;Resize,width=638;)
Una banda che batte i parchi, le ville storiche e le strade in cerca di cani da rapire: a Roma, ormai da qualche settimana, sembra essere scoppiata la “psicosi da furgone bianco”, e cioè la notizia, alimentata dalle condivisioni sui social, della presenza di un gruppo di persone che si sposta in città a bordo di un furgone per rapire cani – preferibilmente di razza – arrivando anche ad aggredire i loro pet mate.
Sui social, gli episodi cui si fa riferimento da qualche giorno sono principalmente due: uno a Ostia e uno in zona Infernetto, entrambi quartieri del X Municipio. La dinamica sarebbe sempre la stessa: un furgone bianco che si avvicina a umano e cane a passeggio, due o tre persone che scendono, si avvicinano e provano ad afferrare il cane, prendendosela anche con il pet mate. Il problema è che di denunce alle forze dell’ordine non ne sono state presentate, e che la storia del “furgone bianco” viene tramandata soprattutto sui social network ormai da diverso tempo. Poco importa, però, che non vi siano atti ufficiali: le segnalazioni sui social si susseguono, mai da parte delle persone direttamente coinvolte ma da qualcuno cui «è stato riferito», e sul litorale romano e nei quartieri limitrofi la psicosi ha raggiunto livelli record.

«A Ostia in particolare molte persone sono terrorizzate, hanno paura a uscire a passeggio con il cane – conferma Emanuela Bignami della Lega Nazionale per la Difesa del Cane – Eppure a noi non è arrivata alcuna segnalazione, né di proprietari disperati né di persone cui hanno provato a rapire il cane. Non risultano denunce, né casi dimostrati, ma continuano ad arrivarci avvisi postati sui social network, volantini che non si sa bene dove siano stati fotografati, allarmi condivisi via chat. La cosa è estremamente pericolosa, oltre che controproducente: se effettivamente c’è in giro qualcuno che tenta di rapire i cani sono necessarie denunce e segnalazioni circostanziate e non allarmi lanciati tramite social. Invitiamo quindi le persone che effettivamente sono state protagoniste di tentati rapimenti a farsi avanti, a denunciare alle forze dell’ordine e a segnalare alle associazioni, è l’unico modo per capire quanto di vero c’è in ciò che sta circolando».
Concorde Maurilia Amoroso di Enpa Roma: «Non ci sono mai stati fatti concreti fino a oggi, come denunce, testimonianze, video e la lettura della targa. La mancanza di dati certi ha fatto pensare a una leggenda metropolitana. Il nostro consiglio è comunque quello di accudire e tutelare gli animali tenendoli al guinzaglio, e di non lasciarli animali in giardino senza un controllo e quando ci assentiamo – prosegue – Cautela, buon senso e attenzione in generale. Denunciare comunque è la possibilità a disposizione per aiutare le istituzioni a monitorare il territorio».
La psicosi, nel frattempo, continua a salire. Nei gruppi social ci si scambiano racconti basati sul “sentito dire”, c’è chi, preoccupatissimo, propone di fare ronde, e chi a ogni passaggio di furgoni bianchi si precipita a segnalarne la presenza, senza di fatto fornire, però, testimonianze dirette di tentativi di rapimento. Da qui la richiesta, urgente, delle volontarie delle associazioni attive sul territorio: dati concreti e denunce per consentire agli inquirenti di indagare e, se necessario, di intervenire.