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23 Settembre 2022
15:03

Cavalli e capre denutriti a Besenello, per l’Asl possono rimanere dove sono. La vice sindaco a Kodami: «Assurdo, bisogna tutelarli»

A Besenello, un comune a Sud di Trento, è stato denunciato il maltrattamento di cavalli e capre denutriti. L'amministrazione interviene, ma l'asl veterinaria nega si tratti di maltrattamento.

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Lo scorso mese di agosto, la sezione trentina di Oipa ha segnalato all'amministrazione comunale di Besenello, un paese della Val d'Adige tra Trento e Rovereto, la presenza di due cavalli e due capre vittime di maltrattamento. «Sono evidentemente sottopeso, vivono circondati dagli escrementi e non hanno a disposizione cibo e acqua adeguata», spiega a Kodami Ornella Dorigatti, delegata di Oipa Trentino.

A un mese dalla segnalazione, in seguito ad un sopralluogo, però, i veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale, interpellati dal Comune, hanno risposto dichiarando che, a loro parere: «Non vi è alcuna ipotesi di maltrattamento».

La vicesindaca di di Besenello, Roberta Rosi, che insieme al sindaco Cristian Comperini ha richiesto l'intervento dell'Asl veterinaria, si dice esterrefatta. «Siamo addolorati da questo responso. Abbiamo svolto anche noi un sopralluogo, lo scorso 24 agosto, rilevando immediatamente le condizioni inadeguate a cui sono costretti gli animali. Ci siamo convinti, quindi, che vi fossero senza alcun dubbio gli estremi per intervenire – racconta a Kodami la vicesindaca – La risposta è arrivata dopo quasi un mese di insistenze da parte nostra e il responso, oltre ad essere incredibile, ci mette realmente in difficoltà: come possiamo intervenire di fronte a un documento giuridico che afferma l'assenza di maltrattamento».

«Cosa bisogna fare affinché questi animali vengano trasferiti altrove?»

«Quando abbiamo svolto i primi sopralluoghi il nostro termometro segnava 40 gradi – racconta a Kodami Ornella Dorigatti – Sono tornata sul posto anche negli ultimi giorni e posso confermare che le capre e i cavalli si trovano ancora senza cibo. Le condizioni dell'acqua, inoltre, rendono inutile la stessa presenza. Cosa bisogna fare affinché questi animali vengano trasferiti altrove ed affidati a qualcuno che sia in grado di prendersi cura del loro benessere psicofisico?».

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Secondo quanto dichiarato dall'Azienda Sanitaria nel responso consegnato al Comune, verranno svolte ulteriori verifiche presso il recinto in cui si trovano gli animali. I veterinari, infatti, hanno richiesto un adeguamento della struttura.

«Questa è solo una magra consolazione. Come amministrazione comunale ci sentiamo vittime di un'ingiustizia, perché siamo sempre stati estremamente attenti a queste tematiche – spiega la vicesindaca – Siamo incastrati in un meccanismo incomprensibile. Purtroppo non ci resta che continuare a dialogare con l'Azienda Sanitaria e verificare che i sopralluoghi che hanno promesso vengano svolti regolarmente».

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«La tutela animale non è assicurata con la presenza di acqua e cibo, ma attraverso il benessere psicofisico»

«Gli amministratori comunali hanno supportato da subito gli interventi, dimostrando un'enorme sensibilità nei confronti degli animali – conferma Dorigatti – A maggior ragione, mi chiedo quale sia il motivo per cui nessuno può intervenire. Il maltrattamento è evidente e gli animali stanno rischiando la vita. Le capre sono già scappate più volte e nei pressi del recinto si trova una strada ad alto scorrimento. Non si può più attendere».

Dorigatti, infatti, sottolinea che i casi di maltrattamento non vanno rilevati solo attraverso la presenza o meno di acqua all'interno del recinto. «Il benessere si assicura con la tutela delle condizioni psicofisiche di ogni soggetto – conclude la delegata di Oipa – Per fare in modo che questi eventi non si ripetano, bisogna agire in maniera repentina, prendere in mano le situazioni ed evitare ad ogni costo l'omertà. Bisogna affrontata la tutela delle altre specie come una sfida di pertinenza dell'intera comunità. Chiunque sia testimone di casi come questi fa bene a segnalarli alle associazioni e alle amministrazioni. Solo così potremo ridurre i rischi di maltrattamenti anche in un territorio come il nostro, che si mostra apparentemente rispettoso delle leggi, ma poi finisce per inciampare in questi mancati interventi».

La speranza del Comune di Besenello è che ora il proprietario mantenga le promesse fatte all'Azienda Sanitaria e adegui le strutture come richiesto.

«Continueremo a seguire le evoluzioni con attenzione e determinazione – conclude Rosi – Possiamo assicurare che non è finita qui. Torneremo ad affrontare la questione affinché venga tutelato al 100% il benessere di questi animali che vivono in condizioni orribili».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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