video suggerito
video suggerito
2 Marzo 2023
15:52

Gli artigli dei dinosauri non servivano solo a lacerare la carne

Nuovi studi dimostrano che non tutti i dinosauri sfruttavano i loro artigli per ferire o uccidere altri dinosauri. Alcuni li impiegavano persino per costruire i loro nidi o per rompere la superficie dei termitai, alla ricerca di cibo.

68 condivisioni
Immagine

Un nuovo studio realizzato dal paleontologo Zichuan Qin dell’Università di Bristol ha appena dimostrato come non tutti gli artigli di cui disponevano i dinosauri avevano la funzione di lacerare e ferire la carne di eventuali prede.

Insieme a un'equipe dell'Institute of Vertebrate Paleontology and Paleoanthropology (IVPP) di Pechino, Qin ha studiato due gruppi non molto conosciuti di teropodi, gli alvarezsauri e i terizinosauri. Seppur dotati di strani artigli e perciò capaci di catturare l'interesse e l'immaginazione degli scienziati entrambi questi animali hanno dato parecchio filo da torcere nell'identificazione della funzione principale di queste particolari strutture, poiché come armi di offesa nei confronti di altri dinosauri non si dimostravano molto funzionali. Il terenzinosauro, in particolare, aveva artigli lunghi anche un metro e ha conquistato solo da poco l'interesse del grande pubblico grazie al film Jurassic World Dominion del 2022.

Per indagare quale fosse realmente l'uso che facessero dei loro artigli, Qin e i colleghi di Pechino hanno sviluppato un nuovo approccio basato sull'elaborazione computazionale dei reperti che sono stati sottoposti digitalmente a test biomeccanici. I paleontologi hanno dovuto scansionare e modellare tramite Tomografia computerizzata gli artigli di entrambe le tipologie di dinosauri e poi quelli di alcune specie attualmente viventi, per poi abbinare i modelli 3D ad animazioni di trazione, difesa, attacco, perforazione e scavo che risultavano essere le azioni maggiormente ritenute possibili.

«Alvarezsauri e terizinosauri sono sicuramente tra i più strani dei dinosauri – ha commentato il professor Michael Benton dell’Università di Bristol che segue Qin nel suo percorso di dottorato – I primi erano i dinosauri più piccoli di sempre, delle dimensioni di polli, con arti anteriori tozzi e robusti artigli singoli ma il loro parente più stretto, appunto il terizinosauro, si è evoluto esattamente nel percorso opposto».

Immagine
Alvarezsaurus era un dinosauro di modeste dimensioni, che aveva sviluppato la caratteristica di disporre di un unico grosso artiglio per ciascun degli arti superiori

Benton non è l'unico a sostenere questo punto. Anche per molti altri paleontologi Alvarezsaurus e Therizinosaurus sono due creature che sarebbe stato impensabile immaginare fino a poco tempo fa come una coppia di specie imparentate. Mentre infatti gli artigli del primo difficilmente potrebbero impensierire qualcuno, essendo grandi pochi centimetri, «Therenzinosaurus è famoso per i suoi artigli a forma di falce, ognuno lungo quanto una spada da samurai. Un Edward mani di forbice che punta tuto sulla velocità – ha dichiarato il dottor Chun-Chi Liao, il massimo esperto mondiale di terizinosauri, coinvolto nel progetto – Però, seppure abbiamo visto al cinema Therizinosaurus colpire cervi e uccidere il gigantesco predatore Giganotosaurus, per quanto come animale possa risultare comunque temibile, la nostra simulazione ingegneristica mostra che i suoi artigli non potrebbero sopportare molto lo stress fisico necessario per fungere da pugnali come visto in sala».

Se dunque questi artigli non potevano essere impiegati direttamente nella difesa o nell'attacco a cosa servivano? Secondo gli autori dello studio, la risposta potrebbe essere molto più banale di quanto si creda. «Non tutti gli artigli delle mani dei terizinosauri erano così inutili in combattimento ma la maggior parte delle altre specie affini poteva usare i loro artigli come potenti strumenti di aggancio quando si nutrivano delle foglie degli alberi. Quindi devono essersi evoluti non per la difesa ma per una funzione alimentare e con la selezione sessuale per essere usati sopratutto come oggetto da mostrare». I

l terenzinosauro e l'alvarezsauro avrebbero quindi usato le loro "lame" assumendo comportamenti simili a quelli di un moderno pavone, piuttosto che impiegarle per un reale scontro fisico. «Il Therizinosaurus adulto potrebbe aver agitato gli artigli contro un concorrente e dire efficacemente: "Guardami, indietreggia. Sono più grosso di te e possiedo armi migliori" – ha spiegato Chi Liao – Poteva forse anche agitarli in qualche modo per attirare le femmine prima dell'accoppiamento».

Per quanto riguarda l'evoluzione del più piccolo delle due specie, i paleontologi tuttavia hanno fatto un appunto. È vero che esistevano antenati di entrambe le specie durante il Giurassico medio in Cina, come Haplocheirus, ma queste specie più arcaiche avevano ancora mani multifunzionali.

Cosa dunque può aver portato l'Alvarezsaurus a perdere tutte le dita della mano tranne uno, in cui è possibile osservare un artiglio più lungo e grosso dell'intero dito che lo sostiene? «Semplice: la necessità di scavare – ha chiarito Qin – Il nostro lavoro precedente ha dimostrato che gli alvarezsauri si sono evoluti per usare i loro piccoli artigli per scavare nei formicai e nei termitai. Le specie arcaiche infatti, per quanto disponessero di più dita, non erano per nulla brave a farlo. I loro discendenti invece hanno evoluto questo piccolo artiglio poiché si alimentavano in maniera simile agli attuali formichieri».

Scavare dunque potrebbe essersi rivelato molto utile per diversi dinosauri, in maniera simile a quanto visto negli animali moderni. Oltre infatti ad aver reso più disponibili alcune risorse, i paleontologi immaginano che gli artigli potessero essere anche impiegati nello scavo per la costruzione dei nidi, delle tane o di piccole dighe di terra capaci di arginare la potenza dell'acqua qualora potesse servire del terreno asciutto.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views