video suggerito
video suggerito
10 Gennaio 2024
15:02

È legale usare dispositivi a ultrasuoni per non far abbaiare i cani?

I dispositivi a ultrasuoni antiabbaio sono purtroppo legali, pur con dei limiti di utilizzo: non devono causare sofferenza all'animale. Inoltre, è fondamentale tenere presente che abbaiare è un'esigenza fondamentale e anche un diritto insopprimibile di ogni cane.

317 condivisioni
Articolo a cura dell' Avvocato Salvatore Cappai
Civilista, esperto in diritto degli animali
cane

Abbaiare è un'esigenza fondamentale e anche un diritto insopprimibile di ogni cane, eppure sono in commercio dispositivi a ultrasuoni ideati per non farli abbaiare. Un cane abbaia per comunicare ma anche per esprimere delle emozioni, sia positive (come la gioia di un incontro) sia negative (come ansia, paura e sofferenza). Spesso i pet mate, senza neppure tentare di capire il perché dei versi continui dei propri cani, tentano di limitarli mediante l'utilizzo di strumenti come i collari antiabbaio che emettono scosse, spray o suoni. Talvolta tentano di fare lo stesso i vicini di casa esasperati, che installano dei sistemi "repellenti" per animali.

Ma è legale utilizzare dei dispositivi a ultrasuoni per non far abbaiare i cani? La risposta è un sì, con dei limiti importanti. Questi dispositivi sono infatti legalmente commercializzati ed utilizzabili ma, come meglio si dirà, il loro uso non deve mai arrivare a causare sofferenza psicofisica ai cani.

Come funzionano gli ultrasuoni antiabbaio

I dispositivi antiabbaio ad ultrasuoni sono degli strumenti che, rilevato l'abbaio di un cane, emettono dei segnali acustici a delle frequenze superiori a quelle udibili dall'orecchio umano. Producono dunque un suono fastidioso (solo) per i cani in modo che questi, per silenziarlo, smettano di produrre i propri versi.

Ne esistono di vario genere e vanno dai collari ai sistemi a distanza. Taluni, consentono la regolazione della frequenza emessa perché la sensibilità uditiva dei cani non è la stessa per tutti. È vero che questi dispositivi sono legalmente in vendita, tuttavia nella consapevolezza dei danni che possono produrre riportano alcuni avviso quali, per fare solo due esempi: "rivolgersi ad un veterinario o addestratore di fiducia per un corretto uso"; oppure "utilizzare lo strumento come soluzione temporanea e non a lungo termine".

Gli ultrasuoni antiabbaio sono legali?

Chiarito il funzionamento dei dispositivi acustici antiabbaio ad ultrasuoni, si può affermare come la commercializzazione degli stessi – nel nostro Paese – risulti consentita e perfettamente lecita. La riprova giunge dal fatto che se ne trovano in vendita una miriade, dalle tipologie e qualità assai differenti. Questo non significa, però, che il loro utilizzo sia sempre e comunque lecito. Suoni a frequenze elevate, infatti, possono causare forti fastidi e persino sofferenza ai cani (così come agli altri animali in grado di percepirli).

Per questa ragione, nel silenzio della normativa nazionale, alcuni Comuni, con le loro regolamentazioni, hanno iniziato a porre dei limiti anche nel campo in discorso. Per fare un esempio concreto, nel "Regolamento comunale di tutela degli animali e interazione uomo-animali" del Comune di Cecina è previsto il divieto di «collari a strangolo o quelli con dispositivi a spruzzo, soffio od ultrasuoni, qualora causino anche il minimo danno psico-fisico all’animale».

Anche il Ministero della Salute è intervenuto sulla questione inviando alle regioni una nota di chiarimento nella quale si legge che «le diverse tipologie di collari (elettrici, acustici, a ultrasuoni, spray, ecc) sono connotate da differenti utilizzi (addestramento, rintraccio, localizzazione, ecc) ed effetti; per quanto riguarda i collari acustici, dal parere del CReNBA emerge che strumenti ad elevate intensità e frequenze (es. 100-130 dB SPL; 2000-3000 Hz) possono causare una perdita temporanea dell’udito (spostamento della soglia uditiva) o una perdita permanente dell’udito. Pertanto, al fine di garantire il benessere animale e il rispetto della normativa, in primis la Convezione europea per la protezione degli animali da compagnia, articolo 7). "Nessun animale da compagnia deve essere addestrato con metodi che possono danneggiare la sua salute ed il suo benessere, in particolare costringendo l’animale ad oltrepassare le sue capacità o forza naturale, o utilizzando mezzi artificiali che causano ferite o dolori, sofferenze ed angosce inutili", l’utilizzo di collari acustici che possono raggiungere le intensità e frequenze sopra riportate non è consentito in quanto potrebbe configurare il reato di maltrattamento ai sensi dell’art. 544-ter del CP».

In altre parole, sia i regolamenti comunali che la nota ministeriale prevedono un uso di strumenti ad ultrasuoni responsabile, che non sia in alcun modo idoneo a causare danni (fisici o psichici) ai cani. Confermano in tal modo l'indirizzo da tempo assunto dalla Corte di Cassazione con riguardo all'uso dei collari antiabbaio che producono scosse elettriche.

Per citare due pronunce sul tema:

  • Con la Sentenza n. 15061 del 2007 la Corte di Cassazione Penale ha statuito che: «l'abuso nell'uso del collare coercitivo di tipo elettrico "antiabbaio" integra il reato di maltrattamento di animali, di cui all'art. 544 ter cod. pen., atteso che ogni comportamento produttivo nell'animale di sofferenze che non trovino adeguata giustificazione costituisce incrudelimento rilevante ai fini della configurabilità del citato delitto contro il sentimento per gli animali».
  • Con la Sentenza n. 3290 del 2017 la Corte di Cassazione Penale ha ben chiarito che: «ai fini dell'integrazione del reato di cui all'art. 727, comma 2, c.p., non è necessaria la volontà del soggetto agente di infierire sull'animale, né che quest'ultimo subisca delle lesioni. Integra, pertanto, il reato di cui all'art. 727, comma 2, c.p. l'utilizzo del collare c.d. antiabbaio, che provoca al cane scosse o altri impulsi elettrici tramite comando a distanza, poiché concretizza una forma di addestramento fondata esclusivamente su uno stimolo doloroso tale da incidere sull'integrità psicofisica dell'animale».
Avatar utente
Salvatore Cappai
Avvocato
Avvocato con la passione per la divulgazione. Mi occupo di diritto civile, con particolare riguardo ai campi della responsabilità civile, dell’assistenza alle imprese e del “diritto degli animali”. Mi sono avvicinato a quest’ultima materia circa dieci anni fa, quando ho incontrato Gaia, la mia cagnolina, che ha stravolto la mia visione sul mondo degli animali e sulla vita assieme a loro. La mia community social, nella quale da anni informo con semplicità su tematiche giuridiche, conta oltre 350.000 iscritti.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views