veniamo e dove stiamo andando. Se ciò non viene fatto, invece del sorriso puoi vedere la canna di una mitragliatrice che ti è stata puntata contro».

«La mia ex collega, Nastya Yalanskaya, è morta ieri – ha scritto addolorato su Facebook Andriy Piddubny, ex capo di Anastasiia – Era molto brillante, coraggiosa, sensibile, donava la sua energia intorno a tutti. Era sicura di sé, delle sue priorità. È stato bello lavorare con lei, e anche dopo che ha lasciato l'azienda siamo sempre stati felici di vederla in ufficio, in qualche modo ci siamo sempre sentiti parte della stessa famiglia aziendale. Nastya non voleva lasciare Kiev e ha deciso di aiutare le persone, è stata uccisa a colpi d'arma da fuoco dalle truppe russe mentre guidava nella zona di Bucha».

«Non è stato uno sparo accidentale – ha sottolineato ancora Piddubny – l’auto civile è stata colpita a bruciapelo, c'erano altre 2 persone oltre a lei, anch'esse morte sul colpo.Ognuno prende le proprie decisioni nella vita, per se stesso, a volte per i propri cari. Grazie, Nastya, per la determinazione dimostrata nella tua scelta, non ti dimenticheremo».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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