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3 Novembre 2023
13:46

Dopo oltre 150 anni dall’estinzione locale, gli ararajuba tornano a colorare i cieli di Belém

Scomparso da oltre 150 anni dalle foreste intorno alla città brasiliana di Belém, il parrocchetto dorato è tornato in natura grazie a un ambizioso progetto di reintroduzione di successo che sta permettendo di creare una popolazione ecologicamente funzionale, ben naturalizzata e sostenibile.

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Il Brasile ospita il più alto numero di specie di pappagalli al mondo, ma anche la maggior parte di quelli che rischiano di sparire per sempre. I pappagalli sono infatti tra gli uccelli più a rischio di estinzione di tutti, con circa il 30% delle oltre 400 specie conosciute considerate minacciate. Tra queste c'è anche il colorato parrocchetto dorato (Guaruba guarouba), un pappagallo dal brillante piumaggio giallo che vive esclusivamente nella parte settentrionale del bacino amazzonico brasiliano, ma che fortunatamente sta lentamente tornando a colorare i cieli brasiliani, anche in aree da cui è sparito da oltre 150 anni.

Un ambizioso progetto di reintroduzione in natura, coordinato dall'Istituto per lo Sviluppo Forestale e la Biodiversità dello Stato del Pará (IDEFLOR-Bio) e dalla Fondazione Lymington, ha infatti permesso di allevare con successo questa specie in cattività per circa 20 anni. E a partire dal 2017, poi, ha finalmente dato il via al primo tentativo di reintrodurre l'ararajuba (come viene chiamato in Brasile) in natura, all'interno di un'area protetta di recente creazione a Belém, capitale dello stato del Pará, dove l'ultimo avvistamento credibile della specie risaliva addirittura a oltre 150 anni fa.

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Una coppia di adulti (ai due lati) guida nei suoi primi voli uno dei primi giovani parrocchetti nati in natura (al centro) dopo il rilascio. Foto da Vilarta et al., 2021

In questi anni, all'interno delle foreste pluviali protette dal Parco Statale di Utinga, sono stati liberati in più occasioni circa 50 individui, che gradualmente, anche grazie all'aiuto e al supporto degli esperti, si sono adattati bene e hanno cominciato rapidamente a riprodursi in totale autonomia. Come infatti dimostra il report sulle attività del progetto pubblicato sulla rivista Diversity nel 2021, la reintroduzione è stata un vero e proprio successo e sta permettendo di creare finalmente una popolazione ecologicamente funzionale, ben naturalizzata e sostenibile.

A causa del loro aspetto colorato e vivace, questi pappagalli – come in realtà tantissime altre specie sgargianti e carismatiche – hanno subito un drammatico declino numerico della popolazione, per colpa soprattutto del bracconaggio e del commercio illegale di animali esotici, che insieme all'incessante perdita di habitat, li ha portati a essere considerati "Vulnerabili" all'interno della Lista Rossa delle specie minacciate redatta dalla IUCN, che stima siano rimasti in natura meno di 10.000 individui in totale in tutto il Brasile.

Considerando però la progressiva distruzione dell'Amazzonia e la drastica riduzione dell'areale storico, la sopravvivenza a lungo termine di questa specie in natura potrebbe essere seriamente compromessa senza non vengono attuate misure urgenti di conservazione. Tra queste c'è sicuramente la reintroduzione a partire da animali nati in attività, dove questi pappagalli sembrano essere fortunatamente piuttosto prolifici e facili da allevare. Le reintroduzione sono infatti un importante strumento di conservazione sempre più utilizzato per compensare gli impatti negativi delle attività umane sulle popolazioni e sugli ecosistemi.

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Alcuni individui allevati in cattività

In numerosi casi è già stata utilizzata per salvare o recuperare specie che erano ormai sull'orlo dell’estinzione, come per esempio la petroica delle Chatham (Petroica traversi), piccolo passeriforme salvato a partire dal 1980 grazie alla riproduzione in cattività a partire dagli ultimi 5 individui rimasti sull'arcipelago, tra cui una sola femmina. In alcuni casi estremi, inoltre, è spesso l'unica opzione disponibile per salvare specie addirittura ormai già completamente estinte in natura, come nel caso di un altro carismatico pappagallo, ovvero l'ara di Spix (Cyanopsitta spixii).

Fortunatamente, anche per il colorato ararajuba il progetto di reintroduzione è stato un grande successo e sta quindi permettendo di rimediare a un'estinzione che, seppur locale, servirà da incoraggiamento e da ispirazione per ulteriori misure di conservazione e rilasci in natura che avverranno in futuro. L'ennesima dimostrazione che quando la nostra specie lo vuole davvero è in grado di riparare con forza e tenacia alla maggior parte degli errori compiuti: il ritorno del parrocchetto dorato nei cieli di Belém ne è uno degli esempi più lampanti.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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