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18 Maggio 2022
16:37

Greenpeace Svizzera contro l’industria della carne: «Spot fasulli che nascondono la verità»

Secondo Greenpeace Svizzera, e grandi corporazioni della carne «stanno costruendo un mondo immaginario e stereotipato attorno al consumo di prodotti animali». Un fatto molto grave, visto che l’eccessivo consumo di carne contribuisce al riscaldamento globale.

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La potente industria della carne utilizza «strategie di marketing scorrette» al fine di «influenzare i modelli di consumo delle persone». Una denuncia forte quella che arriva da Greenpeace Svizzera, secondo cui le grandi corporazioni della carne «stanno costruendo un mondo fasullo e stereotipato attorno al consumo di prodotti animali».

Un fatto molto grave poiché, spiega ancora l’organizzazione ambientalista che ha prodotto l’indagine, «come è ormai risaputo l’eccessivo consumo di carne è uno dei fattori che più contribuisce al riscaldamento globale, alla deforestazione e all'inquinamento dell'acqua e dell'aria. E anche al declino della nostra specie e di milioni di altre specie su questo pianeta».

Dallo studio emerge che le tattiche di comunicazione delle pubblicità, utilizzano la manipolazione e la persuasione mostrando un mondo immaginario, con cui vengono «normalizzate e nascoste le informazioni relative all'origine dei prodotti, al processo di produzione e le questioni culturali ed ecologiche».

Con l’utilizzo dei metodi cinematografici moderni, che hanno l’obiettivo di creare un rapporto di familiarità e quasi di dipendenza con lo spettatore, «la pubblicità riesce a insabbiare lo sfruttamento e il mancato rispetto degli esseri viventi e dell'ambiente», ha spiegato Greenpeace, con «gli allevatori che vengono rappresentati come altruisti sia nei confronti delle persone che verso i loro animali».

L'impatto del sistema alimentare svizzero sul Pianeta

Sono molte le persone che ritengono che la Svizzera non abbia un sistema alimentare che impatti in maniera così determinante sulla crisi climatica e sulla distruzione globale di ecosistemi unici.

Ma evidentemente, sottolinea Greenpeace, sono male informati, visto che, al contrario, secondo i modelli dell’Istituto di ricerca per l’Agricoltura Biologica (Forschungsinstitut für biologischen Landbau, FibL), l’agricoltura svizzera ha un effetto notevole sulle emissioni climatiche annuali, pari a più di 8,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

Questo perché, di tutta la sua superficie agricola occupata, che si stima essere circa il 40% del territorio del paese, il 75% «è coltivato in maniera intensiva». Una quantità preoccupante non solo per il benessere animale, ma anche per la salute umana, visto che è già stato ampiamente dimostrato che tre quarti delle nuove malattie infettive derivano proprio dalle interazioni uomo-animale.

Difficilmente però le richieste di Greenpeace Svizzera verranno accettate: l’organizzazione, infatti, chiede, non solo che venga vietata la pubblicità sul consumo di carne, che oltretutto è finanziata dalle tasse, ma anche di proibire la pubblicità dei rivenditori di qualsiasi alimento di origine animale.

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Simona Sirianni
Giornalista
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