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16 Novembre 2023
10:26

Cosa mangiano le farfalle?

Le farfalle si nutrono principalmente di nettare e per farlo utilizzano loro proboscide, chiamata anche spiritromba. Non sempre, però si limitano a succhiare il nettare offertogli dalle piante.

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Le farfalle fanno parte del gruppo dei lepidotteri, uno degli ordini di insetti più vasti e apprezzati in assoluto. Noti per i colori sgargianti delle loro ali, questi invertebrati sono responsabili dell'impollinazione di un grande numero di fiori, da cui traggono il nettare di cui si nutrono. La loro caratteristica principale è sulla superficie delle ali, che dispongono di piccole scaglie pigmentate che riflettono la luce e che gli permettono di possedere la loro tipica colorazione brillante.

Un altro carattere importante, che permette di distinguerli da tutti gli altri ordini d'insetti, è il loro apparato boccale. Le farfalle adulte, infatti, sono munite di una spiritromba, una sorta di cannuccia ripieghevole o una proboscide che gli consente di succhiare i liquidi quando raggiungono un fiore. Non tutte le specie però si nutrono di nettare, con alcune farfalle che si possono persino spingere a succhiare le lacrime dei mammiferi o i liquidi dei corpi in putrefazione, che trovano in natura. In linea generale, però, quasi tutte le specie di lepidotteri appartengono al sottordine dei glossata, ovvero al gruppo di farfalle che usano la spiritromba per succhiare il nettare.

Nel mondo esistono circa  180.000 specie di lepidotteri (incluse le falene), presenti in ogni angolo del mondo tranne che ai poli e in quelle zone estremamente desertiche dove nessun fiore riesce a sopravvivere. Il legame fra questi insetti e le piante è fra più consolidati e stretti mai nati in natura, quindi è difficile riuscire a trovare delle farfalle nelle zone in cui le piante sono rare o assenti.

L'alimentazione delle farfalle: cosa mangiano e cosa bevono?

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Il 99% dei Lepidotteri presenti sulla Terra appartengono al sottordine dei Glossata e dunque da adulte usano la spiritromba per andare a caccia di nettare, ma anche di qualche altra particolare fonte di liquidi, con cui integrano la loro dieta.

Ovviamente, per aumentare la fidelizzazione da parte di questi insetti, le piante da milioni di anni cercano di attrarre il maggior numero possibile di farfalle, fornendogli costantemente sostanze zuccherine di cui vanno ghiotte. Per migliorare però le probabilità che una farfalla vada a visitare esclusivamente la loro specie, le piante hanno cominciato anche a specializzarsi affinché i loro fiori potessero accettare la visita solo di pochi impollinatori. Hanno cominciato così ad evolvere le strutture che circondano le loro antere e gli stami in modo da avere la garanzia che solo gli impollinatori adeguati, dotati di determinate strutture boccali e dei giusti comportamenti, potessero trovare nutrimento fra i loro organi sessuali e compiere il lavoro sporco per la loro riproduzione.

A seguito di questa specializzazione, specie diverse di farfalle hanno cominciato quindi a fare visita a differenti tipologie di piante, andando ad accentuare l'evoluzione dei loro organi boccali verso alcuni fiori. Il rapporto specializzato fra farfalle e fiori si è dimostrato molto fruttuoso, anche perché ha permesso agli ecosistemi di dotarsi di un maggior numero di specie e agli organismi di formare delle vere e proprie simbiosi. Basti infatti considerare che le farfalle impollinatrici vivono sulla Terra da circa 180 milioni di anni e che hanno superato anche diverse estinzioni e travolgimenti climatici.

Come detto, però, non tutte le farfalle si nutrono esclusivmanete di nettare. Esistono infatti delle specie che si nutrono principalmente di polline, come le farfalle Eliconidi, che secernano un particolare enzima proteolitico dalle ghiandole salivari in grado di scindere gli aminoacidi presenti nel polline. Quando le farfalle, inoltre, soffrono per la carenza di acqua o di altre sostanze alimentari, possono anche spingersi a visitare i laghi e i fiumi per bere un po' di acqua, così come i cadaveri o gli escrementi degli animali, il cui sangue o le deiezioni possono fungere da ottima risorsa idrica per queste creature.

Questo comportamento si definisce in inglese mud-puddling, che letteralmente significa "rimescolamento del fango". È un comportamento molto comune nelle farfalle, ma che è presente anche in molti altri animali, come le falene (appartenente sempre all'ordine dei Lepidotteri) o in altri generi di insetti. Forse però il comportamento più strabiliante che è possibile osservare fra le farfalle è la lacrimofagia.

A seguito di alcune carenze minerali connesse al sodio, alcune specie come la Dryas iulia o la Mecistoptera griseifusa si avvicinano infatti ai rettili o ai mammiferi per succhiare le lacrime che questi vertebrati producono quando volgono il loro sguardo al sole. Queste specie possono anche posarsi sugli esseri umani, come dimostrano diversi racconti provenienti dai diari degli esploratori tedeschi e inglesi in Sud America, infastiditi da quelle che venivano descritte gergalmente come dei parassiti.

Come e quando mangiano le farfalle?

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Due farfalle Iulia bevono le lacrime delle tartarughe in Ecuador. Wikimedia Commons

Quando le farfalle trovano la loro principale fonte di cibo di solito si poggiano con le loro zampe sulla superficie esterna del fiore, cominciando a contrarre i muscoli della loro spiritromba per svolgere il loro apparato boccale che può essere lungo quanto il resto del corpo. La spiritromba, inoltre, è formata dai due lobi esterni delle mascelle che presentano dei margini conformati in modo tale che possano creare una sorta di tubo. In verità, quindi la spiritromba è composta da due cilindri tagliati a metà in senso longitudinale, che attaccati insieme formano il canale da cui passa il cibo.

Visto che i lepidotteri possono solo succhiare dei liquidi, le farfalle eliconidi di cui abbiamo già parlato utilizzano l'avvolgimento della spiritromba per frantumare i granuli di polline, così da accelerare il lavoro del loro enzima digestivo – che come detto emettono dalle ghiandole salivari – e permettere al loro apparato boccale di succhiare via il liquido risultante dal processo di digestione. Per suggere comunque qualsiasi tipologia di liquido, questi insetti esercitano una pressione negativa tramite la contrazione di altri muscoli boccali, presenti alla base dell'apparato boccale.

A differenza inoltre di quanto si crede, non tutte le farfalle sono in grado di alimentarsi quando raggiungono la vita adulta. Alcune delle specie che da adulte vivono solo qualche settimana in attesa di riprodursi e deporre le uova, ovvero le specie effimere, presentano un apparato boccale non completamente sviluppato e in pratica non possono svolgere la loro spiritromba per nutrirsi e quindi non mangiano. Tra queste specie abbiamo la bellissima pavonia maggiore o Saturnia pyri, presente nei nostri boschi come in diverse altre regioni del Mediterraneo.

Dopo il processo di metamorfosi, gli adulti di questa specie consumano le risorse accumulate durante il periodo in cui erano bruchi e in generale muoiono entro pochi giorni impiegati prevalentemente per riprodursi. Le specie più longeve, invece, si nutrono più spesso e possono anche passare metà delle loro giornate andando a caccia di fiori.

Cosa mangiano le farfalle in casa?

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Le farfalle possono essere attratte dai fiori che sono presenti nei nostri giardini, come dall'essenze che usiamo all'interno delle nostre case per profumarle e pulirle. In generale, però, quando ci troviamo delle farfalle o delle falene dentro casa, questo non indica che abbiamo una particolare fortuna. Questi insetti infatti vanno sempre alla ricerca dei luoghi in cui possono ricavare le maggiori risorse e vengono spesso ingannati dall'abbondanza di aromi che provengono dalle nostre case.

In alcuni casi possono anche trovarsi nei nostri solai e nei nostri ambienti domestici perché questi ambienti possono fungere da rifugi rispetto ai capricci del clima e qualora voleste aiutarli a vivere qualche giorno dentro casa vostra potete nutrirli con il miele, un po' d'acqua e il polline provenienti da delle comuni margherite. I fiori solitamente acquistati dai vivai, infatti, possono fungere da attrattori per questi insetti, per non parlare poi di come alcune aziende vivaistiche si siano specializzate nell'offrire ai loro clienti delle piante coltivate proprio per attirare le attenzioni dei lepidotteri.

Fra queste specie abbiamo per esempio i lillà e la buddleia, come anche la lavanda, il rosmarino, la Caryopteris e la Salvia yangii. Le farfalle sono difatti così attratte in natura dai fiori di queste specie che trascurano persino spesso il pericolo rappresentano dai ragni. Se volete invece allontanare le farfalle dalla vostra dispensa o dalle finestre, basterà utilizzare dei prodotti anti tarme, come sostanze che hanno alla base essenze di menta e citronella.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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