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30 Marzo 2022
10:31

Genova, Capitaneria e Acquario uniti per salvare cetacei e tartarughe

Laura Castellano, curatrice settore Mediterraneo e Rettili di Acquario di Genova, a Kodami: «Negli anni siamo intervenuti su più di 150 esemplari di cui la maggior parte sono stati recuperati, riabilitati e reintrodotti in mare».

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È stato rinnovato il protocollo d’intesa, sottoscritto nel 2018, tra Acquario di Genova e Capitaneria, finalizzato a definire, a livello operativo e nell’ambito delle rispettive competenze, i principi di intervento in caso di segnalazione, avvistamento o ritrovamento di esemplari di fauna marina feriti o in difficoltà.

«L’Acquario di Genova interviene in soccorso delle tartarughe marine dal 1994 per curarle, riabilitarle e restituirle al loro ambiente naturale», spiega a Kodami Laura Castellano, curatrice settore Mediterraneo e Rettili di Acquario di Genova. «Questa attività si svolge in collaborazione con il Servizio Cites dei carabinieri, che coordina a livello nazionale l’applicazione della Convenzione di Washington che regolamenta il commercio internazionale delle specie minacciate, e con la Guardia Costiera nell’ambito delle attività previste dal Protocollo d’intesa vigente tra la Direzione Marittima e l’Acquario di Genova».

«Negli anni siamo intervenuti su più di 150 esemplari di cui la maggior parte sono stati recuperati, riabilitati e reintrodotti in mare – spiega Castellano –  Le cause che portano al ricovero sono diverse e per lo più riconducibili all’attività umana. Tra le principali: interferenze con le attività di pesca come i palamiti i cui ami vengono ingoiati insieme alle esche, è frequente quindi la loro presenza  nella cavità boccale o nel tratto digerente spesso evidenziato dal filo di nylon che fuoriesce della bocca o dalla cloaca;  le reti da posta e a strascico che le intrappolano causando ferite e mutilazioni, fino al soffocamento dell’animale;  ingestione di corpi estranei per lo più di materie plastiche di ogni tipo; l’impatto con imbarcazioni a motore che arrecano traumi e rotture del carapace,  ferite alle pinne e al capo. Gli esemplari vittime di questi eventi vengono trovati in superficie in grande difficoltà oppure si spiaggiano lungo le coste».

Cosa fare per un animale in mare in difficoltà

Grazie al sempre maggiore interesse dei cittadini nei confronti degli animali, le segnalazioni alle forze dell'ordine o ai centri di recupero sono aumentate sensibilmente, ma soccorrere un esemplare di una specie marina, così come un selvatico, senza avere le competenze necessarie può pregiudicarne la salute e la possibilità che possa tornare a vivere libero. Quindi, sapere come comportarsi davanti a un animale in difficoltà e quale ente contattare, può fare davvero la differenza tra la sua salvezza e la morte, sia che si trovi sulla terraferma sia in mare.

«Quando si trova una tartaruga in difficoltà bisogna contattare subito  la Guardia Costiera che a sua volta contatta noi e dopo una raccolta di dati sull’esemplare si decide se sia necessario trasportarlo nella nostra struttura – spiega l'esperta – Una volta arrivati, gli animali vengono accolti dallo staff di biologi e veterinari per le indagini diagnostiche del caso tra cui esami del sangue, ecografie, radiografie e inseriti in vasche idonee alla loro situazione, alimentati adeguatamente, reidratati, osservati e valutati  i loro comportamenti, sottoposto a terapia o interventi. Al termine delle terapie e dopo il completo recupero le tartarughe vengono marcate con una targhetta metallica sulla pinna sinistra, come stabilito dalle linee guida ministeriali, e viene inserito un microchip per l’identificazione in caso di ricattura. A quel punto sono pronte per essere reinserite nel loro ambiente naturale».

Il rilascio in mare delle tartarughe

Ogni volta che un animale viene curato dai veterinari e può ritornare in mare, l'Acquario di Genova organizza delle cerimonie a cui è invitata la cittadinanza, soprattutto studenti e bambini a cui viene spiegato l'importanza delle buone azioni in mare, sulla spiaggia e chi chiamare in caso di necessità.  «Le liberazioni avvengono dal litorale o al largo tramite imbarcazioni delle Guardia Costiera e, se possibile, con la partecipazione della cittadinanza – conclude Laura Castellano – Ogni liberazione  è un’occasione preziosa per raccontare la storia del singolo animale e sensibilizzare piccoli e adulti sulla conservazione dell’ambiente marino e dei suoi abitanti. Personalmente è sempre un’emozione fortissima e mi scalda il cuore pensare che ogni bimbo che vede da vicino una tartaruga riabilitata tornare in mare abbia dentro di se un seme che lo porterà a comportamenti virtuosi e rispettosi verso l’ambiente naturale».

Il nuovo protocollo d'intesa

L’Acquario di Genova e la Direzione Marittima della Liguria hanno quindi concordato di integrare le procedure di collaborazione attiva per il soccorso e recupero di esemplari in difficoltà, definendo un punto di contatto comune, più diretto, che consenta di consolidare l’attività sinergica, snellire le comunicazioni e le modalità d’intervento. La rinnovata collaborazione prevede in particolare che tutte le richieste d’intervento ricevute dal personale dell’Acquario di Genova vengano immediatamente inoltrate alla sala operativa della guardia costiera di Genova, attiva h24, che disporrà l’impiego delle risorse disponibili per il recupero nell’ambito dell’area di giurisdizione, che copre l’intero arco litoraneo della Liguria e fino ad una distanza di 7 miglia nautiche dalla costa.

Sulla base del protocollo la Capitaneria di Genova individua il personale militare che – dopo aver ricevuto un’adeguata formazione teorico/pratica per acquisire le procedure di manipolazione, valutazione dello stato di salute delle specie marine interessate, di primo soccorso, cure e raccolta dati – potrà partecipare alle operazioni di recupero degli esemplari in affiancamento ai medici veterinari e i biologi dell’Acquario. Per altro verso, il personale dell’Acquario effettua un periodo di familiarizzazione a bordo delle unità navali della Capitaneria di porto per poter acquisire tutte le cognizioni tecniche per poter operare in sicurezza e più speditamente a bordo dei mezzi della Guardia Costiera.

L’Acquario di Genova interviene sulle tartarughe marine in difficoltà dal 1994 e dal 2009 è referente istituzionale per la Regione Liguria per l’ospedalizzazione delle Caretta caretta (in accordo Stato-Regioni). Nel 2017, ha ricevuto, insieme all’Acquario di Livorno, il riconoscimento per questa attività dal Ministero della Transizione Ecologica; entrambe le strutture gestite da Costa Edutainment operano in collaborazione tra loro e con le autorità locali per garantire ad ogni individuo uno stato di salute consono al ritorno in mare.
Il Protocollo d’intesa avrà una durata di 3 anni – rinnovabile senza adempimenti tra le parti – e tutte le prestazioni rese dalle nuove procedure non comporteranno alcun onere per la finanza pubblica.

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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