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Chi sono le cimici dei letti e perché sono tornate ad infestare?

Le cimici dei letti sono parassiti che si nutrono di sangue umano e infestano appunto i letti, ma si trovano anche sui mezzi pubblici e le poltrone dei cinema. Dopo i recenti casi di infestazione in Francia, se ne parla sempre più anche in Italia, ma perché? Semplice: perché le portiamo noi.

24 Ottobre 2023
20:00
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In questi giorni non si parla d’altro, quella che sta avvenendo in Francia sembra essere una vera e propria invasione. Le cimici dei letti stanno infatti creando non pochi problemi nella città di Parigi e non solo, visto che sono state recentemente segnalate anche qui in Italia. Si tratta di piccolissimi insetti ematofagi che pungono e parassitano anche l'uomo, causando la comparsa di macchie rosse pruriginose sulla pelle. Ma da dove vengono? Potrebbero invadere massicciamente anche l'Italia? E soprattutto, sono pericolose?

Chi sono le cimici dei letti?

Le cimici dei letti sono piccoli insetti parassiti che appartengono all'ordine Rhynchota, per intenderci lo stesso di cui fanno parte le comuni cimici verdi o l'invasiva cimice asiatica (Halyomorpha halys). Sono insetti ectoparassiti ed ematofagi e ciò vuol dire che vivono alle spese di altri animali e che, in particolare, si nutrono del loro sangue. Parassitano soprattutto pipistrelli e uccelli ma alcune specie, in particolare Cimex lectularius, si sono specializzate a succhiare il sangue degli esseri umani.

Dove si trovano le cimici dei letti e perché ci infestano?

Ad oggi colonizzano soprattuto i letti, da qui il loro nome. Ma se vi dicessimo che la cimice dei letti vive con noi da quando abitavamo le caverne? E come ci sono finite nelle pieghe dei materassi, nelle sedie dei cinema o addirittura sui mezzi pubblici delle nostre città? Già so cosa state pensando: “Sono lì perché evidentemente questi posti sono sporchi”. No, non è proprio così.

Le cimici dei letti colonizzano soprattutto i materassi perché si nutrono esclusivamente di sangue. E qual è la creatura che garantisce una inesauribile quantità di sangue? L’uomo ovviamente, che nel corso dei secoli per le cimici è diventato il pasto più accessibile. E dove passa più tempo l’uomo nel corso della sua vita? A letto, ovviamente. Per questo le cimici dei letti colonizzano soprattutto questa zona della casa, perché è lì che possono trovare bello apparecchiato il loro piatto preferito. Quindi come mai se le cimici dei letti infestano appunto i letti, ne vediamo anche in metro, sui sedili degli autobus e sulle poltrone dei cinema? Semplice: perché le portiamo noi. Le trasportiamo noi passivamente da un posto all’altro.

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Quando la situazione in un appartamento è molto critica, il rischio di trasportarle su un indumento o sulla borsa che avevamo appoggiato sul letto è molto alto. Ecco quindi che – inconsapevolmente – potremmo disperderle un po’ ovunque. La cimice dei letti è di per sé un animale possiamo dire pigro, non vola e non si sposta agilmente. Dal letto non si muove se non siamo noi a portarle via da lì. Non solo, la cimice è un animale lucifugo – vuol dire che non gli piace la luce, la rifugge, quindi tende infatti a nascondersi di giorno. Per questo trova spesso riparo nelle fessure.

È poi un animale gregario, ama quindi stare in gruppo. Ed è un animale tigmotattico, cioè rimane a stretto contatto con le superfici, per sentirsi più al sicuro. Per questi motivi si ammassa nelle fessure dei materassi.Ma le cimici come sentono l’odore del cibo? Tramite i recettori delle loro antenne percepiscono a lunga distanza l’anidride carbonica che il nostro corpo emette quando respiriamo, a media distanza l’acido lattico e il calore quando sono in prossimità del nostro corpo. Siamo noi, quindi, ad attirare le cimici, e nient’altro.  Sicuramente la scarsa igiene può contribuire a non accorgersi in tempo di un'infestazione, ma la sporcizia non c’entra granché – anzi – la cimice dei letti è un insetto piuttosto democratico: può infestare dalla casa più fatiscente all’hotel a cinque stelle. Basta che ci sia cibo, e quindi sangue, a sufficienza per nutrirsi e riprodursi.

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La diffusione delle cimici dei letti nel mondo

Abbiamo detto che conviviamo con le cimici dei letti da quando abitavamo le caverne. E vi stupirà forse sapere che quando le cimici hanno incontrato gli esseri umani hanno praticamente “scoperto” una sorta di paradiso. Prima di noi infatti parassitavano i pipistrelli, poi quando l’uomo ha cominciato a frequentare le caverne per loro è stata  una svolta, perché hanno trovato cibo a quantità di cui nutrirsi. E si sono progressivamente adattate sempre più a parassitare la nostra specie. Da quel momento praticamente non ci hanno più lasciati e hanno persino sviluppato la capacità di rimanere senza mangiare anche per un anno. Pensate che persino dentro le tombe egizie, vecchie di 3500 anni, sono state rinvenute tracce di cimici dei letti.

Poi, dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando venne messo in commercio il potentissimo e altamente inquinante DDT, le cimici sembravano sparite dalla circolazione, almeno in quei Paesi dove venne fatto massiccio uso dell’insetticida. Ma ad accentuare nuovamente la loro diffusione, a partire dagli anni ‘90 sono stati i mezzi di trasporto moderni. E, udite udite, a differenza di come erroneamente si crede – abbiamo sentito dire addirittura che sarebbero i migranti a portarle in Europa – sono stati soprattutto le classi più abbienti a diffonderle di nuovo, perché erano loro che si spostavano di più quando viaggiare era costoso. Difatti non a caso le infestazioni sono iniziate negli alberghi, popolati dai viaggiatori, e poi si sono spostate nelle case, trasportate – appunto – con le valige o gli indumenti. Altra piccola curiosità: sapete come si faceva prima quando non esistevano le disinfestazioni? Si bruciavano i materassi praticamente una volta l’anno e le persone se li rifacevano usando le foglie di granoturco, che erano morbide e profumate. Forse qualcuno dei vostri nonni se lo ricorda.

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Forse state iniziando a capire quanto questo animaletto sia così legato a noi più di quanto immaginiamo. E a tal proposito abbiamo una buona e una brutta notizia: la brutta notizia è che non ci siamo mai liberati davvero di loro e probabilmente non accadrà mai.

La situazione in Italia

La buona notizia è che l’Italia è il Paese che sa gestire meglio il problema, per questo qui non siamo nella stessa situazione critica della Francia e per questo non c’è il rischio che il problema si diffonda massicciamente da noi. Il nostro è l’unico Paese al mondo, infatti, a utilizzare un sistema molto efficace contro le cimici dei letti: le colonie vengono contrastate con il vapore riscaldato a 180°.

Come abbiamo detto e lo ribadiamo le cimici sono insetti pigri, colonizzano un ambiente e si riproducono in quell’ambiente. L’unico modo per diffonderle è portarle con noi. Per questo se siete preoccupati, quando tornate da un viaggio lavate tutti i vestiti che portate in valigia in lavatrice ad almeno 50°.

Come riconoscere le cimici dei letti

Ma quindi come si riconoscono le cimici dei letti? E soprattutto, sono pericolose? Il nome della specie è Cimex lectularius, misura circa 5mm a digiuno ma, una volta ultimato il pasto, può diventare 6 volte il suo volume. Da non confondere con la Nezara viridula, quella che chiamiamo comunemente cimice verde. Sì, proprio quella che se viene malauguratamente schiacciata emette una puzza terribile. Ve lo dico perché spesso vengono confuse: ma sono in realtà due insetti diversi.

Le punture delle cimici dei letti e i rischi

Da quello che sappiamo, le cimici dei letti dovrebbero essere innocue, non è accertato che possano trasmettere malattie, anche se ci sono ancora studi in corso. In ogni caso – e chi le ha avute in casa lo sa bene – possono essere insetti molto fastidiosi.

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Le punture delle cimici dei letti provocano infatti delle macchie rosse sulla pelle, che causano un prurito molto intenso. Non potendo attraversare le lenzuola, pungono le parti del corpo che restano più scoperte: il volto, il collo, mani e piedi. Quando pungono iniettano un anticoagulante e un anestetico per non farci sentire dolore – ed è questa combo che scatena l’irritazione. Le punture possono essere molto ravvicinate perché, se per esempio viene disturbata, la cimice si stacca e si riattacca per completare il pasto solitamente seguendo la vena che si trova più in superficie. La cosa interessante è che il ciclo biologico della cimice avviene all’interno di colonie e la temperatura ottimale per riprodursi è tra i 36/37°.

Questo spiega perché stare tutte insieme e cercano rifugi che aiutano a farsi calore a vicenda, perché così agevolano la riproduzione. Ah, piccola curiosità: sapete come avviene l’accoppiamento? Beh, diciamo che il maschio prende una “scorciatoia”: perfora l’addome della femmina con una sorta di ago ricurvo e acuminato chiamato edeago -, senza passare per i genitali femminili, iniettando gli spermatozoi in un organo di ricezione dello sperma, chiamato invece organo di Ribaga. In pratica i maschi perforano la pancia delle femmine e le fecondano.

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Come eliminare le cimici dei letti

Ma come viene contrastata un’infestazione di cimici? Intervenendo sul ciclo biologico, individuando la colonia e i punti in cui vengono deposte le uova. L’insetticida non è una soluzione molto efficace perché gli insetti, che usano la chimica feromonica per comunicare, riescono spesso a riconoscere altre sostanze chimiche e quindi a evitarle. Inoltre sviluppano spesso una resistenza a questi prodotti, riuscendo a sopravvivere ad alcune sostanze chimiche. Ecco, anche qui sta la chiave della diffusione delle cimici in alcuni Paesi, come Stati Uniti e Francia, che da sempre utilizzano gli insetticidi per combattere le infestazioni.

E in Italia qual è la situazione? Come abbiamo anticipato, il nostro è l’unico Paese al mondo a utilizzare un sistema molto efficace contro le cimici dei letti: le colonie vengono contrastate con il vapore riscaldato a 180°. Le cimici infatti non sopravvivono a temperature superiori a 46/47°. A 180° il vapore agisce sull’intera colonia e anche sulle uova. In conclusione, capiamo la preoccupazione e anche per questo ci tenevamo a fare un po’ di chiarezza, per frenare un attimo anche questi allarmismi. Allo stesso tempo speriamo anche di avervi incuriosito facendovi osservare con una prospettiva diversa questi piccoli insetti "succhiasangue". Ringraziamo Marco Leva, docente formatore, per averci chiarito alcuni punti chiave del comportamento di questo insetto grazie alla sua esperienza sul campo.

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