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15 Febbraio 2022
12:39

Due nuovi nidi artificiali per il falco pescatore, uno dei rapaci più rari d’Italia

Due nuovi nidi artificiali sono stati installati in due oasi wwf del centro e sud Italia per favorire l'espansione del falco pescatore in nuove aree della nostra penisola.

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Due nuovi nidi artificiali per favorire la riproduzione dei falchi pescatori sono stati realizzati in due Oasi wwf del centro e sud Italia: ad Alviano in Umbria e a Serre Persano in Campania. Un passo importante per favorire l'espansione della specie, tra le più rare in Italia. I nidi di falco pescatore infatti in Italia sono appena sette, distribuiti nelle zone umide di Sardegna e Toscana. Proprio il mese scorso, ben sessantasei esperti erano scesi in campo, parallelamente ad altri gruppi di ricerca europei, per un dettagliato censimento incentrato sulla specie.

Parallelamente, per poter monitorare il comportamento degli individui e disincentivare possibili azioni di bracconaggio, ancora purtroppo molto comuni, è stato realizzato un nuovo impianto di video-sorveglianza nel nido dell’Oasi e Riserva Regionale Laguna di Orbetello. I due partner, Mora e Orbetello, sono già stati osservati nel nido: un ottimo segnale per il successo riproduttivo della specie.

Queste attività vanno ad inquadrarsi nel più ampio progetto "ReNature Italy – rigeneriamo la natura d'Italia". Un piccolo passo per favorire le comunità degli ecosistemi delle zone umide del nostro paese, alcuni tra gli ambienti naturali più importanti e più minacciati.

Il progetto ReNature Italy

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Il progetto ReNature Italy è un ambizioso programma di conservazione portato avanti da WWF Italia, che nella brochure del 2021 lo descrive così: "Con la campagna ReNature Italy vogliamo risanare la natura distrutta del nostro Paese e ristabilire la connettività ecologica, riportando gli ecosistemi ad uno stato di naturalità e salute più vicino a quello originario".

Gli ambiti di azione della campagna sono molteplici e possono essere suddivisi in:

Protect & Connect – L'obiettivo entro il 2030 è che il 30% di superficie terrestre e marina del nostro Paese sia efficacemente protetta, e di questi un 10% di territorio con protezione integrale, risanando i territori naturali frammentati con la realizzazione una vera e propria rete ecologica nazionale a partire da 3 super-corridoi, le wildways alpina, padana ed appenninica.

Restore – Per restaurare gli habitat degradati, a partire da 5 aree prioritarie, con l’obiettivo di ripristinare almeno il 15% del territorio italiano, destinare alla biodiversità almeno il 10% dei terreni agricoli e ristabilire la continuità di almeno 1600 km di fiumi italiani.

Rewild – Al fine di potenziare la tutela di specie chiave (come lupo, orso bruno marsicano e lontra), anche tramite la reintroduzione in natura o il ripopolamento, interventi necessari per specie quali il cervo italico, la lince, l’aquila di Bonelli e il falco pescatore

Riguardo l'installazione dei nuovi nidi, abbiamo contattato Remigio Lenza, responsabile dell'Oasi WWF di Persano: «Negli ultimi anni abbiamo potuto registrare un piacevole aumento delle frequentazioni di giovani falchi pescatori in dispersione nel nostro territorio, habitat in effetti ideale per la specie. Considerate che alcuni individui nati in Toscana sono monitorati tramite GPS, ed è possibile quindi monitorarne gli spostamenti».

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Tipico nido artificiale occupato da una coppia di falchi pescatori

Quella della dispersione giovanile è un comportamento comune per i rapaci nei primi anni di vita. Il piano, insomma, è quello di far trovare dei punti idonei alla nidificazione della specie in un territorio già frequentato seppur sporadicamente. «La nidificazione non dovrà avvenire per forza già da quest'anno, anche se ovviamente ce lo auguriamo. Sarebbe un ottimo risultato anche solo avvistare gli individui nei pressi del nido artificiale per farli abituare alla struttura. D'altronde in queste cose bisogna avere pazienza».

Il falco pescatore

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Il falco pescatore (Pandion haliaetus) è un rapace diurno della famiglia Pandionidae (ordine Accipitriformes). È presente in tutti i continenti ad eccezione dell'Antartide e dell'Oceania dove è diffusa una specie affine, il falco pescatore orientale (Pandion cristatus). Nonostante sia una specie diffusissima in tutto il mondo, il falco pescatore aveva smesso di nidificare nel nostro paese dagli anni sessanta con le ultime coppie registrate in Sicilia e Sardegna.

Dal 2011 è tornato a nidificare in Toscana, nella provincia di Grosseto, dopo quasi cinquant'anni di assenza, e dal 2014 nel Parco Naturale della Maremma e nella Riserva Naturale Diaccia Botrona a Castiglion della Pescaia, grazie ad un riuscito intervento di reintroduzione. Presente anche nell'arcipelago toscano presso l'Isola di Montecristo, mentre dal 2016 è ritornato a nidificare in Sardegna cosa che non avveniva dal 1966 a Capocaccia nei pressi di Alghero.

Nel maggio 2019 una coppia di falchi pescatori, la quinta dall'inizio del progetto, ha dato alla luce tre piccoli, dopo aver nidificato all'interno dell'Oasi WWF di Orti-Bottagone. In occasione della nidificazione dei falchi pescatori, è stata intensificata la sorveglianza della riserva. La femmina, soprannominata Ameriga, è nata nel 2016 da una coppia della Diaccia Botrona, è dotata di un sistema GPS ed ha un anello identificativo alla zampa, mentre il maschio invece è di provenienza sconosciuta.  Purtroppo uno dei tre piccoli è morto alla fine di agosto in Sardegna durante il suo viaggio migratorio, folgorato dopo essersi posato su un palo della luce.

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