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6 Agosto 2023
16:00

Come si capisce se il gatto è disidratato?

I gatti sono animali meno abituati a bere rispetto ad altri, perché in natura tendono a ricavare acqua dalle prede. Può capitare dunque che, a causa del caldo o patologie, si disidratino. Vediamo i principali sintomi che ci fanno capire che un gatto è disidratato.

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L’acqua è fondamentale per il benessere dei gatti, che proprio come gli umani devono avere il giusto livello di idratazione per evitare di incorrere in disturbi anche gravi. Questi animali, però, sono meno portati di altri a bere acqua: essendo diretti discendenti del gatto selvatico africano, sono abituati a sopravvivere anche con scarse quantità di liquido, e si sono evoluti per ottenere gran parte della loro idratazione dalle prede. La stessa cosa vale per i gatti domestici, che tendono a ricavare acqua dal cibo umido. Questo comporta che non siano portati a bere dalla ciotola con la stessa frequenza di un cane, reticenza che può tradursi in disidratazione, soprattutto nelle stagioni più calde.

Accorgersi se il gatto è disidratato è dunque importante per evitare che lo scarso apporto di acqua possa causare problemi all’animale. Tra i principali sintomi della disidratazione ci sono affanno, inappetenza, letargia e debolezza, ma sono sono alcuni segnali da tenere d’occhio. Vediamo quindi gli altri, e anche come comportarsi se si sospetta che il gatto beva poco o sia disidrato.

I sintomi della disidratazione nel gatto

I principali sintomi della disidratazione nel gatto sono letargia, affaticamento e debolezza, respirazione a bocca aperta (ansimando), elevata frequenza cardiaca, inappetenza e diminuzione della produzione di urina.

A questo si aggiungono sintomi fisici visibili a occhio nudo e “tangibili”, come le gengive secche e appiccicose al tatto e in generale mucose molto pallide, la pelle priva di tono elasticità (per verificarlo basta pizzicare delicatamente tra le dita una porzione di pelle e sollevarla: se non torna immediatamente nella posizione naturale, è possibile che l’animale sia disidratato), occhi eccessivamente infossati e zampe e gommini molto freddi al tatto. Anche le feci secche e dure possono essere sintomo di disidratazione.

Le cause della disidratazione nel gatto

Ci sono diverse cause possibili della disidratazione nei gatti. Tra le principali ci sono, come detto, la scarsa assunzione di liquidi dovuta a un accesso limitato all'acqua o alla preferenza per il cibo secco anziché quello umido, e disturbi gastrointestinali come vomito e diarrea, che possono portare a una perdita significativa di liquidi e elettroliti, causando la disidratazione.

La disidratazione può essere causata inoltre da patologie renali, diabete – che può causare un aumento della minzione, che a sua volta può portare a una maggiore perdita di fluidi – e ancora malattie respiratorie. Anche gravi traumi o reazioni allergiche accompagnati da choc possono causare disidratazione, rallentando l’afflusso sanguigno agli organi vitali, reni inclusi, così come le infezioni, che attraverso la febbre alta e la sudorazione provocano una perdita di liquidi.

Cosa fare se il gatto è disidratato

Se si sospetta che il gatto sia disidratato, è bene prendere immediatamente provvedimenti per evitare di incorrere in problemi di salute anche seri. La prima cosa da provare è offrire acqua fresca, assicurandosi che l’animale abbia accesso a una ciotola d'acqua pulita, magari mettendo all’interno, in caso di forte caldo, alcuni cubetti di ghiaccio che la rinfrescano ulteriormente. Alcuni gatti preferiscono bere dalle fontanelle, che con il loro movimento li incoraggiano a bere, ed è importante scegliere sempre una ciotola grande, e non piccola: i gatti in questo modo hanno maggiore facilità di accesso, e non scontrano le vibrisse sui bordi, cosa che potrebbe dare loro fastidio e disincentivarli a bere.

Anche il cibo umido è una buona fonte di acqua. Diminuire la razione di croccantini in favore di cibo umido, temporaneamente, potrebbe aiutarlo a reidratarsi. In parallelo è bene monitorare il suo stato di salute generale, controllando le gengive e le mucose, la frequenza di orinazione, l'aspetto delle feci e il comportamento per capire se si presentano sintomi di disidratazione.

Se la disidratazione è dovuta al caldo, è utile inoltre spostare il gatto in un ambiente fresco e tranquillo, e lasciarlo riposare, evitando attività e stress che potrebbero aumentare la disidratazione. Se i sintomi non passano dopo qualche ora è importante consultare il veterinario, che potrebbe disporre una visita di controllo e prescrivere eventualmente liquidi specifici o somministrazione di fluidi per per via sottocutanea o endovenosa, scoprendo anche le cause esatte della disidratazione. Forzare il gatto a bere, magari portandolo forzatamente alla ciotola o spingendogli il muso all’interno, è invece del tutto controproducente.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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