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11 Maggio 2021
13:29

«Eutanasia per i cani pericolosi»: il caso del regolamento comunale a Roma

Arriva all’Assemblea capitolina il nuovo Regolamento per la tutela e il benessere degli animali di Roma Capitale. Sarà discusso dall’aula tra 10 giorni, ma si è accesa una polemica per l’articolo 19 che affronta la questione dell’eutanasia, visto che nella sua stesura originale prevedeva la “morte dolce” anche per i cani pericolosi.

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Arriva all’Assemblea capitolina il nuovo Regolamento per la tutela e il benessere degli animali di Roma Capitale. Sarà discusso dall’aula tra 10 giorni, ma si è accesa una polemica per l’articolo 19 che affronta la questione dell’eutanasia, visto che nella sua stesura originale prevedeva la soppressione anche per gli animali pericolosi.

Il documento, che risale al 2018, è pronto a diventare una delibera. Dal Campidoglio cercano di smorzare le polemiche verso l’articolo che ucciderebbe non solo per motivi di salute. E’ il presidente della Commissione Ambiente, Daniele Diaco, a spiegare che già nel 2019 aveva presentato un emendamento che sopprimeva questa parte del Regolamento che risale al 2018 e che dunque ora andrà all’approvazione dei consiglieri di Roma.

Cani pericolosi ed eutanasia: il testo dell'articolo conteso

Ci sono due commi dell’articolo 19 che sono finiti nel ciclone delle polemiche, l’1 e il 3. Nella sua versione originaria il comma 1 prevedeva questo testo: «La soppressione con metodo eutanasico degli animali d’affezione è consentita esclusivamente se gravemente malati, non più curabili e con prognosi infausta certificata da un medico veterinario con la specificazione della diagnosi e della relativa prognosi. E’, altresì, consentita per animali la cui comprovata pericolosità sia attestata da diagnosi comportamentale da parte di una commissione medico veterinaria nella quale sia presente almeno un medico veterinario esperto in comportamento animale, e da dichiarazione di "animale non recuperabile"». La versione emendata presentata da Diaco cancella tutta l’ultima frase relativa a quest'ultima ipotesi.

Questo, invece, è il comma 3 nella sua versione originale della stesura del 2018: «Gli animali ospitati nei canili e nei rifugi pubblici e privati convenzionati dichiarati da una commissione medico veterinaria non più curabili, ma in grado di condurre una vita dignitosa, in alternativa alla soppressione possono essere affidati alle associazioni che ne facciano richiesta e siano in grado di gestirli purché non vi sia accanimento terapeutico per gli stessi animali». L’emendamento presentato da Diaco nel 2019 elimina i termini «in alternativa alla soppressione».

La polemica, spiega Diaco a Kodami, è dunque «pretestuosa» perché il testo dell'articolo 19 è stato «stravolto dall'emendamento» che andrà in discussione in Assemblea capitolina insieme a tutto il resto del dispositivo.

I pareri delle associazioni animaliste

Sui social network, tra gli altri, è l’associazione Earth a difendere l’emendamento: «Le associazioni attive su Roma lo sapevano già poiché la bozza del regolamento era stata discussa insieme ad associazioni e Roma Capitale», scrivono sulla loro pagina Facebook, sottolineando di aver chiesto conferma dell’emendamento a Daniele Diaco nel corso di un recente incontro. «Nessuna associazione di tutela degli animali potrebbe accettare l'uccisione immotivata di cani o gatti nelle strutture pubbliche o convenzionate», aggiungono. La Lav Roma aveva denunciato, sempre sui social, come ci siano nel regolamento «parti inserite senza confronto con le associazioni animaliste, che pure avevano partecipato anni fa ai primi lavori di stesura presentando le loro proposte».

«Questo regolamento è una bozza del 2018 approvata in giunta. Il testo meritava e merita un approfondimento molto maggiore rispetto a un iter che si era bloccato inspiegabilmente – spiega Gianluca Felicetti, presidente nazionale della Lav – Ritirare fuori, a oltre due anni di distanza, gli emendamenti e una proposta di regolamento riteniamo che sia un azzardo. La proposta di regolamento del 2018 è per metà una fotocopia del regolamento vigente del 2005 e per l’altra metà ha aspetti innovativi sia positivi sia negativi, sui quali ci siamo rimessi al lavoro con proposte di emendamenti che daremo ai gruppi consiliari. Il vero problema che questa giunta non potrà affrontare, perché in scadenza, è legata agli strumenti di applicazione».

Per Felicetti tra i «nodi negativi del regolamento» la mancanza della riforma del funzionamento dell’ufficio comunale tutela animali, «che dovrebbe essere il cuore pulsante dell’applicazione del regolamento stesso. L’ufficio tutela animale era stato reso inutile dalla giunta Alemanno e confermato come tale, ai minimi termini, dalla giunta Marino. Poi non c'è stato alcun cambiamento con la giunta Raggi. Ci vuole un potenziamento e una qualificazione dell’organico, con poteri chiari, come hanno fatto Milano e Napoli».

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