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9 Dicembre 2022
10:41

Dal gorilla di Chiellini al pinguino di Hakimi ai Mondiali: perché i giocatori per esultare imitano gli animali?

Spesso per festeggiare le grandi azioni, i calciatori utilizzano comportamenti ripresi dagli animali. Così come ha fatto il terzino marocchino Achraf Hakimi dopo il gol nei quarti quarti di finale della Coppa del Mondo vinti contro lo Spagna. Ma il suo è solo l'ultimo caso, non di certo l'unico.

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Il gol è valido solamente se poi esulti e, soprattutto, se lo fai come si deve. Questa è una regola senza eccezioni. Perché le esultanze nel calcio sono una parte essenziale.

Spesso per festeggiare le grandi azioni, i calciatori utilizzano comportamenti ripresi dagli animali. Cosa che ha fatto il terzino marocchino Achraf Hakimi nei quarti di finale della Coppa del Mondo vinti contro lo Spagna.

L’ex Inter, infatti, dopo il rigore che ha portato alla vittoria la sua squadra, ha esultato mimando la tipica camminata dei pinguini. Il perché preciso di questo gesto non si conosce, ma in molti hanno parlato di un omaggio a Sergio Ramos che non ha partecipato al Mondiale perché Luis Enrique lo ha lasciato fuori dalla lista dei convocati.

Quello di Hakimi è sicuramente l’ultimo caso, ma di certo non l’unico. Per esempio, dopo il gol del 3-0 contro la Corea del Sud,  l'attaccante brasiliano del Selecao, Richarlison ha coinvolto tutta la squadra e il Ct nel "ballo del piccione", copyright dell'attaccante del Tottenham fin dai tempi dell'Everton.

In Italia, invece, abbiamo King Kong Giorgio Chiellini che battendosi i pugni sul petto proprio come faceva il celebre gorilla cinematografico dopo ogni gol, si è guadagnato questo soprannome.

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Il "Gallo" Andrea Belotti è rimasto sempre fedele al suo soprannome mimando una cresta dopo ogni rete realizzata. E in Serie A anche Emmanuel Gyasi, attaccante dello Spezia, ha preso le sembianze di un canguro dopo un gol segnato a Cagliari.

Andrea Caracciolo, l’ex Brescia e Palermo, anche se si è ritirato, continua a essere per tutti l'airone. Per anni ha esultato, infatti, mantenendosi fedele al proprio nomignolo.

Spostandoci all’estero, l'attaccante del Leicester Jamie Vardy, dopo un gol contro il Wolverhampton, esultò ululando come un lupo. Vero che giocava contro i "Wolves"… Contro il Crystal Palace invece, esultò sbattendo le ali come un'aquila, mascotte del club.

Matty Taylor del Bristol, invece, dopo un gol, decise per esempio di strisciare a terra come un verme. Non sempre, infatti, vengono scelti animali coraggiosi e possenti.

Kevin Nolan, ex attaccante di Bolton, Newcastle e West Ham, è diventato noto per i gol e per la "chicken dance" con cui li festeggiava.

Mentre la geniale squadra islandese dello Styarnan, in uno dei suoi festeggiamenti ricrearono una vera e propria scena di pesca, con tanto di pescatore e salmone che abbocca all'amo contorcendosi. Numeri uno per la fantasia.

Nonostante tutto questo, però, Cristiano Ronaldo rimane top. Nel Mondiale di quattro anni fa, dopo la tripletta alla Spagna nell'esordio, esultò mimando il pizzetto della capra, che in inglese si dice "goat” ma che è anche l'acronimo di “the greatest of all times” che tradotto significa "il più grande di tutti i tempi".

Quel gesto, racconta chi conosce i retroscena, sarebbe stata una provocazione verso il suo rivale più acerrimo, Lionel Messi, con il quale si contende il titolo di più forte calciatore di tutti i tempi e che aveva avuto in quei giorni la copertina di una rivista in cui era apparso con una capra vera per intendere lo stesso significato.

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Simona Sirianni
Giornalista
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