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6 Settembre 2022
16:15

Dal box alla pet therapy: la storia speciale di Alice e Nicole

Una storia fatta di crescita e di sacrifici, ma anche di salvezza. A raccontarcela è Alice, una ragazza di 28 anni che vive a Palermo.

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Una storia fatta di crescita e di sacrifici, ma anche di salvezza. A raccontarcela è Alice, una ragazza di 28 anni che vive a Palermo. Nicole è una meticcia di 4 anni, di cui tre trascorsi insieme alla sua pet mate: «La storia mia e di Nicole è una storia di amore, di famiglia e di resilienza. Era il 2019 e io ero da qualche mese andata a vivere da sola. Sentivo il bisogno di una famiglia tutta mia e così decisi di adottare un cane. Il mio amore spassionato per i cani credo mi abbia accompagnata sin da piccolissima, non ricordo una fase della mia vita che non fosse accompagnata dall’interesse per loro e soprattutto dal desiderio di poterne adottare uno. Mi rivolsi a un rifugio di Palermo e poco dopo i volontari mi presentarono Nicole».

Nicole aveva già un anno quando Alice è venuta a sapere di lei: «La prima volta che sentii parlare di lei e che la vidi in un breve video, mi emozionai tantissimo, al punto da avere quasi paura. Paura di non esserne all’altezza. Insomma, è una vita che in qualche modo dipende da te. Non ci ho dormito per alcune notti e poi mi sono detta: “Bando alle ciance, quella creatura rischia di passare la sua esistenza dentro al box di un rifugio!”».

Il giorno prima di andare a visitare il rifugio, dando uno sguardo ai post dei vari cani in cerca di casa, Alice si è imbattuta nella descrizione che facevano di Nicole: “Lei è un bocciolo che se ben curato sboccerà in tutto il suo splendore”, e così Alice si è diretta al rifugio senza più alcun dubbio per dare inizio a una nuova vita in compagnia della sua nuova amica.

«Il 25 marzo del 2019 dopo due incontri preliminari la portai in quella che per sempre sarebbe stata la nostra casa. Salimmo le scale gradino dopo gradino, perché lei le scale non le aveva mai viste prima. Mi sono seduta, e un gradino dopo l’altro la incoraggiavo. Lei si è fidata, da subito. Da quei gradini è partita la nostra scoperta del mondo. Mi risuona sempre, quando penso a questa scena, la poesia di Montale “Ho sceso dandoti il braccio, almeno un milione di scale”. Perché anche se ero io a guidare lei nella scoperta del mondo, in realtà lei mi ha guidata verso la scoperta di me stessa e delle infinite possibilità che la relazione uomo-animale può offrire».

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«Nicole ha vissuto il primo anno di vita, e dunque il più importante dal punto di vista dello sviluppo, nel box di un rifugio. Aveva timore a passare da qualsiasi soglia di ingresso/uscita di un ambiente, le nostre prime passeggiate consistevano in qualche zampata vicino casa nel timore di tutti i rumori che una città può offrire. La prendevo in braccio e tornavamo a casa. Non ho mai vissuto tutto ciò con frustrazione, sapevo che saremmo andate ogni giorno un po’ più in là. Un giorno incontrammo un cane che la invitò al gioco. Lei rimase impassibile. Pochi passi dopo mosse lei l’invito al gioco, rivolgendolo a me. Mi commuovo ancora oggi se penso a quell’episodio. Come se mi avesse detto “Io lo so fare, io so cosa significa, ma lo voglio fare con te, che sei la mia base sicura; non sono ancora pronta ad aprirmi agli altri.” Ogni giorno una conquista, ogni giorno una scoperta. L’intesa era tale che, se è vero che lei stava progredendo grazie alla fiducia che nutriva nei miei confronti, allo stesso tempo io sono stata capace di sostenerla perché avevo una fiducia cieca in lei e nelle sue capacità».

«In pochissimo tempo abbiamo ottenuto risultati incredibili. Pochissimo se si pensa a quanto difficile potesse essere stato per lei vivere a proprio agio in un contesto così caotico. È la migliore compagna che io potessi mai incontrare. Credo che oggi non sarei quella che sono senza il suo prezioso contributo. È vero che in qualche modo io le ho salvato la vita, ma lei ha cambiato la mia, per sempre».

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Ma Alice non si è fermata all'adozione di Nicole: «L’amore genera amore e dalla nostra unione è nata una vera e propria famiglia. Abbiamo adottato due gatti, Picasso e Fortunata Mina, e altre due cagnoline, Zelda, coetanea di Nicole e sua sorella d’adozione, e Ivano, anziana ex randagia. Ma non finisce qui, perché ci capita ahimè spesso di recuperare dalla strada cani e gatti, di accoglierli e di riabilitarli, dal punto di vista della salute fisica e spesso psicologica. Nicole mi ha anche aperto la strada verso gli Interventi Assistiti con Animali. Un giorno, per caso, scoprii la sua sensibilità verso la vulnerabilità psicologica degli esseri umani. A oggi siamo in formazione, e le soddisfazioni sono state enormi! Nicole ha ricevuto grandi riconoscimenti dagli esperti nel settore, per le sue competenze intraspecifiche e interspecifiche, mostrando una notevole risonanza con gli stati emotivi degli esseri umani. Per noi questa è una doppia vittoria, perché è la dimostrazione del fatto che nei canili si trovano delle anime stupende e che per fare Interventi Assistiti non serve acquistare un cane di una determinata razza. Ciao Kodami, vi salutiamo con l’augurio che ogni anima possa trovare un compagno di viaggio con cui sbocciare».

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