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21 Novembre 2022
16:26

Flop della Cop27. L’Onu: «Guerra suicida alla natura sta portando le specie all’estinzione»

La Cop27 sul clima si è conclusa in una bolla di sapone. A sancirne il parziale fallimento è lo stesso segretario generale dell'Onu che al termine dei lavori ha dichiarato che «il nostro pianeta è ancora al pronto soccorso».

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Uno dei tavoli di discussione della Cop27 (Fonte: Facebook ministro Pichetto Fratin)

Un'occasione sprecata per il clima e per gli animali che abitano la Terra. È la delusione il sentimento diffuso che ha accompagnato il termine dei lavori della Cop27 di Sharm El-Sheikh, la Conferenza delle Parti sul clima che ha visto per due settimane riuniti politici, ong e attivisti.

Il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, non ha usato mezze misure per descrivere la fine della Cop: «Abbiamo bisogno di tutte le forze per promuovere la giustizia. Questo include anche l'ambizione di porre fine alla guerra suicida alla natura che sta alimentando la crisi climatica, portando le specie all'estinzione e distruggendo gli ecosistemi».

Analogo sconcerto tra le fila del WWF Italia, come conferma a Kodami la rappresentante per il clima e l'energia, Mariagrazia Midulla: «Non è stato centrato l'obiettivo principale: il fulcro dell'azione sul clima è l'abbattimento delle emissioni climalteranti, e per fare che ciò avvenga nella realtà e non solo sulla carta servono accordi con indicazioni precise. Per la prima volta l’anno scorso erano state inseriti riferimenti diretti al carbone, ma quest’anno non solo non si è proseguito, ma si è andati addirittura indietro».

In un lungo comunicato al termine dei lavori con i leader mondiali, Guterres ha confermato la scarsa incisività della conferenza: «Il nostro pianeta è ancora al pronto soccorso. Dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni adesso, e questa è una domanda a cui questa Cop non ha risposto».

L'unico risultato raggiunto è quello dell'istituzione del fondo per il "Loss and damage", chiesto da tempo dai Paesi in via di sviluppo, i più vulnerabili a cambiamenti climatici ed eventi meteorologici estremi. Nell'accordo si prevede infatti uno stanziamento di risorse per paesi che pur emettendo una bassissima quantità di inquinanti pro capite si trovano a scontare la maggior parte degli effetti avversi. Nel corso della precedente Cop di Glasgow era stato impossibile raggiungere un traguardo in tal senso, oggi invece la discussione di Sharm El-Sheikh ha dato esito positivo.

«Questo risultato ci fa progredire – ha dichiarato Simon Stiell, segretario esecutivo delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici – I governi hanno preso la decisione innovativa di istituire nuove modalità di finanziamento, oltre a un fondo dedicato, per assistere i Paesi in via di sviluppo nella risposta alle perdite e ai danni».

I governi inoltre deciso di istituire un "comitato di transizione" per formulare raccomandazioni su come rendere operativi i nuovi accordi di finanziamento e il fondo alla COP28 del prossimo anno. Risultati che trovano il favore del WWF: «Il fondo ripara una ingiustizia storica, un obiettivo che perseguivamo da tantissimi anni. Speriamo adesso che i paesi più influenti o con più responsabilità nelle emissioni lavorino coscienziosamente per fare in modo che queste Cop siano sempre più incisive».

In un rapporto reso noto durante la Cop27, il WWF ha rilevato che la natura ha finora assorbito il 54% delle emissioni di anidride carbonica dell'umanità negli ultimi 10 anni. Nel rapporto è stato sottolineato che circa il 31% delle emissioni di Co2 prodotte dall’uomo negli ultimi 10 anni è stato assorbito dagli ecosistemi terrestri tra cui piante, animali e terreni, mentre un ulteriore 23% è stato assorbito dagli oceani, con un costo elevato per molti ecosistemi marini, dato che le loro acque diventano sempre più acide.

La Cop27 di Sharm El-Sheikh era una sfida cruciale per persone e biodiversità dei paesi africani e di tutto il pianeta, ma si è risolto in una bolla di sapone. A pesare è stata anche la marginalità degli attori coinvolti. Un problema che si è riscontrato soprattutto rispetto all'apporto dato dall'Italia. Il ministro per l'Ambiente e la Sicurezza energetica italiana, Gilberto Pichetto Fratin, ha ammesso che «di fatto, non si è riusciti, nonostante il fortissimo impegno da parte dell’Unione Europea e di altri gruppi di Paesi, ad aumentare l’ambizione degli obiettivi ottenuti l’anno scorso a Glasgow, ma anzi non è stato facile ottenerne anche una loro mera conferma».

Il titolare del dicastero ha però segnalato che «si tratta di un passo positivo nelle politiche di contrasto al cambiamento climatico, per cui l’Italia ha fornito un rilevante contributo». Non sono pochi gli osservatori internazionali ad aver giudicato l'azione dell'Italia scarsamente incisiva rispetto alla discussione sul clima. Al contrario di quanto fatto da altri governi, l'Italia non aveva proposte proprie, ma si è limitata a inserirsi nella scia tracciata dalla Francia.

«Mentre tanti paesi europei con i loro governi e ministri sono impegnati nei negoziati finali nelle ultime ore della Cop27 l’Italia si fa notare per la sua assenza ai tavoli – ha detto la co-portavoce di Europa Verde Eleonora Evi – Una vergogna per il nostro paese e una ennesima dimostrazione della completa indifferenza da parte del governo Meloni alla lotta alla crisi climatica, emergenza planetaria che minaccia la stessa sopravvivenza della specie umana».

Non c'era il ministro Pichetto Fratin ad essere seduto ai tavoli di discussione per il "Loss and damage" ma la delegazione italiana con l'inviato speciale per il cambiamento climatico, Alessandro Modiano, e Federica Fricano, già presenti alla precedente Cop26 di Glasgow. «Il problema non è la presenza o meno del Ministro – aggiunge Midulla – ma le politiche che porta concretamente avanti in Italia. Con noi del WWF Pichetto Fratin ha dato disponibilità a collaborare per dare una maggiore spinta alla prossima Cop, e ci ha confermato la disponibilità a proseguire verso obiettivi europei di medio e lungo tempo, ma è cosciente anche che dobbiamo smettere di usare combustibili fossili. Temo però che si tratti solo di parole, perché guardando all’operato del Governo la prima azione è stata quella della norma sulle trivelle nel Mar Adriatico».

Ora la speranza è rivolta alla prossima Cop15 sulla biodiversità che si terrà in Canada dal 7 al 19 dicembre 2022.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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