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14 Dicembre 2022
17:11

Divulgazione scientifica e fake news: Kodami tra i relatori del seminario all’Università di Palermo

"Sì alla divulgazione, no alle fake news" è il seminario dell'Università di Palermo al quale prenderà parte anche Kodami per raccontare la complessa realtà della divulgazione scientifica al tempo dei nuovi media.

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False verità scientifiche e leggende metropolitane: sono queste le insidie maggiori per chi fa informazione in Rete e soprattutto per chi la riceve. Per questo all'Università di Palermo docenti e studenti hanno deciso di realizzare un ciclo di incontri per dire "Sì alla divulgazione, no alle fake news".

Il seminario è promosso dai rappresentanti dell'associazione studentesca "Vivere Scienze" insieme ai professori dei Dipartimenti di Agraria, Farmacia e Biotecnologie, ed è rivolto ai futuri laureati dell'ateneo palermitano.

Tra i relatori chiamati a intervenire nella giornata di giovedì 15 dicembre 2022 c'è anche Kodami che attraverso la giornalista Maria Neve Iervolino porterà la visione di tutta la redazione agli studenti. «Abbiamo pensato a Kodami per la sua grande influenza nel mondo dei nuovi media e per il lavoro che svolge nello sfatare le fake news più diffuse sul mondo animale», spiega Stefania Castellini, coordinatrice del corso di studi di scienze biologiche e rappresentante del Dipartimento per Vivere Scienze.

Fin dalla sua creazione, infatti, Kodami si è impegnata nello smantellare le false credenze più diffuse su etologia, zoologia e zooantropologia. Una missione che il nostro magazine segue con una rubrica apposita, sia video che scritta, chiamata "Debunking bestiale". La rubrica, attraverso video e articoli, si occupa proprio di "sbufalare" notizie diffuse da altri media o sui social senza essere state debitamente verificate. Il debunking avviene sia attraverso un lavoro di fact-checking da parte della redazione che con il costante confronto con gli esperti del nostro comitato scientifico.

Il lavoro di promozione della verità scientifica e giornalistica prosegue anche sul fronte più strettamente divulgativo attraverso il contributo dei redattori nel format "Kodami Zoom" nel quale “guardiamo da vicino” gli animali del Pianeta raccontandone la storia e le caratteristiche. A cominciare, ad esempio, dai superpoteri delle zanzare.

Anche sul versante della cronaca e dell'inchiesta giornalistica Kodami si è impegnata a fare chiarezza attraverso la rubrica "L'ora blu", nel quale la direttrice del magazine, Diana Letizia, si occupa di mostrare come stanno davvero le cose attraverso indagini sul campo che tengono conto sempre del benessere di tutti gli esseri viventi, animali umani e non. Lo abbiamo fatto raccontando casi di cronaca come quella della vicenda della giovane Simona Cavallaro, ferita a morte dai cani della pineta di Satriano, e spiegando il mondo delle staffette che trasportano ogni anno migliaia di cani da un capo all'altro dello Stivale.

Un mix di divulgazione scientifica e giornalismo: è questo il "metodo Kodami" che Maria Neve Iervolino proporrà agli studenti dell'Università di Palermo per aiutarli a capire come riconoscere e combattere le fake news. Sempre nella giornata del 15 dicembre il discorso si sposterà su tecnologia e ricerca attraverso il contributo del professore Giuseppe Gallo, il quale parlerà di come "Le biotecnologie robotiche trasformano il mondo". Il seminario si concluderà poi con il professore Giulio Ghersi al quale è affidato il compito di raccontare una "Italia prima in Europa per pubblicazioni scientifiche".

L'idea di instaurare un momento di confronto tra studenti e docenti, volto a distruggere le fake news del mondo scientifico, è nata all'interno dell'ateneo durante la pandemia da Covid-19 e si è concretizzata con la promozione del seminario. «Negli anni della pandemia ci siamo resi conto di quanto fosse facile anche per gli addetti al settore cadere nelle trappole delle fake news, per questo adesso che tutte le attività sono stabilmente in presenza abbiamo dato vita a questo ciclo di incontri con cui vogliamo informare i ragazzi, e aiutarli a comprendere l'importanza della ricerca scientifica e l'affidabilità delle fonti», conclude Castellini.

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