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4 Novembre 2022
10:16

Dieci cuccioli abbandonati a Caltanissetta sono morti di stenti: mille euro per trovare l’autore del reato

Dieci cuccioli sono morti di stenti dopo essere stati abbandonati nelle campagne di Caltanissetta. Uno di loro era ancora vivo, accanto alle carcasse dei fratelli in avanzato stato di decomposizione, quando è arrivata la segnalazione ai volontari. Purtroppo, dopo due giorni, anche l’ultimo sopravvissuto è morto in canile dopo una lunga agonia.

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Uno, sui dieci cuccioli ritrovati abbandonati nelle campagne di Caltanissetta, sembrava poter sopravvivere all’orribile gesto di chi li ha condannati a soffrire senza cibo né acqua sotto il sole cocente di questi giorni in Sicilia. Purtroppo poi anche lui è morto di stenti dopo aver lottato con tutte le sue forze.

A denunciarlo sono state le associazioni animaliste del posto, indignate e spaventate dai sempre più frequenti casi di abbandono nella comunità.

A raccontare la storia a Kodami è Armando Turturici, volontario dell’associazione “Oasi dei Pelosi di Caltanissetta”e membro del gruppo “Randagini sotto un tetto”, entrambe realtà operative e attive per la tutela e il benessere degli animali del territorio.

«Siamo arrivati al punto di offrire una ricompensa di 1000 euro a chiunque possa fornirci informazioni sul soggetto che ha compiuto tale atrocità. Ci rendiamo conto che sembra quasi una cosa da "far west", ma questo è un segnale forte che vogliamo lanciare alla comunità, affinchè casi del genere non si ripetano mai più –  racconta il volontario a Kodami – vogliamo che nell’agenda delle priorità delle istituzioni rientrino le situazioni di cui sono vittime, quotidianamente, decine di cani del territorio: randagi e non».

A segnalare la presenza dei dieci cuccioli abbandonati nelle campagne di Contrada Canicassè di Caltanissetta è stato un passante che, attirato dai deboli lamenti dell’unico cane sopravvissuto provenienti da una scatola di cartone, ha immediatamente allertato le associazioni di volontariato e le autorità locali che, giunte sul posto, non hanno potuto far altro che constatare la morte dei nove cuccioli già in avanzato stato di decomposizione e ordinare il trasferimento dell’unico sopravvissuto presso un canile privato della città.

Purtroppo, anche per il decimo cucciolo non c’è stato niente da fare: è morto dopo circa due giorni dal recupero, era molto disidratato a causa della prolungata esposizione sotto il sole e senza aver avuto alcuna possibilità di refrigero.

«Probabilmente i cuccioli non erano stati neppure svezzati, perciò crediamo possibile che in giro ci sia una cagna a cui sono stati strappati i propri figli con tanto latte alle mammelle che potrebbe causarle non pochi problemi di salute – continua Armando – non è la prima volta che in questa contrada si verificano casi di abbandono. Purtroppo è una zona famosa, non soggetta ad alcun tipo di controllo, che permette ai criminali di disfarsi dei propri cani in modo indisturbato».

Armando Turturici, così come altri volontari di associazioni animaliste siciliane ascoltati da Kodami, ha dichiarato di essere molto provato dall’ultimo evento accaduto, stanco dell’indifferenza delle istituzioni che rimangono inerti dinnanzi ai crimini commessi ai danni degli animali e demoralizzato dall’inciviltà di molte persone che, ancora oggi, preferiscono far nascere cuccioli per poi condannarli alla morte piuttosto che sterilizzare i cani di cui dovrebbero prendersi cura. «Il problema di Caltanissetta, e più in generale della Sicilia, non sono solo i randagi ma sono soprattutto i cani padronali che 90 volte su 100 non sono microchippati, né sterilizzati e sfuggono ad ogni controllo da parte dei veterinari e delle autorità di competenza», continua il volontario.

Più volte, come ci racconta Armando, le associazioni del posto hanno proposto alle istituzioni locali diversi progetti ed interventi mirati al monitoraggio delle nascite dei cani randagi e al controllo del fenomeno degli abbandoni delle cosiddette cucciolate casalinghe. Il volontario nissene, in accordo e con l’aiuto degli altri animalisti accreditati del Comune di Caltanissetta, ha sottolineato agli organi preposti l’esigenza di operare sul territorio con sterilizzazioni di massa non solo dei randagi ma anche dei cani di famiglia, incentivando i pet mate a procedere ad adozioni consapevoli e sensibilizzando sul tema delicato dell’abbandono, piaga della società.

«Il randagismo costa al Comune di Caltanissetta annualmente centinaia di migliaia di euro, somme pubbliche che vengono investite in maggior parte nel mantenimento dei cani nei canili, strutture da cui gli animali non uscirebbero mai se non grazie al costante lavoro di noi volontari che agiamo senza alcun aiuto, se non quello proveniente dalle donazioni dei privati –  spiega Armando – le somme potrebbero essere destinate anche a progetti di sensibilizzazione dei cittadini, avvalendosi anche dell’aiuto dell’Asp che potrebbe e dovrebbe incentivare la comunità alle sterilizzazioni dei cani che vivono negli ambienti familiari prevedendo ad esempio degli aiuti per chi si trova in particolari situazioni di difficoltà economica».

In attesa di ulteriori risvolti sul crimine commesso a danno dei dieci cuccioli, le associazioni hanno sporto una denuncia contro ignoti che si spera possa diventare una denuncia a carico di un nome e cognome ben preciso, servendosi dello strumento della ricompensa da mille euro offerta a chiunque voglia aiutare a risalire all’autore dell'orrendo gesto che ha provocato tanta sofferenza ai poveri animali indifesi.

«Non è molto difficile arrivare al colpevole: di sicuro nella sua casa o nella sua campagna si trova la cagna a cui sono stati strappati i cuccioli e che avrà le mammelle piene di latte» conclude Armando che, cogliendo l'occasione di aver raccontato la triste storia ai lettori di Kodami, invita ufficialmente le autorità locali ad intervenire nel minor tempo possibile a fronte della gravità del fenomeno dell'abbandono, sempre più frequente, in molte regioni del sud Italia.

Chiunque voglia aiutare nelle ricerche del colpevole può scrivere all’email coordinamento.randagismo@gmail.com

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Federica Gennaro
Volontaria
Dottoressa in giurisprudenza all'Università degli studi di Palermo e volontaria animalista siciliana, sono operativa sul territorio nella gestione del fenomeno del randagismo. La scrittura e l'amore per gli animali sono da sempre le mie più grandi passioni e grazie a Kodami ho la possibilità di esprimerle al meglio.
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