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10 Aprile 2022
16:00

Da Torino al Madagascar per salvare i lemuri indri ascoltando la loro voce

L'indri è un lemure del Madagascar in pericolo critico di estinzione. Ma dall’Italia è partito un progetto dell'Università di Torino per salvarli monitorandoli e ascoltando i loro canti.

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In Madagascar c’è un lemure molto particolare. Si tratta dell'indri (Indri indri) e il suo habitat è la foresta pluviale orientale. Minacciato dalla perdita di habitat e dalla caccia, è attualmente una specie a rischio critico di estinzione. La caccia illegale è un grosso problema. Anche se a lungo si è pensato che l’indri potesse essere protetto dai “fady” locali, tabù tradizionali che impongono la tutela dell’animale, non sembra essere più così e i lemuri sono ora cacciati anche in luoghi dove queste tabù tribali esistono.

Ma dall’Italia è partito un progetto proprio per salvarli. La U Onlus e una parte del gruppo di ricerca di Etologia e Bioacustica dell'Università di Torino, (del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi), sono attualmente impegnate a condurre il primo e unico monitoraggio a lungo termine di questa popolazione, nell’Area naturale protetta di Maromizaha, in Madagascar. La Wso, la World Sustainability Organization, con il suo progetto Friend of the Earth, per tutto il 2022 seguirà il monitoraggio.

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Clarissa Puccioni, scientific officer di Friend of the Earth, sarà in Madagascar per riportare l’andamento delle attività svolte e per eseguire ulteriori studi. Clarissa si unirà alle guide locali, responsabili del progetto, e insieme monitoreranno gli indri ascoltando e registrando il loro canto, raccogliendo dati sulle loro abitudini alimentari e sui loro spostamenti.

Studi recenti nei villaggi della foresta di Makira indicano che gli indri sono stati cacciati in passato anche per le loro pelli e che venivano indossate come abiti. La carne di indri, inoltre, è molto pregiata e ha un prezzo elevato. I corridoi tra Mantadia e Zahamena, in particolare, sono un importante sito di conservazione, dove dovrebbero essere implementate ampie azioni di educazione alla conservazione, per eliminare la caccia.

L’altra grande minaccia per questa specie è la distruzione dell'habitat per diversi motivi: l‘agricoltura cosiddetta "slash and burn", un metodo di coltivazione che comporta il taglio e la combustione di piante in una foresta o in un bosco per creare campi, il disboscamento e la raccolta di legna da ardere, che qui avvengono anche all'interno delle aree protette.

Il Maromizaha Conservation Project contribuirà alla conservazione della popolazione di lemuri indri a Maromizaha durante un progetto di un anno, a partire dal 1 gennaio. L’iniziativa mira quindi a proteggere i lemuri indri, attraverso due attività principali: il monitoraggio degli esemplari (dal monitoraggio acustico passivo delle famiglie di lemuri al supporto delle comunità locali sia in termini di dotazioni per la conservazione della biodiversità che di coinvolgimento e aumento della consapevolezza sulle azioni di conservazione), e il ripristino dell'habitat (sostegno alla gestione forestale locale e programma di espansione della rete di habitat protetti nel corridoio Ankeniheny-Zahamena).

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Dal 2008 sono stati monitorati 12 gruppi familiari di Indri indri selvatici nell’area protetta della foresta pluviale di Maromizaha. Attualmente ci sono 4 guide di ricerca che eseguono indagini quotidiane sugli animali, raccogliendo dati comportamentali e spaziali su ogni gruppo di indri, a livello individuale e di gruppo (non viene utilizzato nessun collare, ogni individuo è riconoscibile grazie al colore del pelo e ai segni naturali della pelliccia). Inoltre, è in corso un monitoraggio acustico passivo della popolazione di indri, grazie ad un sistema di registrazioni.

Le foreste abitate dagli indri risuonano ogni giorno dei loro canti. Il progetto di ricerca intrapreso dall'Università di Torino e dai suoi partner è il primo studio a lungo termine (attivo dal 2004) sulla comunicazione vocale, la variabilità genetica, la dinamica di popolazione e il comportamento spaziale dell'indri. Scienziati e studenti italiani e malgasci stanno valutando gli aspetti più rilevanti per la conservazione, adottando approcci multidisciplinari.

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