“Ciao Max”: la figlia di David Bowie dice addio al suo Shih Tzu dagli occhi diversi

Il veterinario scozzese James Herriot scriveva all’inizio del suo libro “Favorite Dog Stories”: «Si dice sempre che per quanti anni splendidi e felici un cane possa vivere si sa che un giorno, quello in cui morirà, ti spezzerà il cuore». Ed è la verità. Lo sa bene anche Alexandra Zahra Jones, la figlia di David Bowie che ha appena perso il suo Max, lo Shih Tzu – barboncino che le era stato regalato dal papà quando lei aveva solo 7 anni. Il post su Instagram in cui la ragazza saluta il caro amico che ha condiviso con lei tanti anni della sua vita si è diffuso rapidamente sui social: «Maxipoo, il miglior cagnolino che una ragazza possa chiedere. Grazie per avermi fatto sorridere in questi ultimi 14 anni. Mi mancano il tuo amore e gli abbracci, ci mancherai. Riposa in pace».

Il cucciolo dagli occhi di colore diverso

Max aveva gli occhi di colore diverso, uno blu e uno marrone, esattamente come il Duca Bianco. La sua peculiarità, però, non era un vezzo, ma un disturbo che si chiama eterocromia e che nella maggior parte dei casi non comporta fortunatamente conseguenza o danni alla vista. Non si tratta, infatti, di una malattia, ma di una condizione fisica. L'esistenza di un occhio azzurro e uno marrone è strettamente legata alla produzione di melanina, la sostanza responsabile che dona il pigmento alla pelle, al pelo e agli occhi. Pertanto, a seconda della colorazione e della quantità nell'iride di cellule protettive di melanina (i melanociti), può verificarsi questa curiosa condizione oculare. L'eredità genetica è decisiva per lo sviluppo dell'eterocromia.

Diverso colore degli occhi come Bowie, ma per motivi diversi

La causa del colore diverso degli occhi di David Bowie, è invece un’altra. Il cantante, infatti, ricevette a quindici anni un colpo da un suo compagno che gli causò la dilatazione perenne di una delle pupille. Un incidente che diventò però parte della sua fortuna, come confessò dopo anni al suo amico. L'aspetto insolito, infatti, non faceva che aggiungere attrazione alla sua già ipnotica personalità da palcoscenico.