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22 Febbraio 2021
17:41

Congo, l’ambasciatore italiano ucciso come i ranger ai confini del Virunga National Park

Luca Attanasio, ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, e Vittorio Iacovacci, il carabiniere di scorta, uccisi in un agguato da milizie armate che, forse, volevano rapire il diplomatico in missione con l'ONU. Il Parco ancora una volta teatro di scontri violenti che, oltre ai rangers, mettono in pericolo anche i civili.

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Giornalista
Luca Attanasio

Ancora sangue al Virunga National Park. Questa volta la strategia della tensione che sempre più spesso ferisce a morte il territorio del più antico parco naturalistico africano, nato nel 1925 e patrimonio mondiale Unesco, colpisce duramente l’Italia. Ad essere uccisi in un attacco al convoglio sul quale viaggiavano in una missione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della Repubblica Democratica del Congo, sono stati infatti l’Ambasciatore italiano Luca Attanasio e il carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci.

L’agguato armato fatale come per i 200 ranger assassinati in 25 anni

Anche per loro, come per i 200 ranger del parco uccisi negli ultimi 25 anni, è stato fatale un agguato armato. I due si stavano recando dalla città di Goma, capoluogo della provincia orientale congolese nel nord Kivu, alla città di Rutshuru, accompagnati da un autista, per una missione umanitaria. L’agguato è avvenuto nei pressi della località di Kanyamahoro, nel territorio del Virunga National Park, intorno alle 10:15 di stamattina. Secondo quanto ricostruiscono le stesse autorità del parco, l'assalto potrebbe essere stato un tentativo di rapimento del diplomatico. Sono state infatti proprio le guardie del parco ad intervenire quando è iniziato lo scontro, durante il quale è morto anche l’autista del mezzo su cui viaggiavano l’ambasciatore e il carabiniere uccisi. «Non siamo in grado di fornire ulteriori dettagli sull'attacco a una delegazione del WFP Programma alimentare mondiale avvenuto questa mattina alla periferia del Parco nazionale di Virunga. Il Parco nazionale di Virunga sta lavorando a stretto contatto con tutte le parti interessate a questo orribile attacco. Le nostre condoglianze vanno alle famiglie e ai cari di coloro che hanno tragicamente perso la vita».

A gennaio l’uccisione di sei ranger

Il Parco Nazionale del Virunga è il fiore all’occhiello di un territorio devastato da una lunghissima e mai realmente conclusa guerra che ha insanguinato per circa un ventennio tutta l’area. Situato nel cuore del continente africano tra Congo, Ruanda e Uganda, il parco è una straordinaria fonte di ricchezza per moltissimi motivi. Ricchezze naturali e turismo prima di tutto, come Kodami aveva raccontato poco più di un mese fa in un’altra occasione luttuosa: l’uccisione di 6 ranger avvenuta all’alba del 10 gennaio di quest’anno. In quella circostanza ad essere accusati dell’eccidio furono le milizie dei Mai-Mai, uno dei tanti  gruppi paramilitari che agisce ai confini del parco.

I civili mirino degli attacchi armati

Ma era stato lo stesso portavoce del Virunga National Park a spiegare che rapimenti e attacchi ai civili sono tra gli obiettivi principali delle bande armate che infestano la zona. «Gruppi armati locali agiscono all’interno e nei dintorni del parco raccogliendo circa 3 mila persone – aveva spiegato a Kodami – si impegnano in attività criminali, tra cui il traffico di carbone, la pesca e l'agricoltura illegale, il bracconaggio per avorio e carne selvatica, il rapimento e l’estorsione. I civili sono le prime vittime dei gruppi armati, anche attraverso rapimenti e attacchi». Le parole del portavoce potrebbero quindi dare il senso di quanto accaduto oggi, anche se secondo quanto riportato da AdnKronos: «Sarebbero i ribelli hutu delle Forze democratiche per la liberazione del Ruanda, i responsabili dell'attacco. L'Fdlr – responsabile di violenze e rapimenti a scopo di lucro – è il principale gruppo residuo di ribelli ruandesi aderenti alla dottrina dell"Hutu Power', operante nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Formato quasi interamente da Hutu, che si oppongono ai Tutsi per il dominio sulla zona, hanno come comandante in capo Paul Rwarakabije».

Il Virunga National Park e i suoi gorilla

Il parco, che si estende per 7.800 chilometri quadrati, è tenuto sotto controllo da un gruppo di 689 ranger armati, scelti e addestrati fra la popolazione locale. Il controllo del parco è difficile e molto pericoloso perché le ingenti ricchezze che è in grado di produrre, con un reddito di circa 175 milioni di dollari l’anno, fa gola a molti. In particolare nel parco, oltre ad una vegetazione unica al mondo, è presente uno dei due insediamenti di gorilla di montagna del pianeta terra. Infatti solo qui e all'interno del parco nazionale di Bwindi in Uganda, il famoso Bwindi impenetrable forest, vivono complessivamente circa mille gorilla di montagna. Un'attrattiva inesauribile per il turismo internazionale, che rende il Virunga una delle mete naturalistiche più visitate al mondo, malgrado il contingentamento delle visite per la necessità di salvaguardare il benessere dei gorilla.

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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