5 Luglio 2021
12:58

Darko e i suoi fratelli: sei randagi dal Kosovo in Italia per un progetto contro il randagismo nei Balcani

Il "Progetto Kossovo" di LAV è iniziato con l'arrivo di Darko e i suoi fratelli, sei randagi salvati dal KFOR Kosovo Force, la missione di pace NATO, dalle strade di Decan e Junik. Con la collaborazione della Fondazione per i Diritti Animali in Kosovo e dell'Associazione Trentino per i Balcani ATB, si stanno portando cibo e vaccini, si stanno formando nuovi veterinari specializzati in vaccinazioni e sterilizzazioni e si sta cercando di sensibilizzare un paese dove si contano circa 25 mila randagi.

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Giornalista
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Darko, il primo arrivato il Italia (credits: LAV)

Darko, Ugo, Lindt, Jerry, Amelia e Norman aspettano di incontrare le loro anime gemelle umane in Italia. Vagavano randagi in Kosovo fino a quando alcuni militari del contingente italiano del KFOR – Kosovo Force, la missione di pace della NATO, li hanno ritrovati, scheletrici e affamati, sotto un cespuglio. Impietositi dalle loro condizioni di disagio estremo, li hanno recuperati e affidati alle cure dei volontari della Lav. Quindi il viaggio in nave, da Durazzo a Bari, e l’affidamento alle strutture che li avrebbero rimessi in sesto, curati e rifocillati. Ora sono pronti per l’adozione e per trasformarsi nei testimonial del progetto di LAV per il contrasto al randagismo in Kosovo.

L’arrivo di Darko & company

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Lindt, uno dei randagi arrivati in Italia dal Kosovo in cerca di adozione (credits:LAV)

Darko, con i suoi occhioni scuri e languidi, è stato il primo ad arrivare. Contemporaneamente è partito il primo invio di 100 vaccini e antiparassitari a favore dei cani di strada kosovari che, ad aprile sono volati dall’aeroporto militare di Pratica di Mare alla volta del piccolo paese balcanico, quella costola della Serbia che soltanto da 13 anni ha conquistato la sua indipendenza politica ma che ancora soffre vistosamente le ferite della guerra del ’98/99, ultimo appuntamento della dissoluzione dell’ex Jugoslavia.  L’arrivo in Italia di Darko e i suoi compagni di viaggio e l’invio degli antiparassitari dall’Italia al Kosovo sono le prime due attività del progetto a favore dei cani randagi che LAV sta sviluppando in Kosovo in collaborazione con l’Associazione Trentino con i Balcani – ATB, e la Fondazione per i Diritti degli Animali in Kosovo, nata con il supporto di LAV.

Per i randagi di Decan e Junik

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Un progetto concreto che vuole dare una risposta alle problematiche del randagismo nelle aree di Decan e Junik e gettare le basi per una prevenzione strutturata del fenomeno, con il coinvolgimento delle municipalità di queste aree. «La presenza di randagi in Kosovo è allarmante, sia nei centri abitati sia nelle zone rurali. Una fonte di sofferenza per gli animali coinvolti che necessita di un urgente intervento – dichiara Ilaria Innocenti, responsabile Animali Familiari LAV che assieme all’Associazione ATB, a partire dal 2017 ha effettuato 4 missioni in Kosovo – Con questo progetto vogliamo dare un contributo concreto che getti le basi per una corretta gestione del randagismo nel tempo». E sempre per sostenere questo progetto, durante l’ultima missione a fine 2019, è stato presentato il libro Teo, cane di strada ideato da Sara Carlin, attivista di LAV Trentino, e illustrato da Tiziano Beber di ATB. Il ricavato delle donazioni del libro consentirà in parte di finanziare un progetto educativo di sensibilizzazione e informazione, sia in Italia che nei Balcani, e in parte di sostenere e promuovere la Fondazione per i Diritti degli Animali in Kosovo, impegnata in attività di sterilizzazione sul territorio e di formazione dei veterinari.

Il progetto Kosovo: adozioni, formazione e sterilizzazione

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I randagi sono stati ritrovati sotto un cespuglio, denutriti e disidratati dal contingente KFOR della NATO e affidati alla LAV (credits:LAV)

Martedì 29 e mercoledì 30 giugno 2021 si sono intanto tenuti i primi moduli della formazione prevista dal "Progetto Kosovo” in materia di sterilizzazione, diretta a veterinari e studenti di medicina veterinaria. Dopo il corso di formazione 5 veterinari e studenti di medicina veterinaria verranno in Italia per il tirocinio. Previsto anche un corso per i volontari che accudiscono i cani sul territorio. Appena la situazione epidemiologica lo permetterà, LAV invierà due medici veterinari in Kosovo per la formazione pratica dei veterinari kosovari e per una campagna di sterilizzazione della durata di due settimane.

Un aiuto per i randagi rimasti in Kosovo

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Il randagismo in Kosovo, così come nel resto dei Balcani, è una e propria piaga (credits:LAV)

Parallelamente arriveranno in Kosovo 1.700 kg di cibo per cani mentre, ai fini della riduzione delle nascite, il progetto finanzierà la sterilizzazione, la microchippatura e la vaccinazione di 50 cani che saranno rilasciati sul loro territorio di provenienza. «Il primo modulo on-line con un interprete in lingua albanese, prevedeva due lezioni di due ore ciascuna rivolte a medici veterinari e studenti di medicina veterinaria kosovari e albanesi che hanno chiesto di poter partecipare alla formazione – spiega la Innocenti. – Le lezioni sono state tenute da docenti della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari su tecniche di sterilizzazione chirurgica nel cane e anestesia. Con la formazione vogliamo trasmettere la conoscenza delle migliori tecniche chirurgiche per arginare  la riproduzione incontrollata dei cani vaganti, che alimenta il randagismo, che in Kosovo ha delle proporzioni davvero allarmanti».

Il randagismo in Kosovo: 25 mila il numero di cani sul territorio

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Si stima che circa 25 mila cani randagi vivano di stenti nelle strade del Kosovo (credits: LAV)

«Non ci sono dati ufficiali e nemmeno non ufficiali sul numero approssimativo di cani a Pristina – spiega Elza Ramadani, della Fondazione per i diritti animali in Kosovo – poiché ogni giorno ci sono nuovi abbandoni di cani, nuove nascite, cambi di territorio. È molto difficile contare i cani in un comune, anche approssimativamente. Secondo i nostri calcoli, partendo dal numero segnalato nel progetto statale di sterilizzazione nel 2018 per la Regione di Pristhina (circa 5.000) e in tutto il Kosovo (circa 14.000 cani randagi sterilizzati) pensiamo che un numero realistico di randagi in Kosovo si aggiri intorno ai 25 mila, anche se si può considerare un numero in costante cambiamento».

Quali sono le cause?

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I cani sono stati portati in Italia in nave e curati presso una struttura italiana. Ora cercano adozione (credits:LAV)

Il Kosovo è una paese complicato. Giovanissimo per età ma senza lavoro. Secondo kosova.it Il paese ha la popolazione più giovane d'Europa (l'età media è di 29 anni, meno di un decimo della popolazione ha più di 65 anni) e fa registrare una crescita media annua del PIL del 4% nell'ultimo decennio. Eppure, oltre un terzo della popolazione non lavora, percentuale che sale al 60% tra i giovani. È chiaro che con una situazione difficile come questa e tanti problemi legati ancora ai postumi della guerra, le difficoltà per chi ha a cuore la sorte degli animali sono ancora maggiori. Infatti gli abbandoni sono una delle cause maggiori del randagismo. «Oltre all’abbandono, va segnalato anche l’allevamento e la vendita incontrollata da parte degli allevatori. Limportazione illegale di animali al seguito e la riproduzione continua per strada di cani non sterilizzati – spiega ancora Elza – Se lo Stato non registra i cani con i loro umani e non controlla l'allevamento e l'importazione di cani da diversi paesi, i cani randagi aumenteranno di numero ogni giorno, anche se si applicano misure di castrazione e sterilizzazione. Registrando tutti gli animali da compagnia in Kosovo, sarà più facile controllare la situazione di abbandono dei cani e sanzionare le persone che abbandonano i loro animali da compagnia per strada».

Pochi canili e tutti al collasso

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Darkoe i suoi compagni di viaggio si sono mostrati socievoli e mansueti (credits:LAV)

«Vagano per le strade, alla disperata ricerca di cibo e acqua, spesso malati di rogna e cimurro. I canili sono pochi e tutti al collasso – aggiunge la Innocenti di LAV – Il fenomeno è reso particolarmente drammatico a causa della totale assenza di presidi veterinari pubblici e della limitata presenza di volontari in aiuto dei randagi». Una situazione registrata e segnalata anche dal contingente italiano della KFOR – Kosovo Force, la missione di pace della NATO che opera in Kosovo. Le attività di controllo del territorio, infatti, in più occasioni hanno dato modo di riscontrare la gravità del fenomeno. E spesso, è stata proprio la LAV ad essere avvisata e contattata per verificare la possibilità di sostenere le associazioni locali, con l’obiettivo di trovare una sistemazione agli animali e garantirgli le cure necessarie.

L’attesa per una nuova vita italiana dei sei piccoli randagi

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Per le adozioni si può scrivere a adozionilav.it o consultare il sito amarefabene.lav.it (credits:LAV)

Darko, Ugo, Lindt, Jerry, Amelia e Norman, intanto, aspettano che inizi sul serio la loro nuova vita italiana. Aspettano di incontrare le loro anime gemelle e di trovare qui in Italia, una vita migliore e più dignitosa. «Quando è arrivato Darko era stanco e provato dal viaggio, un po’ timoroso come è naturale, ma si è dimostrato subito buonissimo – racconta Amelia la volontaria della LAV che lo sta accudendo – nei giorni sta acquistando fiducia e prendendo confidenza con il nuovo ambiente. Ha un carattere docile ed estremamente socievole, con la vivacità propria della sua giovanissima età, ma è anche estremamente ricettivo e sta rapidamente imparando ad andare al guinzaglio. Siamo certi che non sarà difficile per lui ambientarsi in una famiglia e, anzi ci auguriamo che arrivino presto delle richieste di adozione». Per Darko e per gli altri: adozioni@lav.it oppure consultare il sito: amarefabene.lav.it

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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