24 Novembre 2021
13:34

Animali in fuga dalla deforestazione: la spettacolare protesta di Greenpeace a Ravenna

La deforestazione causata dalle coltivazioni di soia distrugge milioni di ettari di Foresta Amazzonica costringendo gli animali a spostarsi in aree sempre più ridotte fino alla loro definitiva scomparsa. Greenpeace non ci sta e con una protesta scenografica ha denunciato gli abusi dell'industria della soia in Italia e nel mondo.

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Un giaguaro e un'ara scarlatta troneggiano sui silos del porto di Ravenna nell'atto di fuggire da fiamme ed escavatrici: è il manifesto, di quasi 200 mq, che oggi gli attivisti di Greenpeace hanno esposto per denunciare la deforestazione causata dalle coltivazioni di soia.

Il luogo del blitz non è casuale: solo nel porto di Ravenna arriva metà della soia importata in Italia. Questa pianta è responsabile di gran parte della deforestazione in Amazzonia. Qui, come nel resto dell'America centrale e meridionale, le coltivazioni di soia stanno progressivamente distruggendo gli habitat degli animali protagonisti dello striscione di Greenpeace.

Come hanno segnalato gli attivisti di Greenpeace con la loro protesta, la soia mette a rischio tutte le specie, soprattutto i grandi predatori amazzonici. Questi animali, nonostante la posizione al vertice della catena alimentare, risentono fortemente della riduzione dei loro spazi: per sopravvivere hanno bisogno di aree ampie e contigue, caratteristiche sempre più rare nei Paesi che producono ed esportano questo legume.

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La spettacolare protesta di Greanpeace ha preso di mira lo stabilimento di Bunge Italia spa, succursale di Bunge Limited, una delle più grandi e note compagnie dedicate alla produzione e all'esportazione internazionale di materie prime agricole, inclusa la soia. Questa mattina le attiviste e gli attivisti provenienti da diversi paesi europei si sono arrampicati a 30 metri d'altezza sui grandi silos dell'azienda agroalimentare statunitense per dire basta alla «Soia che distrugge le foreste» dipingendo la scritta «Contiene foreste».

Ma la protesta non si è fermata qui. A pochi chilometri, un altro gruppo di attivisti, con l’impiego di un maiale gigante realizzato con materiali riciclati, ha sbarrato l’ingresso principale dello stabilimento di Bunge Italia e si sono incatenati a uno dei cancelli mostrando uno striscione con la scritta «Soia per mangimi = Deforestazione».

Greenpeace oltre all'impatto diretto del disboscamento sugli animali nel loro habitat, ha voluto evidenziare anche l'impatto indiretto del commercio di soia. Questo legume è infatti il mangime più utilizzato negli allevamenti intensivi in Italia e nel mondo. Non è quindi la richiesta di prodotti per il consumo umano a fare schizzare la domanda internazionale di soia, la maggior parte della produzione è diretta alle aziende produttrici di carne.

Contro la piaga mondiale del commercio di soia sono serviti a poco i tavoli di confronto tra i leader internazionali presenti alla Cop26. Oggetto dell'accordo contro la deforestazione sottoscritto da 140 paesi a Glasgow è infatti il disboscamento illecito. Quello legale, messo in atto dalle aziende agroalimentari, ha un impatto infinitamente maggiore sull'ecosistema.

Un passo avanti in tal senso potrebbe arrivare con il nuovo Regolamento UE contro la deforestazione che va a colpire proprio il commercio legale di sei prodotti ad altissimo impatto ambientale, tra questi la soia. Se dovesse essere approvato in via definitiva dal Parlamento europeo, sarebbe un primo passo concreto verso un mondo dove legalità ed eticità coincidono, e una vittoria per le tante Ong e associazioni, come Greenpeace, che da anni si battono per un commercio più equo.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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