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19 Luglio 2022
9:56

Cosa sappiamo sul cane “rapito” da un gabbiano a Napoli. L’appello: se hai visto qualcosa, scrivici

Da giorni ormai non si parla d'altro che del gabbiano che sarebbe sceso in picchiata su un Pinscher nano afferrandolo e volando via con il cane. Abbiamo analizzato la vicenda con l'etologa Federica Pirrone.

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Un Pinscher attaccato da un gabbiano in picchiata al bosco di Capodimonte, a Napoli, afferrato dalla pettorina con il becco e poi volato via catturato dall'uccello.

L’episodio è stato reso noto da Carlo Restaino, consigliere della III Municipalità Stella-San Carlo all'Arena (Europa Verde), che ha diffuso la notizia su un gruppo locale su Facebook "Abitanti di Capodimonte", lanciando anche un appello affinché le persone tengano i cani al guinzaglio nel parco napoletano. «Già qualche giorno fa avevo ricevuto segnalazioni da parte di cittadini che lamentavano che i gabbiani all’entrata di Porta Piccola erano molto aggressivi – spiega a Kodami – Alcune persone hanno riferito di averli visti prelevare dei gattini allo stesso modo, afferrandoli con il becco e volando via, e poi una mia conoscente mi ha raccontato quanto accaduto con il cane».

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Stando a quanto riferito dalla donna a Restaino, il Pinscher era libero sul prato nella zona del Belvedere quando è arrivato il gabbiano che è sceso su di lui chiudendo il becco sulla pettorina e rialzandosi poi in volo. «La sua umana, una turista straniera, non ha potuto fare nulla – aggiunge il consigliere – Mi hanno riferito che tutto è durato pochi secondi e che la donna non è riuscita a reagire, ha potuto soltanto guardare il gabbiano portare via il cane. Ha urlato, sotto choc, ma la persona che ha assistito al fatto l’ha poi persa di vista. Quest'ultima ha detto di aver compreso solo che il cane aveva circa due anni e che non era tenuto al guinzaglio. In realtà nel bosco di Capodimonte non è possibile portare i cani senza guinzaglio se non in apposite aree».

Il Consigliere ha dunque confermato a Kodami quanto da lui diffuso in prima persona e poi riportato da diversi media. Vorremmo però aggiungere un appello ulteriore, oltre a quello del seguire le regole vigenti nel bosco cittadino relativamente all'uso del guinzaglio: vi è mai capitato di assistere a eventi di questo tipo? A questo episodio nello specifico, ma anche a altri casi in cui gabbiani hanno attaccato altri animali portandoseli via? A seguire Federica Pirrone, etologa e membro del comitato scientifico di Kodami, spiega dal punto di vista etologico cosa potrebbe essere accaduto e questo è un primo e fondamentale aspetto che ci sembra importante da rendere noto. Inoltre raccogliere maggiori testimonianze dirette sicuramente è utile per parlare in maniera più scientifica e meno allarmistica e comprendere, spiegare e dunque poi affrontare la questione da un punto di vista che racchiuda allo stesso tempo la tutela di tutte le specie coinvolte e come la convivenza nelle nostre città sia qualcosa di complesso e delicato. E certamente definire i gabbiani "maledetti" non aiuta in alcun modo a creare consapevolezza e, appunto, non alllarmismo.

L'esperta: «Attacco possibile, difficile sia volato via: evento di rarità straordinaria»

A oggi, dunque, come lo stesso Consigliere ha spiegato, non si hanno certezze su cosa sia accaduto esattamente. Ciò che è accertato, invece, è che in quella zona del parco come in tante aree di Napoli ma di tante altre metropoli la presenza di gabbiani che spesso banchettano con i rifiuti abbandonati accanto ai cestini della spazzatura è "normale", tra rifiuti che attirano del resto anche topi e gatti. E proprio la presenza di una fonte di cibo garantita, così come di un nido, fornisce elementi utili per fare un'analisi almeno etologica relativamente a questo evento e a casi in cui gli uccelli si accaniscono su altre specie.

Che il gabbiano possa avere attaccato il cane, come parte di un comportamento predatorio, può essere avvenuto, spiega Federica Pirrone ma averlo afferrato e e portato via all'etologa sembra davvero un comportamento quantomeno raro: «I gabbiani non hanno artigli, hanno piedi palmati "progettati" per nuotare, non per trasportare oggetti. Per questo solitamente usano il becco. E comunque di solito, col becco, trasportano cibo di piccole dimensioni, perché il becco non si apre del tutto e la presa è scarsa. Un Pinscher adulto appare troppo grande per essere afferrato da un gabbiano, che peraltro pesa certamente meno. Anche se afferrasse il cagnetto, questo sarebbe troppo pesante per permettergli di volare via».

«Senza foto e video è veramente difficile sapere con certezza cosa sia accaduto – precisa però Pirrone – Episodi di questo tipo ogni tanto si sentono, ma sono estremamente rari. Il gabbiano doveva essere davvero molto grosso per riuscire in questa impresa e il cagnolino particolarmente piccolo. Si può supporre che abbia percorso una brave distanza comunque prima di lasciarlo».

«Sempre ammesso che sia accaduto – conclude l'etologa – il comportamento del gabbiano può essere stata protezione nei confronti dei piccoli. Il cane magari abbaiava e/o correva ed è stato visto come una minaccia oppure, in alternativa, una predazione. Però ripeto, si tratta di eventi di rarità straordinaria».

Dalle parole della nostra esperta, dunque, ancora una volta risalta la difficoltà di poter dare una spiegazione univoca e certa in assenza di testimonianze dirette. Nessuna denuncia, intanto, è stata presentata da parte della pet mate del cane e di lei non si trovano tracce che possano far risalire alla sua indentit. Chiediamo, dunque, ai lettori di Kodami di contattarci alla mail redazione@kodami.it per raccogliere maggiori informazioni e andare più a fondo su questa vicenda.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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