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26 Aprile 2022
17:00

Cosa fare quando si trova un uccellino a terra

In primavera può capitare di trovare uccellini in difficoltà a terra. Non sempre però hanno bisogno del nostro aiuto. Ecco quindi quando e come intervenire quando troviamo un uccello a terra.

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Tra la primavera e l'estate, anche in piena città, può capitare di imbattersi in uccelli a terra rimasti feriti, in pulli caduti dal nido oppure apparentemente abbandonati dai loro genitori. Sapere come comportarsi a seconda delle situazioni è fondamentale se vogliamo soccorrerli con successo e nel modo giusto, ma bisogna prestare molta attenzione, non sempre infatti un uccello a terra ha bisogno del nostro aiuto. Ci sono alcuni casi in cui possiamo intervenire e altri in cui è meglio non farlo: scopriamo quindi se e come farlo.

Le indicazioni che troverete di seguito sono ovviamente di carattere generale e relative esclusivamente al primo soccorso. È assolutamente vietato in Italia detenere in casa o allevare uccelli selvatici, per cui il nostro obiettivo deve sempre essere quello di soccorrerlo lasciandolo libero oppure per affidarlo alle mani esperte di un CRAS, il Centro di Recupero per Animali Selvatici.

Un uccello va raccolto se…

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Un giovane colombaccio evidentemente ferito appena consegnato a un CRAS

Un uccello trovato a terra va raccolto e soccorso solo in precise situazioni. In primis se si tratta di un esemplare evidentemente ferito o in cattivo stato di salute. Che sia un adulto o un giovane poco importa, se l'animale presenta ferite, è ricoperto di parassiti oppure mostra piumaggio e aspetto trasandato va raccolto, tenuto al caldo e sistemato in una scatola di cartone forata (per esempio quella delle scarpe): il buio lo aiuterà a restare più tranquillo e a stressarsi meno. Appena messo in sicurezza va poi immediatamente consegnato al CRAS più vicino.

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Un pullo caduto dal nido evidentemente troppo giovane per sopravvivere

Un'altra circostanza in cui possiamo intervenire riguarda i pulli caduti dal nido. Se l'uccellino che abbiamo trovato non ha il corpo ricoperto da piume (o lo ha solo in parte), non si regge in piedi sulle proprie zampe e non è in grado di saltellare o camminare, allora siamo di fronte a un piccolo che è caduto dal suo nido o che lo ha lasciato troppo presto. Talvolta potrebbero anche essere già ricoperti da penne e piume, ma possiamo comunque riconoscere un pullo che necessita di aiuto grazie alla presenza degli astucci che avvolgono le piume e per la parte carnosa e gialla molto evidente ai lati del becco.

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Un pullo di passero caduto dal nido. Piumaggio incompleto, parte carnosa e gialla molto evidente ai lati del becco e l’incapacità a reggersi in piedi ci aiutano a capire che va raccolto e aiutato

In questi casi l'ideale sarebbe ricollocare l'uccellino all'interno del proprio nido quanto prima, tuttavia la maggior parte delle volte è difficile riuscire a individuarlo o raggiungerlo in sicurezza, per cui anche in questo caso bisogna rivolgersi quanto prima a un CRAS. Come nel caso di un esemplare adulto ferito, il piccolo va adagiato al caldo all'interno di una scatola e portato al Centro di Recupero più vicino.

Il caso particolare dei rondoni

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I rondoni non sono in grado di alzarsi in volo da terra, per cui hanno bisogno del nostro aiuto

Capitolo a parte meritano i rondoni, straordinari migratori e tra le specie nidificanti più comuni in città, soprattutto in centri storici dove ci sono edifici antichi. In Italia ci sono tre specie nidificati, il rondone comune, quello pallido e quello maggiore. Si tratta di uccelli molto particolari che hanno zampe molto corte, ali estremamente lunghe e che passano quasi la loro intera esistenza perennemente in volo, anche quando dormono. Se finiscono a terra, per qualsiasi motivo, non riescono a rimettersi in volo, per cui il nostro intervento è indispensabile.

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Un rondone in difficoltà raccolto in città

Non sono in grado né di camminare né di volare o alimentarsi ed è molto complicato aiutarli a riprendere il volo a prescindere se si tratti di giovani, individui feriti o in salute. Serve quindi il nostro soccorso e la consegna immediata a un Centro Recupero, nelle stesse identiche modalità descritte per adulti feriti e pulli di altre specie caduti dal nido: all'interno di una scatola di cartone forata.

Un uccello non va raccolto se…

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Un giovane merlo fuori dal proprio nido che non è ancora in grado di volare. Se non si trova in una situazione di pericolo imminente va lasciato lì, saranno i genitori ad accudirlo

Come anticipato all'inizio dell'articolo, non sempre un uccello a terra ha bisogno del nostro aiuto, anche se non è in grado di volare. Molto spesso se si interviene per eccesso di generosità si rischia solo di peggiorare le cose. È molto importate quindi sapere riconoscere le circostanze in cui non bisogna assolutamente intervenire, oppure è bene farlo solo in parte.

Molti uccelli, come i comunissimi merli, durante la loro crescita attraversano sempre un periodo a terra prima di imparare a volare, con i genitori che continueranno a nutrirli e a seguirli incessantemente. Se ci troviamo quindi di fronte a un pullo con piumaggio completamente sviluppato, che si regge saldamente in piedi sulle proprie zampe e che cammina o saltella in modo vivace dobbiamo lasciarlo lì dov'è. Saranno mamma e papà ad accudirlo finché sarà necessario, a meno che non ci troviamo di fronte a una situazione di evidentemente pericolosità.

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Se il giovane si trova nelle vicinanze di un pericolo imminente (strade, gatti o cani) possiamo spostarlo in un luogo più sicuro, come un giardino ricco di siepi e vegetazioni. Restando però vicini al luogo del ritrovamento

Se l'uccellino si trova nei pressi di una strada trafficata, in un'area piena di predatori come cani o gatti, o in generale in una situazione in cui difficilmente sopravviverebbe a terra, allora possiamo intervenire semplicemente spostandolo in un nascondiglio più sicuro. Basta ricollocarlo in un altro giardino vicino ricco di vegetazione o in luogo dove ci sono siepi e cespugli, facendo però attenzione a non allontanarsi troppo. Una distanza massima di circa 50 m dal punto del ritrovamento può andare bene, i genitori non impiegheranno molto per ritrovarlo e continueranno ad accudirlo fino al momento del primo volo.

Dobbiamo infatti sfatare una piccola leggenda: i genitori non abbandonano mai i propri figli, anche se li tocchiamo o li raccogliamo per spostarli in un luogo più sicuro.

Cosa non fare quando si trova un uccello a terra

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Una giovane rondine caduta dal nido

Qualsiasi sia la situazione in cui ci imbatteremo, ci sono alcune cose che è bene tenere sempre a mente. I giovani uccelli hanno le migliori probabilità di sopravvivere solo se accuditi dai propri genitori. Questa regola vale sempre, per cui il nostro intervento dev'essere davvero l'ultima possibilità d'azione.

In ogni caso, comunque, mai provare a nutrire gli uccelli con cibo fatto in casa, se non su esplicito consiglio di un CRAS, che qualora non potesse accogliere in tempi brevi l'animale ci aiuterà a soccorrerlo al meglio. Ogni specie segue infatti una dieta specifica e molto precisa, improvvisare potrebbe condannarlo a morte certa. Per il primo soccorso, in attesa di consegnarlo a un Centro di Recupero, possiamo idratarlo con poche gocce d'acqua a temperatura ambiente, che possono essere somministrate con l'aiuto di una siringa (senza ago) oppure facendo scivolare l'acqua ai lati del becco bagnandolo con un dito.

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Poche gocce d’acqua a temperatura ambiente posso aiutarlo a reidratarsi

Inoltre non andrebbero mai usate gabbiette per uccelli o trasportini per cani e gatti. Gli uccelli selvatici sono insofferenti alla cattività, si spaventano facilmente e potrebbero ferirsi agitandosi e scontrandosi con le sbarre. Una scatola di cartone forata è sempre la soluzione migliore.

Infine, non bisogna mai dimenticare che tutti gli uccelli, anche quelli nati in città e nel nostro giardino, sono protetti per legge. Detenerli in casa o addirittura allevarli è vietato, rivolgiamoci quindi sempre a professionisti esperti che si occupano di soccorso e tutela della fauna: i CRAS e i Carabinieri Forestali. Per qualsiasi dubbio o aiuto saranno loro a indicarci la soluzione migliore a seconda del caso.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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