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8 Febbraio 2024
13:19

Come sanno gli uccelli in che direzione devono migrare?

Gli uccelli migratori utilizzano un mix di capacità innate, sensi ed esperienza diretta per sapere esattamente quando migrare, che direzione prendere e capire quando e dove fermarsi.

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Rondini (Hirundo rustica) in volo

Gli uccelli migratori affascinano l'essere umano da sempre. Quella loro assurda abitudine di scomparire e riapparire inspiegabilmente dal nulla è stata infatti per millenni uno dei più grandi misteri del mondo naturale. Oggi sappiamo che gli uccelli migratori si spostano periodicamente e stagionalmente tra le aree in cui si riproducono e quelle in cui invece trascorrono l'inverno. Questi spostamenti stagionali seguono solitamente una direttrice nord-sud e avvengono per un solo e unico scopo: sopravvivere.

Gli uccelli sembrano infatti sapere esattamente dove andare, anche quando non hanno mai visto i luoghi in cui arriveranno. La spiegazione di questa incredibile navigazione innata è che in molti casi la direzione e la distanza da percorre è scritta in maniera indelebile o quasi nel loro DNA. Una volta in viaggio, poi, i migratori aggiustano il tiro utilizzando numerosi sitemi di navigazione e punti di riferimento come il sole, le stelle e il campo magnetico terrestre, oppure si affidano alla guida dei compagni di viaggio più esperti e alla memoria visiva e olfattiva.

La maggior parte degli uccelli migratori vive, infatti, in luoghi con forte stagionalità, che inevitabilmente altera la disponibilità di cibo e il clima durante il corso dell'anno. Per poter sopravvivere i migratori devono quindi spostarsi ed è soprattutto la variazione nella durata delle ore di luce o di buio nell'arco della giornata a dire loro quando è arrivato il tempo di prepararsi. Quando poi arriva il momento della partenza vera e propria, i migratori sono già in uno stato fisiologico di inquietudine migratoria, chiamato zugunruhe, una sorta di frenesia interna che li spinge a muoversi verso la giusta direzione.

Come si orientano gli uccelli migratori

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Gruppo di gru (Grus grus) in migrazione

Uno degli aspetti più affascinanti del fenomeno migratorio, e per certi versi ancora avvolto nel mistero, è senza dubbio il modo in cui si orientano gli uccelli. Come i più grandi esploratori della storia la maggior parte degli animali utilizza il sole, le stelle e il campo magnetico terrestre per orientarsi durante il viaggio. Quasi tutti i migratori hanno delle vere e proprie bussole magnetiche o solari al loro interno e possono usare uno o più sistemi di navigazione combinati tra loro. Il comportamento migratorio, infatti, può variare molto, sia tra le specie che tra le diverse popolazioni della stessa specie sparse per il globo.

È stato dimostrato che la maggior parte dei migratori utilizzano la posizione del sole nel cielo per orientarsi. Da solo, tuttavia, il sole non può bastare per riuscire a trovare l'esatta destinazione in cui arrivare, per cui gli animali utilizzano quasi tutti i loro sensi per integrare le informazioni e i punti di riferimento necessari per sapere esattamente dove andare. Tra questi ci sono sicuramente la capacità di percepire il campo magnetico terrestre, riconoscere la posizione delle stelle nel cielo e non solo. Gli uccelli si affidano infatti a una combinazione molto complessa sia di sensi biologici innati che di esperienza diretta.

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Culbianco (Oenanthe oenanthe)

Un giovane uccello alla sua prima migrazione, per esempio, vola nella direzione corretta in maniera innata, seguendo magari il campo magnetico terrestre. Tuttavia, non sa quando e dove dovrà fermarsi. Alcune specie si affidano perciò ai proprio compagni di viaggio, seguendo gli individui più esperti che quel viaggio lo hanno affrontato già numerose volte e non solo. Per decidere dove fermarsi durante il loro primo viaggio verso l'ignoto, gli uccelli si possono affidare anche al tipo di habitat o alle condizioni climatiche che incontrano lungo la strada, che una volta riconosciuti vengono poi fissati in maniera indelebile nella loro memoria.

Esattamente come facciamo noi quando siamo nei pressi di casa, grazie alla memoria visiva e olfattiva dei punti d'arrivo, i migratori riescono a ritrovare con precisione lo stesso esatto punto in cui tornare ogni anno, mostrando una fedeltà al sito così precisa accurata da permettere di osservare lo stesso individuo sullo stesso albero o posatoio a ogni migrazione. Con l'esperienza, infatti, un migratore impara vari punti di riferimento lungo la strada, corregge e migliora la rotta di viaggio e crea una vera e propria "mappa mentale", che lo aiuterà a rendere più efficienti e meno rischiosi i successivi viaggi migratori.

Perché gli uccelli migrano?

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Sterne artiche (Sterna paradisaea)

Gli uccelli migratori sono dei veri e propri pendolari, che si muovono ciclicamente tra due aree, quelle di riproduzione, a nord, e quelle di svernamento, a sud. In primavera si dirigono a nord per nidificare, in autunno invece si spostano a sud, per trascorrere l'inverno in luoghi con climi più caldi e accoglienti. Avviene regolarmente ogni anno, con flussi migratori definiti di andata (verso i quartieri di svernamento) e di ritorno (verso i quartieri di nidificazione). In linea generale le migrazioni sono soprattutto una risposta adattativa ai cambiamenti stagionali che influenzano la disponibilità delle risorse.

Gli uccelli, migrando, si spostano infatti da un ambiente diventato inospitale e senza cibo, verso un altro che consente loro di sopravvivere con maggiori probabilità, nonostante i rischi e i pericoli del viaggio. Tra le oltre 10mila specie di uccelli note circa il 40% vengono considerate migratrici regolari, e sono presenti praticamente in quasi tutti gli ordini e le famiglie, dai piccoli passeriformi ai grandi rapaci, passando per anatre aironi e uccelli marini. Tuttavia, la migrazione non è un fenomeno statico e immutabile nel tempo, infatti può cambiare molto in risposta ai grandi stravolgimenti ambientali, sia in base alle specie che all'interno delle diverse popolazioni della stessa specie.

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Sterpazzolina (Curruca cantillans)

Per esempio, quasi la metà degli uccelli che nidificano nell'America settentrionale sono migratrici, mentre in Europa si arriva addirittura a oltre il 60%. Queste percentuali così alte sono infatti legate chiaramente alla forte stagionalità di queste regioni, il motivo principale per cui gli uccelli sono "costretti" a spostarsi. La maggior parte delle specie migratrici lo fa infatti perché a un certo punto le condizioni di vita nei luoghi in cui sono nati diventano più ostili col trascorrere delle stagioni, mentre in luoghi dove non vi è stagionalità, come all'equatore, gli animali rimangono tutto l'anno negli istessi territori.

Pensiamo per esempio agli uccelli insettivori che vivono in Europa e che di colpo, quando si avvicina l'inverno, perdono quasi completamente la loro risorsa alimentare principale e sono perciò obbligati a spostarsi altrove. Che sia una rondine, un sterna, un rondone o una pittima reale, la vita dei migratori è perciò perennemente in movimento. Volando e migrando tra i continenti, gli uccelli attraverseranno savane, foreste, città, deserti e mari, superando tempeste, venti contrari, predatori e persino il pericolo numero uno: l'essere umano e la caccia.

Di notte o di giorno, per mare o per terra, gli uccelli migratori sono un impareggiabile simbolo di tenacia e libertà. Non conoscono barriere né confini politici e coi loro incredibili viaggi uniscono il mondo intero, mantenendo ogni anno la più antica e salda tra le promesse, quella del ritorno.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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