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31 Ottobre 2022
12:28

Che c’entrano le ghiandaie con i marshmallow? Il test che dice di più sull’autocontrollo

Dei ricercatori hanno sottoposto delle ghiandaie al "test del marshmallow" scoprendo che sono capaci di un bon autocontrollo e che questa capacità è collegata a una maggiore intelligenza.

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Avere un maggior autocontrollo non solo ci permette ricevere ricompense migliori in futuro, ma dimostra che siamo anche "più intelligenti". A insegnarci questa preziosa lezione di vita sono le ghiandaie (Garrulus glandarius) in uno studio che le ha viste protagoniste del cosiddetto "test del marshmallow": dovendo scegliere fra una ricompensa poco soddisfacente ma immediata e aspettare il loro cibo preferito, le ghiandaie con capacità cognitive più alte preferivano aspettare, mostrando come un maggior autocontrollo sia legato a un'intelligenza più spiccata.

Attendere un tempo più o meno lungo per ricevere una ricompensa è un'esperienza comune, soprattutto quando si è più piccoli. Attirati dal buon profumino che viene dalla cucina ci alziamo dal tappeto del salotto e iniziamo a sgambettare veloci con l'acquolina in bocca. Abbiamo 4 o 5 anni e il nostro livello di attenzione oscilla velocemente dal fantasioso parco giochi pieno di dinosauri che abbiamo costruito con libri e matite, alla voragine nello stomaco che si è aperta quando sentiamo l'odore di cibo. Chiediamo da mangiare e la risposta è sempre la stessa: «Fra poco è pronto, non mangiare nulla altrimenti ti rovini l'appetito

Quanti bambini hanno disatteso questo semplice avvertimento e quanti pasti si sono rovinati perché si sono riempiti la pancia prima di pranzo? «Ecco, ora sei pieno e non vuoi mangiare le verdure. Allora niente dolce!», in tanti lo abbiamo sentito dire dai nostri genitori da piccoli. Da questo punto in poi, èerò, ogni bambino reagisce a modo suo e sicuramente nella mente del piccolo si fa strada un pensiero: «Se solo avessi aspettato!».

Non possiamo sapere cosa stessero pensando le ghiandaie osservate dal team di ricercatori inglesi dell'Università di Cambridge nello studio pubblicato su Philosophical Transactions, ma in ogni caso sono state in grado di esprimere a modo loro lo stesso concetto: aspettare un po' potrebbe garantire una ricompensa migliore.

A cosa serve l'autocontrollo alle ghiandaie

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Le ghiandaie, e forse anche alcuni bambini diligenti, sono in grado di utilizzare l'autocontrollo, ovvero la capacità di resistere alle tentazioni di appagare un proprio desiderio immediatamente a favore di una ricompensa migliore ma ritardata. Questa è un'abilità vitale alla base di un processo decisionale efficace e di una pianificazione futura e le ghiandaie hanno mostrato di possederla.

Le ghiandaie sono membri della famiglia dei corvidi, spesso soprannominate "scimmie piumate" perché rivaleggiano con i primati non umani in quanto a capacità cognitive. Riuscire a pianificare azioni future e attendere per questi animali è fondamentale: le ghiandaie nascondono il loro cibo in moltissimi luoghi diversi, costruendosi depositi per l'inverno. Hanno quindi bisogno di ritardare la gratificazione immediata per pianificare i pasti futuri e in questo l'autocontrollo gioca un ruolo fondamentale.

Inoltre, le ghiandaie sono soggette a una sciagura che solo gli animali che accumulano pazientemente risorse per l'inverno possono capire: il furto delle proprie scorte da parte di altri uccelli. Avere un buon autocontrollo permette loro anche di aspettare il momento giusto per nascondere il cibo senza essere viste o sentite.

L'autocontrollo delle ghiandaie e il test del marshmallow

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Per verificare le capacità di autocontrollo delle ghiandaie i ricercatori inglesi hanno quindi osservato le loro risposte comportamentali a un test ideato dallo psicologo Walter Mischel, un professore della Stanford University, nel 1972. Nel test originale ai bambini veniva offerta una scelta importante: mangiare un marshmallow immediatamente o mangiarne due se aspettavano per un periodo di tempo.

Dato che le ghiandaie non sono proprio golose di marshmallow, gli studiosi hanno presentato agli uccelli tre tipi di cibo: tarme della farina, il loro alimento preferito, pane e formaggio. Nel test gli uccelli dovevano scegliere tra pane o formaggio, disponibile immediatamente, e le tarme della farina nascoste dietro uno schermo trasparente e che potevano raggiungere solo dopo un certo periodo di tempo.

Quando gli veniva messo davanti il pane e il formaggio, le ghiandaie distoglievano lo sguardo, come per distrarsi dalla tentazione. I risultati hanno confermato le ipotesi dei ricercatori: tutti gli uccelli sono riusciti ad aspettare che le terme della farina fossero disponibili, anche se alcuni sono stati più impazienti di altri. Un uccello in particolare, quello che potremmo definire "il primo della classe", ha ignorato un pezzo di formaggio e ha aspettato ben cinque minuti e mezzo. Chi ha performato peggio nel test ha saputo aspettare massimo 20 secondi.

Per comprendere se il tempo di attesa fosse legato a capacità cognitive migliori, i ricercatori hanno anche offerto rompicapi e test cognitivi da far risolvere agli animali. Gli uccelli che si sono comportati meglio in questi compiti sono anche quelli che sono riusciti ad aspettare più a lungo per la ricompensa migliore, un risultato che suggerisce come nelle ghiandaie l'autocontrollo sia collegato a una maggiore intelligenza.

Sebbene la ricerca sia incredibilmente stimolante per molti studiosi poiché apre le porta a nuove possibilità per verificare quali altri animali possiedano un tale tipo di autocontrollo, i ricercatori inglesi hanno osservato un numero di animali piuttosto esiguo: soltanto 10. Dunque, prima di riuscire a confermare con certezza le ipotesi gli scienziati necessitano di ulteriori studi di approfondimento.

In ogni caso, non possiamo continuare a sottovalutare l'intelligenza degli animali e le ghiandaie ci offrono ulteriore visione utile per scardinare l'antropocentrismo umano: capacità cognitive che riteniamo siano esclusive dell'uomo e di pochi altri primati, in realtà si sono evolute indipendentemente anche in altri gruppi animali, mostrando che esiste anche "un altro tipo di intelligenza".

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