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22 Novembre 2023
10:55

Il tassista rifiuta di far salire cani e gatti: può farlo?

Il tassista può rifiutarsi di far salire cani e gatti? La risposta, in generale, è sì. Ci sono però delle divergenze di regolamentazione a livello locale, e in più esiste anche una importante eccezione per i cani guida. Vediamo di cosa si tratta.

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Articolo a cura dell' Avvocato Salvatore Cappai
Civilista, esperto in diritto degli animali
taxi

Il tassista può rifiutarsi di far salire cani e gatti? È una domanda importante dato che oggigiorno, per milioni di persone, gli animali domestici sono membri della famiglia a tutti gli effetti; vivono in casa, si nutrono con prodotti appositamente scelti per loro, dormono in comodi giacigli e, tra le altre cose, seguono i pet mate in ogni loro spostamento. Per questi ultimi, di conseguenza, risulta assai importante potersi spostare, in compagnia dei propri animali, usufruendo dei diversi mezzi di trasporto, tra cui anche dei taxi.

Sorge spontaneo domandarsi, dunque, se il tassista possa rifiutarsi di trasportare gli animali domestici. La risposta generale (per tutto il territorio nazionale) è affermativa, può farlo liberamente. Ci sono però delle divergenze di regolamentazione a livello comunale ed esiste un'eccezione valevole ovunque: la corsa in taxi non può mai essere impedita ai cani guida per non vedenti.

Il tassista può rifiutarsi di far salire cani e gatti?

La normativa nazionale non prevede alcun divieto di accesso degli animali domestici a bordo dei taxi. Allo stesso tempo, però, non prevede alcun obbligo di trasporto degli stessi a carico dei tassisti. Occorre dunque inquadrare questa tipologia di servizio per poter ricavare la disciplina in concreto applicabile. Il taxi (anche noto come autopubblica) non è altro che un veicolo a noleggio con conducente, il quale trasporta dei passeggeri a titolo oneroso. Detto mezzo, sebbene utilizzato per trasporto pubblico, rimane di natura privata. Inoltre, il taxi non effettua un trasporto di linea (nel quale percorso e fermate sono definite dall'ente locale competente) e dunque non deve sottostare alle regole per quest'ultimo specificamente previste.

Per tutte queste ragioni, le regole del taxi sono principalmente quelle che detta lo stesso tassista, il quale (sempre in via generale) può anche stabilire il divieto di trasporto degli animali domestici. Questo principio subisce delle variazioni a livello locale per via di differenti regolamentazioni comunali.

Per fare qualche esempio:

  • Il "Regolamento comunale sulla tutela degli animali del Comune di Roma", in proposito stabilisce che «nel caso specifico del trasporto pubblico su taxi, i conducenti degli stessi hanno la facoltà, tramite preventiva comunicazione telefonica se prenotati, di rifiutare il trasporto di animali di grossa taglia; quelli di piccola taglia, quali ad esempio gatti e piccoli cani, sono sempre ammessi al trasporto»;
  • Stessa dicitura è presente nel "Regolamento comunale per la tutela degli animali" del Comune di Firenze;
  • Nel "Regolamento per il benessere e la tutela degli animali del Comune di Milano" il Comune si impegna a promuovere «la presenza sul territorio di taxi disponibili e attrezzati per il trasporto di cani e altri animali d’affezione, fermo restando il rispetto delle disposizioni pertinenti di cui al Codice della Strada»;
  • Il "Regolamento comunale per la tutela degli animali del Comune di Verona" statuisce in proposito che «il tassista ha la facoltà di rifiutare il trasporto di animali pericolosi, quando non contenuti negli appositi trasportini, e/o animali di grossa taglia, con eccezione dei cani guida per non vedenti».

Se queste sono solo alcune delle variabili previste a livello comunale, come accennato sopra, esiste un'eccezione alla libera scelta del tassista che si impone sempre ed ovunque: questi non può rifiutare il trasporto dei cani guida per non vedenti.

La legge n. 37 del 14 febbraio 1974, così come integrata dalla Legge n. 60 del 8 febbraio 2006, infatti, sul punto stabilisce che «il privo di vista ha diritto di farsi accompagnare dal proprio cane guida nei suoi viaggi su ogni mezzo di trasporto pubblico senza dover pagare per l'animale alcun biglietto o sovrattassa».

Cosa fare se il tassista non vuole far salire cani e gatti

Essendo la normativa sul trasporto di animali in taxi così tanto variabile a seconda del territorio in cui ci si trova, prima di poter pretendere dal tassista il trasporto dei propri amici a quattro zampe è importante informarsi sulla regolamentazione del comune di riferimento. In molti casi è sufficiente una rapida ricerca sul web. Se il regolamento gli impone il trasporto degli animali domestici è possibile richiedere con decisione il rispetto delle norme e, in mancanza, segnalare la condotta alle forze dell'ordine.

Sicuramente può sempre rivolgersi a queste ultime il privo di vista a cui viene rifiutato il trasporto assieme al proprio cane guida. In questo specifico caso la normativa sopra richiamata prevede infatti che «i responsabili della gestione dei trasporti (…) che impediscano od ostacolino, direttamente o indirettamente, l'accesso ai privi di vista accompagnati dal proprio cane guida sono soggetti ad una sanzione amministrativa pecuniaria consistente nel pagamento di una somma da euro 500 a euro 2.500».

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Salvatore Cappai
Avvocato
Avvocato con la passione per la divulgazione. Mi occupo di diritto civile, con particolare riguardo ai campi della responsabilità civile, dell’assistenza alle imprese e del “diritto degli animali”. Mi sono avvicinato a quest’ultima materia circa dieci anni fa, quando ho incontrato Gaia, la mia cagnolina, che ha stravolto la mia visione sul mondo degli animali e sulla vita assieme a loro. La mia community social, nella quale da anni informo con semplicità su tematiche giuridiche, conta oltre 350.000 iscritti.
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