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22 Dicembre 2023
14:20

Alcuni ragni ciechi che abitano le grotte della Cina sono in grado di percepire la luce

Alcuni ragni completamente ciechi e privi di occhi che abitano le grotte cinesi sembrano essere in grado di riconoscere i luoghi bui, scappando dalla luce.

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Un team di scienziati cinesi dell'Università di Hubei ha appena compiuto una scoperta straordinaria: un gruppo di ragni molto particolare, non più in grado di sfruttare la vista abitando in grotte molto profonde, ha mantenuto la capacità di percepire la luce.

Questa notizia, alquanto sorprendente per gli appassionati di aracnologia, è stata possibile anche grazie alla collaborazione di Ingi Agnarsson, docente all'Università d'Islanda a Reykjavik e grande esperto di aracnidi e di speleologia.

La scoperta è stata riportata sulla rivista Science Advances in cui si racconta come è avvenuta, attraverso il monitoraggio di due gruppi differenti di ragni che vivono in diversi sistemi di grotte della Cina sud occidentale.

Il genere che è stato analizzato dai ricercatori è quello dei ragni Leptonetela, specializzati nel colonizzare ambienti bui e molto profondi in diverse regioni dell'Asia. Questi animali si caratterizzano per corpi minuscoli e per disporre di occhi completamenti inabili alla vista, tanto che alcune specie come L. hamata li hanno del tutto persi. Altre specie invece sono invece capaci di vivere vicino all'imbocco di una grotta ma hanno perso alcuni paia di occhi, disponendone di sei al posto dei consueti otto.

Tutto ha avuto inizio mentre gli esperti stavano compiendo delle spedizioni zoologiche all'interno delle grotte. Due ricercatori, Kai Wang e Jian Chang, si accorsero per la prima volta che alcune specie erano in grado di reagire alla luce, anche se teoricamente non avrebbero potuto farlo. Per scoprire quindi perchè accadesse, il team ha cominciato a raccogliere degli esemplari da ciascun gruppo, 10 soggetti per specie, portandoli poi nei laboratori per studiarli e confrontarli.

Per compiere gli esperimenti, tutti i ragni sono stati posti in contenitori diversi che erano divisi a metà. A destra c'era la porzione "buia della scatola" mentre a sinistra gli scienziati facevano filtrare un sottile fascio di luce. Tutti gli esemplari erano liberi di muoversi e di nutrirsi a loro piacimento, essendo anche in grado di spostarsi dai due lati della scatola così da scegliere l'ambiente più adatto alle loro esigenze.

Così facendo i ricercatori hanno scoperto che tutti i ragni – anche quelli dotati di occhi – preferivano di gran lunga stare nel lato oscuro della scatola sia mentre riposavano che mentre svolgevano le attività quotidiane dimostrando che tutti loro, indipendentemente dalla specie e dal numero di occhi, erano in grado di percepire la luce.

Gli scienziati allora hanno cominciato a chiedersi come facessero i ragni completamente ciechi a riconoscere gli ambienti bui rispetto le zone illuminate e per risolvere questo quesito hanno deciso di sequenziare il genoma, scoprendo che anche le specie cieche dispongono dei geni noti per svolgere un ruolo nello sviluppo degli occhi e nella risposta alla luce.

Ciò ha quindi portato gli esperti a credere che il cervello di queste specie mantiene i centri nervosi che elaborano l'informazione visiva e che la poca luce che filtra attraverso il buio delle grotte passi anche attraverso il loro esoscheletro sottile e attivi i centri nervosi dedicati all'evitamento della luce. Queste specie infatti evitano gli ambienti aperti e ricchi di luce perché devono difendersi dall'aria secca dell'imboccatura della grotta e dai predatori.

Ulteriori test hanno dimostrato che i ragni completamente ciechi non possono sopravvivere in condizioni troppo dissimili dal loro ambiente naturale per cui si sono perfettamente adattati ed è per questa ragione che hanno mantenuto una forma latente di vista (molto debole in verità), seppur privi di occhi.

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Le varie specie testate dagli scienziati cinesi, collegate alle grotte in cui sono state trovate. Tutte le immagini di questo articolo provengono dallo studio
Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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