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29 Dicembre 2023
16:47

Gabbiano ferito alle zampe da un’esca artificiale: «Pericolo mortale per gli uccelli marini»

Un gabbiano è stato recuperato a Genova con diversi ami e lenze conficcati nelle ali e nelle zampe. A occuparsi di lui ora è il Cras che l’Enpa gestisce a Campomorone, che ha dichiarato: «Come spesso accade, avrà scambiato l’esca artificiale per un pesciolino».

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gabbiano

Un gabbiano nei giorni scorsi è arrivato al Cras che l’Enpa gestisce a Campomorone, nell’entroterra di Genova, in Liguria. L'uccello è stato recuperato con diversi ami e lenze conficcati nelle ali e nelle zampe, che lo hanno ripetutamente ferito: «Probabilmente, come troppo spesso accade per molti uccelli marini, avrà scambiato l’esca artificiale irta di ami per un prelibato pesciolino – sottolineano gli operatori dell’Enpa – e nel tentare di afferrarlo per nutrirsi sarà rimasto impigliato con il corpo alle lenze che vi erano attaccate».

Il gabbiano è stato sottoposto immediatamente a visita veterinaria e sono stati rimossi ami e lenze, le ferite sono state medicate e ha iniziato una terapia antibiotica. Fortunatamente non ha riportato frattura, ma solamente ferite, che una volta guarite alla perfezione consentiranno di rimetterlo in libertà: «Il nostro gabbiano è stato molto fortunato, ma non tutti vanno incontro ad questo lieto fine – concludono gli operatori dell’Enpa – Le esche artificiali abbandonate nell’ambiente infatti, sono un pericolo mortale per le specie di uccelli che cibandosi di pesci, le scambiano per prede e quindi le ingoiano o ne rimangono impigliate col corpo subendo gravi ferite o morti lente e dolorose. Il materiale da pesca, professionale o sportiva, non utilizzato va sempre recuperato per evitare che altri ne paghino le conseguenze».

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Effettivamente, e purtroppo, sono tantissimi gli uccelli marini che muoiono a causa di ami e lenze abbandonate. Gabbiani, ma anche piovanelli, corrieri e altri uccelli acquatici vengono spesso avvistati con le zampe avvolte dalle lenze o addirittura completamente amputate dal graduale stritolamento del filo di nylon. Il più delle volte non è possibile fare altro che osservarli, impotenti, perché avvicinarli per rimuovere il filo o l’amo è praticamente impossibile.

Molti uccelli feriti o debilitati, infatti, riescono comunque a volare e a spostarsi, finendo poi per morire in mare aperto. È anche per questo che le associazioni animaliste e di tutela animale si impegnano a sensibilizzare sull’importanza di smaltire sempre nel modo corretto l’attrezzatura da pesca, e di non lasciare mai sulla spiaggia o in acqua lenze, ami o resti di reti.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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