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20 Settembre 2023
10:46

Gravidanze controllate e niente box: report Efsa sul benessere di cani e gatti negli allevamenti

Il lavoro svolto dall’Efsa si inserisce nel solco della proposta di revisione della legislazione europea sul benessere animale. Da tempo la Commissione Europea viene sollecitata a occuparsi dei cani e gatti negli allevamenti al fine di introdurre norme di garanzia per loro, per i loro pet mate e per la salute pubblica.

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Via box e gabbie, spazi all'aperto, frequenza delle gravidanze controllata: sono queste alcune della raccomandazioni inserite dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, nel nuovo rapporto redatto per garantire una maggiore protezione di cani e gatti allevati a scopi commerciali. Essendo, infatti, ancora moltissimi coloro che scelgono di acquistare un animale domestico, anziché optare per l’adozione, si rendono costantemente necessari degli aggiornamenti volti a rafforzare i criteri di benessere negli allevamenti per ridurre al minimo lo stress al quale cani o gatti possono andare incontro.

Il lavoro svolto dall’Efsa si inserisce nel solco della proposta di revisione della legislazione europea sul benessere animale. Da tempo, infatti, la Commissione Europea viene sollecitata, anche da risoluzioni formali del Parlamento Europeo, ad occuparsi del benessere di cani e gatti commercializzati nell'Unione, al fine di introdurre norme di garanzia per loro, per i loro pet mate e per la salute pubblica. Alcune raccomandazioni espresse da Efsa trovano già una trasposizione legislativa negli Stati Membri, come ad esempio il divieto di amputazioni estetiche, ma un intervento legislativo a livello di Unione, contribuirebbe senz’altro ad armonizzare le condizioni di allevamento e le premesse commerciali di questo mercato.

E così, dopo i pareri pubblicati nei mesi scorsi riguardanti il benessere di vitelli, suini, polli e galline ovaiole e degli animali durante il trasporto, gli scienziati dell’Efsa hanno messo ordine per la prima volta in quelle che sono le evidenze scientifiche riguardanti gli allevamenti dei principali animali da compagnia in modo da poter fornire alla Commissione tutti gli strumenti utili per formulare una nuova proposta di legge entro la fine dell’anno.

Nello specifico, sono stati effettuati tre giudizi sulla base della revisione della letteratura scientifica e, ove possibile, di una revisione delle normative nazionali. La prima sentenza riguarda il luogo dove deve vivere l’animale e comprende il tipo di alloggio, l’accesso all'esterno, l’esercizio fisico, il comportamento sociale, la temperatura dell'abitazione e i requisiti di luce. E qui i consigli vertono sull’interruzione degli alloggi in gabbie e box e sulla disponibilità di un’area per i cani da riproduzione in cui socializzare e fare esercizio fisico regolarmente, preferibilmente all’aperto.

La seconda sentenza riguarda la salute e include il ciclo di riproduzione per il quale si raccomanda una frequenza delle gravidanze controllata lasciando un periodo minimo tra un parto e l’altro. La terza, infine, riguarda tutte quelle procedure dolorose come mutilazioni o interventi chirurgici di convenienza, come il taglio delle orecchie, quello della coda e la resezione delle corde vocali nei cani, che, nonostante siano vietate in Italia e configurino il reato di maltrattamento punito dall’art. 544 ter del Codice penale, purtroppo continuano a essere eseguite da alcuni allevatori pur non trattandosi di esigenze correlate alle condizioni sanitarie dell’animale.

La revisione della legislazione UE sul benessere animale e quindi delle attuali norme, obsolete e inadeguate a tutelare gli animali, l’ambiente e la nostra salute, è prevista entro la fine di quest’anno e rappresenta un’occasione unica per migliorare la vita di milioni di animali. Si tratta di un’opportunità irripetibile per introdurre norme forti e precise che correggano gli errori del passato. Per questo è ora più che mai fondamentale tenere alta l’attenzione, sperando che la Commissione decida di perseguire obiettivi ambiziosi che mettano in discussione l’attuale status quo.

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Simona Sirianni
Giornalista
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