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16 Febbraio 2023
10:08

Come fanno le scolopendre a percepire la luce senza occhi

Alcune scolopendre sono completamente cieche, ma nonostante ciò evitano la luce. Come fanno? Un nuovo studio ha trovato la risposta.

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Le scolopendre sono tra i più affascinanti e temuti artropodi del nostro Pianeta. Predatori notturni, rapidi e implacabili sono in grado di catturare persino prede molto più grandi di loro, come piccoli mammiferi e uccelli, e possono farlo anche grazie al loro letale veleno. Alcune specie, però, sono completamente cieche ma nonostante ciò riescono ugualmente a cacciare e a percepire in qualche modo la luce. Ma come fanno senza occhi o fotorecettori? Se l'è chiesto anche un gruppo di ricercatori, che è riuscito finalmente a trovare una risposta grazie a uno studio recentemente pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.

La scolopendra studiata dagli scienziati della Northeast Forestry University e della Zhejiang University School of Medicine si chiama scolopendra cinese dalla testa rossa (Scolopendra subspinipes mutilans), una sottospecie di grosse dimensioni diffusa nel Sud-est asiatico e molto nota in Cina e Corea del Sud, dove viene studiata e utilizzata anche nella medicina tradizionale. Le scolopendre cinesi hanno un corpo segmentato nero, zampe gialle e una grossa testa senza occhi con lunghe antenne rosse e dotata di zanne velenifere in grado di iniettare un potente veleno nelle prede, contro i predatori o per difendersi da sfortunati umani che le calpestano per sbaglio.

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Alcune scolopendre, come questa cinese dalla testa rossa, sono completamente cieche ma nonostante già si nascondono dalla luce

Studi precedenti, hanno inoltre dimostrato che questa specie evita attivamente la luce solare, anche se non è ancora chiaro se lo fa per per tenersi lontana da eventuali predatori oppure per difendersi dal caldo eccessivo. Tuttavia, è anche noto che oltre a non essere dotata di veri e propri occhi, questi miriapodi non non possiedono nemmeno dei fotorecettori, ovvero organi in grado di percepire la luce. La domanda sorge quindi spontanea, come fanno a capire quando brilla il Sole e ad evitare la luce?

Per scoprirlo, i ricercatori hanno posizionato alcune scolopendre all'interno di contenitori trasparenti. Alcuni di questi erano completamenti ricoperti da nastro adesivo nero altri invece permettevano alla luce di arrivare liberamente all'interno. Hanno quindi studiato come gli animali reagivano quando esposti alla luce, utilizzando anche delle termocamere in grado di rilevare le variazioni di temperatura nel corpo degli artropodi. Hanno così scoperto che la temperatura delle antenne aumentava quasi istantaneamente quando queste erano esposte alla luce: aumentando anche di 9°C in pochissimi secondi.

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Primo piano di una scolopendra cinese dalla testa rossa. Foto da Wikimedia Commons

Per confermare però che fossero proprio le antenne a segnalare alle scolopendre la presenza di luce, gli scienziati le hanno coperte ripetendo l'esperimento. Con le antenne oscurate, le scolopendre sono diventate molto meno sensibili e reattive alla luce, confermando quindi che erano proprio quelle appendici che permettevano agli animali ciechi di "vedere" la luce. Successivamente, quindi, gli scienziati hanno analizzato nel dettaglio le antenne per scoprire in che modo funzionassero. Ed è così che hanno scoperto dei particolari recettori termici finora sconosciuti che i ricercatori hanno chiamato BRTNaC1.

Le scolopendre cinesi, quindi, non percepiscono direttamente la luce solare, ma rispondo invece al calore questa genera. Ecco quindi svelato il mistero su come questi affascinanti predatori riescono indirettamente a percepire la luce anche se sono completamente ciechi. In conclusione, in assenza di veri occhi o anche di semplici fotoreccettori, l'evoluzione ha aggirato brillantemente l'ostacolo fornendo a questi miriapodi un nuovo e sofisticato meccanismo che consente a questi animali il rilevamento non visivo di una fonte luminosa.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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